Il generale Fanti, appena messo piede nelle Marche, imprigionò il cardinale di Fermo De Angelis, ad Ancona il cardinale Antonucci, a Foligno il cardinale di Iesi Morichini. Incatenati, furono portati a Torino i Delegati Pontifici di Pesaro e Macerata (8) ( Giacinto Sivo,Storia delle Due Sicilie,Edizioni Brenner, Cosenza, Anno 1985, pag 246) e con essi molti preti e sacerdoti, contadini e pastori.
I generali Cialdini e Fanti che attuarono il saccheggio dei conventi, inviarono i loro squadroni a seviziare le popolazioni cattoliche di quei territori. Il capitano Masi ed i suoi mercenari provenienti da ogni parte d’ Europa ad Orvieto profanarono tutte le chiese ed i conventi rubando pissidi, ori ed argenti votivi, denudarono preti e monaci traducendoli a piedi in Toscana, tra masnade liberalesche di sgherri e delinquenti, fino al carcere di Livorno.
Cialdini imprigionò monsignor Maresca, vicario generale di Napoli ed altri cinque sacerdoti, lo scarcerò solo dopo che un mortale morbo, dovuto alla sporcizia del luogo, ebbe colpito il prelato.
La giunta luogotenenziale di Napoli non perse tempo a sequestrare le rendite e le mense degli arcivescovadi e degli istituti di beneficenza: sul territorio continentale delle Due Sicilie ve ne erano ben 8539 con reddito di 2.579.839 ducati lasciati alla Chiesa dai nostri padri ed incamerati dal governo piemontese ( De Sivo, Storia delle Due Sicilie, Edizioni Brenner, Cosenza,pag 471).
L’immenso Albergo dei Poveri fatto costruire dai Borbone per togliere dalle strade i mendicanti e dar loro un letto ed un lavoro, per dare ai ragazzi un mestiere, diventò luogo di miseria, di rapine, semenzaio di immoralità. Mandarono fotografi a ritrarre le più belle alunne e poi, riferisce il il De Sivo a pag 417 del citato suo libro, inviarono l’effigie a Torino, per la scelta! Furono dichiarate brigantesse le maestre e le allieve degli educandati dei Miracoli e San Marcellino che non avevano voluto giurare ai nuovi rigeneratori e non avevano voluto cantare il Te Deum per i colonizzatori sabaudi. I rigeneratori, i nuovi colonizzatori, addossarono la colpa di ciò a monsignor Tipaldi il quale fu multato ed incarcerato. I garibaldini il primo di ottobre stamparono una lettera che fecero circolare per la città e indirizzata alla Guardia Nazionale:” i preti, complici del papa. Sono come lui, vostri nemici; lavatevi di questa sozzura. Ogni volta che sul vostro passaggio si incontra la grottesca figura del figlio del sanfedismo e dell’Inquisizione, dovete come schifosa schiacciarla. Fate sparire dalla luce del sole quei cappelloni multiformi, simbolo per l’Italia di miserie e vergogne di diciotto secoli.”(Giacinto De Sivo, Storia delle Due Sicilie, Edizioni Brenner, Cosenza, 1985
Tratto dal libro “Le stragi e gli eccidi dei Savoia” di Antonio Ciano
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