lunedì 20 luglio 2009

IL SUDD DI BASSOLINO E’ IL CIMITERO DEGLI ELEFANTI.IL BELL’EDITORIALE DI PAOLO MACRY


Il partito del peggior sud


Scritto da Paolo Macry da il Corriere del Mezzogiorno, 19-07-2009


Lombardo, Bassolino, Lo­iero come Bossi, Maroni, Calderoli? Il Partito del Sud come la Lega Nord? Basta mettere nero su bianco i pa­ragoni dei quali si parla in questi giorni, per capire quanto siano fuori luogo. La Lega nacque negli an­ni ’80 in un territorio al­l’avanguardia dello svilup­po, fu costruita dal basso, inventò e promosse una sua classe dirigente. E si propose come movimento d’opposizione al sistema politico della Prima Repub­blica e alla costituzione del­lo Stato. Fu, in ogni senso, un fenomeno di forte inno­vazione.
Il Partito del Sud ne è l’esatto contrario. Intende rappresentare i territori me­no sviluppati del paese, si identifica con esperienze amministrative più o meno fallimentari, è costituito da una nomenklatura presen­te da decenni sul campo, ha prodotto pochi o pochis­simi nomi nuovi. Ed è un partito governativo, espri­mendo giunte regionali al potere o facendo parte del­la squadra di Palazzo Chigi. Il che ne segnala un’altra ca­ratteristica: si tratta di un fenomeno tendenzialmen­te bipartisan e, per ciò stes­so, potenzialmente trasfor­mistico. Una sorta di sinda­cato del Mezzogiorno, il quale cerca di mettere as­sieme interessi (economici e politici), che appaiono or­mai marginalizzati dallo storico abuso delle funzio­ni e delle risorse pubbli­che. «Non l’altra faccia del­la Lega», ha scritto Peppi­no Caldarola, «ma la spiega­zione del perché la Lega ha successo».
E qui sta il punto. Qual è il Sud del partito del Sud? È il municipio di Palermo che, dopo aver sperperato montagne di soldi pubbli­ci, riceve da Berlusconi il permesso speciale di au­mentare ulteriormente l’ad­dizionale dell’Irpef. È la Ca­labria di Loiero, vero prima­tista nazionale in materia di fondi europei dissipati, deficit sanitario e inchieste giudiziarie. È la Napoli del­la Iervolino che ingolfa di cantieri infiniti il centro, ab­bandona alle ortiche le peri­ferie, protegge i tassisti manganellatori e, a un an­no dall’emergenza rifiuti, non implementa la diffe­renziata e in compenso au­menta del 60% la Tarsu. È la Regione Campania che, di­lapidato un enorme capita­le di fiducia, coltiva il suo orticello d’intellettuali e im­prenditori amici, registra il tragico inquinamento del li­torale, sposta e licenzia i di­rigenti in base a faide tra partiti, ricicla gli ormai nu­merosi trombati alle elezio­ni, rimpolpa con centinaia di milioni l’arcipelago clien­telare della formazione, af­fida i turisti agli ex detenu­ti. E naturalmente si prepa­ra alle elezioni sminuzzan­do la spesa tra comuni grandi e piccoli.

Diciamo le cose come stanno, questo non è il Sud, è la parte peggiore del Sud. E, come tale, rischia di portare l’intero Mezzogior­no su un binario morto, chiudendolo nei propri confini, che sono storica­mente (e tanto più oggi) asfittici. Ben che vada, il partito territoriale chiederà e otterrà l’ argent de poche della sopravvivenza, impo­nendo, in cambio, la perpe­tuazione di un ceto politico vecchio e, come i vecchi, fi­siologicamente infecondo. Quel progetto risponde a un’idea corporativa del ter­ritorio che, ancora una vol­ta, impedirebbe la crescita di un libero mercato delle merci, delle competenze e della politica. Assomiglia terribilmente al cimitero degli elefanti. Ma il Sud, per fortuna, è anche altro e non è detto che sia in via di estinzione.
-----------------------------------------------------------------------------Ovviamente concordiamo alla virgola con l’editoriale di Paolo Macry.
Da tempo la nostra posizione e’ chiara: e’ mortificante che uomini come Bassolino e company si propongano come rappresentanti di un Sud e di un cambaimento per il Sud dopo essere stati i protagonisti del disastro che esige appunto un cambiamento.
Senza di loro .
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Commenti: 7


Andrea Balìa (andrbali@tin.it) ha scritto: domenica 19 luglio 2009 ore 20.28.55

Il Partito del Sud non è e non sarà quello di Lombardo, Bassolino, ecc.. per 3 ragioni innanzitutto :

1) Il Partito del Sud già esiste, l’ha fondato Antonio Ciano a Gaeta dove governa con una lista civica che ha mandato all’opposizione Destra e Sinistra; ha rappresentanza in varie regioni d’Italia ed ha un assessore anche a Catania.

2) Esistono altre formazioni politiche culturali meridionaliste che incarnano il vero spirito positivo del Sud (L’Altro Sud, Comitati Due Sicilie, Insorgenza, ecc...)con una coscienza identitaria e storica e che stanno lavorando per un unità, che se riuscirà superando gli inevitabili individualismi, darà davvero una rappresentatività politica al meridione che purtroppo ora manca, ma che è diventata improcrastinabile.

3) Il Sud, come sottolineato dall’articolo di Macry, non può ipotizzare un suo riscatto che passi attraverso la vecchia partitocrazia, collusa e responsabile dei disastri, sia di Destra che di Sinistra, comunque filogovernativa (di quello di turno) e sponsor di interessi filonordisti grazie agli ascari politici meridionali.

