lunedì 27 luglio 2009

L'unità d'Italia sui giornali


Da Note di Angela Pellicciari su FB queste interessanti e condivisibili osservazioni su alcuni articoli apparsi ieri sulla "grande" stampa italiana:



Dal Corriere della sera e dal Sole 24 ore di domenica 26 luglio. Un articolo falso ed uno reticente. Entrambi a proposito dell’unità d’Italia.


Panebianco addebita l’attuale crisi dell’unità italiana non tanto alla Lega, che ne sarebbe un effetto, quanto ad “una (sciagurata) pedagogia negativa sul Risorgimento e l’Unità d’Italia: per rinfrescarsi la memoria converrebbe riprendere in mano qualcuno fra i tanti manuali di storia patria circolanti nella scuola pubblica, soprattutto a partire dagli anni Settanta”.
L’affermazione è priva di riscontro: la scuola italiana ed i suoi manuali hanno ripetuto come una giaculatoria i meriti “progressisti” del Risorgimento, ignorando completamente la realtà dei fatti. Mettendo fra parentesi il dramma risorgimentale che ha costretto all’emigrazione intere generazioni di italiani, ed omettendo di raccontare come l’unità italiana sia stata realizzata a spese della chiesa (cioè di tutta la popolazione che andava rifatta a modello delle convinzioni liberal-massoniche, a partire dall’incisivo motto: l’Italia è fatta, bisogna fare gli italiani) e del meridione.


A spese della chiesa e del meridione: ci avviciniamo al secondo articolo, quello dell’omissione.


“Il debito? Nasce con l’unità d’Italia”: questo il titolo cubitale de Il Sole 24 ore.


Dino Pesole cita il ministro delle finanze Bastogi che nel 1861 decide di “incorporare tutti i debiti dei sette ex Stati confluiti nella nuova entità territoriale”.
Pesole dimentica di specificare come il bilancio del Regno delle Due Sicilie fosse in attivo mentre quello del Regno di Sardegna in profondo rosso.

Tanto rosso che da più parti si paventava la possibilità di finire in bancarotta ove non fosse stato possibile attingere ai bilanci in ordine dei vari stati della penisola.
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Da Note di Angela Pellicciari su FB queste interessanti e condivisibili osservazioni su alcuni articoli apparsi ieri sulla "grande" stampa italiana:



Dal Corriere della sera e dal Sole 24 ore di domenica 26 luglio. Un articolo falso ed uno reticente. Entrambi a proposito dell’unità d’Italia.


Panebianco addebita l’attuale crisi dell’unità italiana non tanto alla Lega, che ne sarebbe un effetto, quanto ad “una (sciagurata) pedagogia negativa sul Risorgimento e l’Unità d’Italia: per rinfrescarsi la memoria converrebbe riprendere in mano qualcuno fra i tanti manuali di storia patria circolanti nella scuola pubblica, soprattutto a partire dagli anni Settanta”.
L’affermazione è priva di riscontro: la scuola italiana ed i suoi manuali hanno ripetuto come una giaculatoria i meriti “progressisti” del Risorgimento, ignorando completamente la realtà dei fatti. Mettendo fra parentesi il dramma risorgimentale che ha costretto all’emigrazione intere generazioni di italiani, ed omettendo di raccontare come l’unità italiana sia stata realizzata a spese della chiesa (cioè di tutta la popolazione che andava rifatta a modello delle convinzioni liberal-massoniche, a partire dall’incisivo motto: l’Italia è fatta, bisogna fare gli italiani) e del meridione.


A spese della chiesa e del meridione: ci avviciniamo al secondo articolo, quello dell’omissione.


“Il debito? Nasce con l’unità d’Italia”: questo il titolo cubitale de Il Sole 24 ore.


Dino Pesole cita il ministro delle finanze Bastogi che nel 1861 decide di “incorporare tutti i debiti dei sette ex Stati confluiti nella nuova entità territoriale”.
Pesole dimentica di specificare come il bilancio del Regno delle Due Sicilie fosse in attivo mentre quello del Regno di Sardegna in profondo rosso.

Tanto rosso che da più parti si paventava la possibilità di finire in bancarotta ove non fosse stato possibile attingere ai bilanci in ordine dei vari stati della penisola.

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