lunedì 15 giugno 2009

LA TASSA OCCULTA DEL NUCLEARE


Di Daniele Rovai


Cento milioni di euro. Questa la cifra che sarà prelevata dal 1 gennaio 2009 dal finanziamento che ogni famiglia italiana paga, grazie ad una tassa sulla bolletta elettrica, per garantirsi la sicurezza di non essere contaminata dai 28.000 metri cubi di scorie radioattive ereditate dalla stagione nucleare degli anni ’60. L’idea è di un deputato del PDL, tale Zanetta, e del suo emendamento al Ddl 1195, il Disegno legge che ripaprirà la stagione nucleare italiana. Disegno legge che attende solo il terzo ed ultimo passaggio parlamentare per diventare legge di stato. Scippo dei soldi compreso. L’emendamento, che non centra niente con quel progetto, serve a creare surrettiziamente una tassa occulta deviando un finanziamento che dal 2000 ad oggi ha visto arrivare nelle casse della società deputata a smantellare il nostro sistema nucleare, la Sogin, ben 1.092,2 milioni di euro. Tanti soldi che in un momento di crisi fanno gola e che da gennaio 2009 - questo dice l’emendamento Zanetta - saranno usati per rimpinguare il bilancio dello Stato. Un’ottima pubblicità per un governo che da sempre dice di non voler mettere le mani nelle tasche degli italiani.

L’idea che ha avuto Zanetta non è però originale. Il padre di questa idea “creativa”, cioè usare i soldi dati per un particolare progetto per rimpinguare le casse dello Stato, l’ebbe il ministro Giulio Tremonti nel 2005. Era l’anno del famoso taglio delle tasse promesso da Berlusconi e in qualche maniera si doveva recupera almeno in parte le entrate mancanti. Lo strumento usato fu la Finanziaria, che deviò il finanziamento per lo smantellamento nucleare nel bilancio statale (articolo 1, comma 298). In pratica, ciò che sta rifacendo oggi Zanetta.

Quella del 2005 fu una Finanziaria di dolorosi tagli, tanto che non solo si ridussero i soldi dei ministeri così da avere “una minore spesa pari a 700 milioni di euro per l’anno 2005 ed una minore spesa annua di 1.300 milioni di euro a decorrere dall’anno 2006”, ma si aumentarono anche alcune imposte indirette come “gli importi fissi dell’imposta di registro, della tassa di concessione governativa, dell’imposta di bollo, dell’imposta ipotecaria e catastale, delle tasse ipotecarie” - alla faccia delle promesse Berlusconiane - cosi da recuperare, solo per il 2005, ben 1.120 milioni di euro. Infine si cercarono dei “tesoretti” nascosti.

Oggi si parla di conti dormienti, ma nel 2005 si pensò al “tesoretto” che era stato raccolto nelle casse della Sogin. Nemmeno un prelievo “una tantum”, ma una disposizione annuale. La cosa incredibile è che nel 2006, con al governo il centro sinistra, quella disposizione non fu abrogata, ma ci si aggiunsero altri 35 milioni di euro! Insomma: nel 2005 i milioni erano 100, ma a partire dal 2006 divennero 135.

L’unico che prese carta e penna per denunciare questi fatti fu il presidente dell’Autorità Elettrica, che scrisse ben due volte al Parlamento perché abrogasse queste disposizioni. Secondo Ortis quegli articoli prevedevano “accanto ad una componente parafiscale (quella degli oneri di sistema) un vero e proprio prelievo di tipo fiscale, di natura sostanzialmente occulta poiché non realizzato attraverso un provvedimento di carattere esplicitamente tributario, ma agganciando una parte del gettito dovuto al bilancio ad un prelievo di altra natura”.

Una denuncia che il Parlamento non accolse. Né quello di centro destra, ne quello di centro sinistra. La conseguenza fu che a partire dal 2006 - per coprire l’ammanco nei conti della SOGIN - l’Autorità elettrica fece l’unica cosa possibile: aumentò quella tassa che provocò nel 2006 un onere addizionale pari a oltre lo 0,4% sulla bolletta elettrica. Una bella cifra in un anno che vedeva l’inflazione aumentare del 1,2%.

Sino al 2008 questa tassa occulta si è rivelata un regalo da parte delle famiglie italiane al governo di 600 milioni di euro e dopo 4 anni, grazie all’onorevole Zanetta, quell’idea creativa viene aggiornata. Lo si fa riscrivendo proprio l’articolo del suo maestro Tremonti. In pratica andando a cambiare quel comma si avrà una Finanziaria 2005 contenente una norma… che inizierà ad avere effetto solo 4 anni dopo! Un assurdità legislativa se si pensa che le disposizioni delle Finanziarie regolano anno dopo anno l’attività patrimoniale dello Stato.

La cosa incredibile è che il Ddl 1195 dice esplicitamente che la Sogin sarà smembrata e che nascerà una nuova agenzia governativa nucleare che si occuperà di tutto, smantellamento compreso. Il disegno parla però solo degli impianti nuovi e non dice cosa si farà delle vecchie scorie e dei vecchi impianti e, soprattutto, se sarà la nuova Agenzia ad occuparsene. A quanto pare l’unica preoccupazione è stata quella di chiudere la Sogin e arraffare una buona pare dei soldi per lo smantellamento.

Ad oggi l’unica certezza è che ci ritroveremo delle nuove centrali nucleari in casa quando quelle vecchie non sono ancora state smantellate e una bolletta elettrica che sicuramente aumenterà perché i soldi per controllare quei vecchi siti, anche se non si sa chi li controllerà, da qualche parte devono venire fuori. Come devono saltare fuori i 135 milioni per i Bilanci governativi.