Andrea Balìa (Responsabile all’Identità di L’ALTRO SUD=

Fonte:
Napoli.acapo
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Il partito del peggior sud


Scritto da Paolo Macry da il Corriere del Mezzogiorno, 19-07-2009


Lombardo, Bassolino, Lo­iero come Bossi, Maroni, Calderoli? Il Partito del Sud come la Lega Nord? Basta mettere nero su bianco i pa­ragoni dei quali si parla in questi giorni, per capire quanto siano fuori luogo. La Lega nacque negli an­ni ’80 in un territorio al­l’avanguardia dello svilup­po, fu costruita dal basso, inventò e promosse una sua classe dirigente. E si propose come movimento d’opposizione al sistema politico della Prima Repub­blica e alla costituzione del­lo Stato. Fu, in ogni senso, un fenomeno di forte inno­vazione.
Il Partito del Sud ne è l’esatto contrario. Intende rappresentare i territori me­no sviluppati del paese, si identifica con esperienze amministrative più o meno fallimentari, è costituito da una nomenklatura presen­te da decenni sul campo, ha prodotto pochi o pochis­simi nomi nuovi. Ed è un partito governativo, espri­mendo giunte regionali al potere o facendo parte del­la squadra di Palazzo Chigi. Il che ne segnala un’altra ca­ratteristica: si tratta di un fenomeno tendenzialmen­te bipartisan e, per ciò stes­so, potenzialmente trasfor­mistico. Una sorta di sinda­cato del Mezzogiorno, il quale cerca di mettere as­sieme interessi (economici e politici), che appaiono or­mai marginalizzati dallo storico abuso delle funzio­ni e delle risorse pubbli­che. «Non l’altra faccia del­la Lega», ha scritto Peppi­no Caldarola, «ma la spiega­zione del perché la Lega ha successo».
E qui sta il punto. Qual è il Sud del partito del Sud? È il municipio di Palermo che, dopo aver sperperato montagne di soldi pubbli­ci, riceve da Berlusconi il permesso speciale di au­mentare ulteriormente l’ad­dizionale dell’Irpef. È la Ca­labria di Loiero, vero prima­tista nazionale in materia di fondi europei dissipati, deficit sanitario e inchieste giudiziarie. È la Napoli del­la Iervolino che ingolfa di cantieri infiniti il centro, ab­bandona alle ortiche le peri­ferie, protegge i tassisti manganellatori e, a un an­no dall’emergenza rifiuti, non implementa la diffe­renziata e in compenso au­menta del 60% la Tarsu. È la Regione Campania che, di­lapidato un enorme capita­le di fiducia, coltiva il suo orticello d’intellettuali e im­prenditori amici, registra il tragico inquinamento del li­torale, sposta e licenzia i di­rigenti in base a faide tra partiti, ricicla gli ormai nu­merosi trombati alle elezio­ni, rimpolpa con centinaia di milioni l’arcipelago clien­telare della formazione, af­fida i turisti agli ex detenu­ti. E naturalmente si prepa­ra alle elezioni sminuzzan­do la spesa tra comuni grandi e piccoli.

Diciamo le cose come stanno, questo non è il Sud, è la parte peggiore del Sud. E, come tale, rischia di portare l’intero Mezzogior­no su un binario morto, chiudendolo nei propri confini, che sono storica­mente (e tanto più oggi) asfittici. Ben che vada, il partito territoriale chiederà e otterrà l’ argent de poche della sopravvivenza, impo­nendo, in cambio, la perpe­tuazione di un ceto politico vecchio e, come i vecchi, fi­siologicamente infecondo. Quel progetto risponde a un’idea corporativa del ter­ritorio che, ancora una vol­ta, impedirebbe la crescita di un libero mercato delle merci, delle competenze e della politica. Assomiglia terribilmente al cimitero degli elefanti. Ma il Sud, per fortuna, è anche altro e non è detto che sia in via di estinzione.
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Da tempo la nostra posizione e’ chiara: e’ mortificante che uomini come Bassolino e company si propongano come rappresentanti di un Sud e di un cambaimento per il Sud dopo essere stati i protagonisti del disastro che esige appunto un cambiamento.
Senza di loro .
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Commenti: 7


Andrea Balìa (andrbali@tin.it) ha scritto: domenica 19 luglio 2009 ore 20.28.55

Il Partito del Sud non è e non sarà quello di Lombardo, Bassolino, ecc.. per 3 ragioni innanzitutto :

1) Il Partito del Sud già esiste, l’ha fondato Antonio Ciano a Gaeta dove governa con una lista civica che ha mandato all’opposizione Destra e Sinistra; ha rappresentanza in varie regioni d’Italia ed ha un assessore anche a Catania.

2) Esistono altre formazioni politiche culturali meridionaliste che incarnano il vero spirito positivo del Sud (L’Altro Sud, Comitati Due Sicilie, Insorgenza, ecc...)con una coscienza identitaria e storica e che stanno lavorando per un unità, che se riuscirà superando gli inevitabili individualismi, darà davvero una rappresentatività politica al meridione che purtroppo ora manca, ma che è diventata improcrastinabile.

3) Il Sud, come sottolineato dall’articolo di Macry, non può ipotizzare un suo riscatto che passi attraverso la vecchia partitocrazia, collusa e responsabile dei disastri, sia di Destra che di Sinistra, comunque filogovernativa (di quello di turno) e sponsor di interessi filonordisti grazie agli ascari politici meridionali.

Andrea Balìa (Responsabile all’Identità di L’ALTRO SUD=

Fonte:
Napoli.acapo

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