Fonte:Altrenotizie
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Di Daniele Rovai


Cento milioni di euro. Questa la cifra che sarà prelevata dal 1 gennaio 2009 dal finanziamento che ogni famiglia italiana paga, grazie ad una tassa sulla bolletta elettrica, per garantirsi la sicurezza di non essere contaminata dai 28.000 metri cubi di scorie radioattive ereditate dalla stagione nucleare degli anni ’60. L’idea è di un deputato del PDL, tale Zanetta, e del suo emendamento al Ddl 1195, il Disegno legge che ripaprirà la stagione nucleare italiana. Disegno legge che attende solo il terzo ed ultimo passaggio parlamentare per diventare legge di stato. Scippo dei soldi compreso. L’emendamento, che non centra niente con quel progetto, serve a creare surrettiziamente una tassa occulta deviando un finanziamento che dal 2000 ad oggi ha visto arrivare nelle casse della società deputata a smantellare il nostro sistema nucleare, la Sogin, ben 1.092,2 milioni di euro. Tanti soldi che in un momento di crisi fanno gola e che da gennaio 2009 - questo dice l’emendamento Zanetta - saranno usati per rimpinguare il bilancio dello Stato. Un’ottima pubblicità per un governo che da sempre dice di non voler mettere le mani nelle tasche degli italiani.

L’idea che ha avuto Zanetta non è però originale. Il padre di questa idea “creativa”, cioè usare i soldi dati per un particolare progetto per rimpinguare le casse dello Stato, l’ebbe il ministro Giulio Tremonti nel 2005. Era l’anno del famoso taglio delle tasse promesso da Berlusconi e in qualche maniera si doveva recupera almeno in parte le entrate mancanti. Lo strumento usato fu la Finanziaria, che deviò il finanziamento per lo smantellamento nucleare nel bilancio statale (articolo 1, comma 298). In pratica, ciò che sta rifacendo oggi Zanetta.

Quella del 2005 fu una Finanziaria di dolorosi tagli, tanto che non solo si ridussero i soldi dei ministeri così da avere “una minore spesa pari a 700 milioni di euro per l’anno 2005 ed una minore spesa annua di 1.300 milioni di euro a decorrere dall’anno 2006”, ma si aumentarono anche alcune imposte indirette come “gli importi fissi dell’imposta di registro, della tassa di concessione governativa, dell’imposta di bollo, dell’imposta ipotecaria e catastale, delle tasse ipotecarie” - alla faccia delle promesse Berlusconiane - cosi da recuperare, solo per il 2005, ben 1.120 milioni di euro. Infine si cercarono dei “tesoretti” nascosti.

Oggi si parla di conti dormienti, ma nel 2005 si pensò al “tesoretto” che era stato raccolto nelle casse della Sogin. Nemmeno un prelievo “una tantum”, ma una disposizione annuale. La cosa incredibile è che nel 2006, con al governo il centro sinistra, quella disposizione non fu abrogata, ma ci si aggiunsero altri 35 milioni di euro! Insomma: nel 2005 i milioni erano 100, ma a partire dal 2006 divennero 135.

L’unico che prese carta e penna per denunciare questi fatti fu il presidente dell’Autorità Elettrica, che scrisse ben due volte al Parlamento perché abrogasse queste disposizioni. Secondo Ortis quegli articoli prevedevano “accanto ad una componente parafiscale (quella degli oneri di sistema) un vero e proprio prelievo di tipo fiscale, di natura sostanzialmente occulta poiché non realizzato attraverso un provvedimento di carattere esplicitamente tributario, ma agganciando una parte del gettito dovuto al bilancio ad un prelievo di altra natura”.

Una denuncia che il Parlamento non accolse. Né quello di centro destra, ne quello di centro sinistra. La conseguenza fu che a partire dal 2006 - per coprire l’ammanco nei conti della SOGIN - l’Autorità elettrica fece l’unica cosa possibile: aumentò quella tassa che provocò nel 2006 un onere addizionale pari a oltre lo 0,4% sulla bolletta elettrica. Una bella cifra in un anno che vedeva l’inflazione aumentare del 1,2%.

Sino al 2008 questa tassa occulta si è rivelata un regalo da parte delle famiglie italiane al governo di 600 milioni di euro e dopo 4 anni, grazie all’onorevole Zanetta, quell’idea creativa viene aggiornata. Lo si fa riscrivendo proprio l’articolo del suo maestro Tremonti. In pratica andando a cambiare quel comma si avrà una Finanziaria 2005 contenente una norma… che inizierà ad avere effetto solo 4 anni dopo! Un assurdità legislativa se si pensa che le disposizioni delle Finanziarie regolano anno dopo anno l’attività patrimoniale dello Stato.

La cosa incredibile è che il Ddl 1195 dice esplicitamente che la Sogin sarà smembrata e che nascerà una nuova agenzia governativa nucleare che si occuperà di tutto, smantellamento compreso. Il disegno parla però solo degli impianti nuovi e non dice cosa si farà delle vecchie scorie e dei vecchi impianti e, soprattutto, se sarà la nuova Agenzia ad occuparsene. A quanto pare l’unica preoccupazione è stata quella di chiudere la Sogin e arraffare una buona pare dei soldi per lo smantellamento.

Ad oggi l’unica certezza è che ci ritroveremo delle nuove centrali nucleari in casa quando quelle vecchie non sono ancora state smantellate e una bolletta elettrica che sicuramente aumenterà perché i soldi per controllare quei vecchi siti, anche se non si sa chi li controllerà, da qualche parte devono venire fuori. Come devono saltare fuori i 135 milioni per i Bilanci governativi.

Fonte:Altrenotizie

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