sabato 14 febbraio 2009

LA RIVOLUZIONE MERIDIONALE



Di Antonio Ciano



La Rivoluzione Meridionale sarà modello di vita per i prossimi anni, questo cammino sarà duro, irto di difficoltà, ma un giorno si compirà. Oggi vi sono due Italie, una del nord ricca e una del Sud affamata dal Sistema nato il 17 marzo del 1861, giorno infausto, nefando per il Meridione tutto. L'economia tosco-padana, fatta passare per italiana, determina gli assetti politici attuali. Il pdl e il PD, che con la complicità delle televisioni di Stato e del nuovo Monarca Berlusconi disinformano il popolo. Intanto difendono i loro imperi economici, l'economia di sinistra e di destra, mentre il Sud affonda nella Monnezza, nell'emigrazione, e dove non arriva la tv arriva la Mandraca (mafia-'ndrangheta e Camorra) braccio armato della massoneria imperante da sempre.

Il 2 giugno del 1946 l 'Italia è stata restituita a se stessa, un plebiscito vero ha cancellato per sempre la monarchia sabauda.

Vittorio Emanuele II invase il Sud senza dichiarazione di guerra, mietendo vittime a centinaia di migliaia: fucilazioni, paesi messi sotto assedio, distrutti, calpestati, rasi al suolo; torturati a morte i religiosi, preti e monaci incarcerati, fucilati a centinaia, i conventi spogliati e saccheggiati, i vescovi perseguitati, vigliaccamente malmenati ed imprigionati; le banche saccheggiate, le proprietà demaniali svendute ai massoni. Il re di Sardegna è da considerare tra i più grandi criminali di guerra che abbiano mai calpestato il suolo italiano, e con lui tutta la casta militare e politica alle sue dipendenze. Il nucleo risorgimentale piemontese accentrò tutto nelle mani dei liberal-massoni, questi non hanno patria, il loro dio è il profitto e la loro legge è lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo.

Il Plebiscito del 2 giugno 1946 ha vendicato i morti contadini ed operai nelle varie repressioni a favore del capitalismo liberista (cattolici, papalini, borbonici, civili uccisi dai vari Fumel, Della Rocca, Cialdini, Pinelli, Quintini, Bixio, Garibaldi, Lamarmora, Bava Beccaris, Roatta, Badoglio, ecc ecc.); quelli dei fasci siciliani; quelli di Milano, quelli della tassa sul macinato; quelli procurati dalle cannonate su Palermo nel 1866; quelli delle guerre coloniali; quelli della prima guerra mondiale; quelli della seconda guerra mondiale. I piemontesi savoiardi furono degli assassini spietati, senza dichiarazione di guerra invasero il Sud, rasero al suolo 54 paesi, incendiarono villaggi, desertificarono le campagne bruciando i raccolti per anni, scannarono armenti e bambini allo stesso modo, impiccarono a migliaia i contadini, le loro donne stuprate, i loro figli incarcerati per anni. Nino Bixio da solo eseguì 700 fucilazioni di contadini ed operai con l'assenso dei Savoia. In Italia vi furono eccidi tremendi, stragi disumane, incivili, truculenti. Quegli assassini dei fratelli d'Italia cominciarono a Genova nel 1849 ove il generale Lamarmora soffocò nel sangue il rigurgitare repubblicano dei genovesi memori e fieri di essere figli della repubblica marinara e rimaniamo delusi quando vediamo il Presidente andare in quel di Torino a ossequiare coloro che ordinarono quelle nefandezze contro i veri democratici ed i veri italiani. Genova fu messa a sacco e fuoco, la violenza dei bersaglieri i liguri se la ricordano ancora. Poi il garibaldino Bixio, su ordine del suo generale pirata si vendicò contro i siciliani a Bronte, a Recalbuto, a Linguaglossa e in tutta la fascia etnea. Gaeta, simbolo del Sud martirizzato fu rasa al suolo da Cialdini su ordine di Cavour: 160 mila bombe distrussero completamente la città tirrenica, i morti tra militari e civili furono oltre cinquemila e altri duemila furono fucilati subito dopo la presa della fortezza colpevoli solo d'averla difesa dai barbari invasori. La fedelissima aspetta ancora i danni di quell'assedio, oggigiorno ammontano a diversi miliardi tra interessi e more, la città li vuole, aspettiamo risposta da questo Stato repubblicano, ci devono solo dire chi pagherà, responsabile fu proprio il Vittorione comandante supremo di quella truppaglia infame.

Gli eccidi si susseguirono senza soluzione di continuità: Gaeta, Pontelandolfo, Casalduni, Scurcola, Vieste, Sant'Eramo in Colle, Gioia del Colle, Pizzoli, Bauco, Nola, Somma Vesuviana, Teramo, Isernia, Venosa, Montecillone, Montefalcione, San Vittorino e cento altre città. Non vi fu villaggio ove le orde savoiarde non fecero danni. La Basilicata fu per anni bruciata, la Calabria fu messa sotto torchio dal colonnello Milon e dal generale Sacchi.

Non riusciamo a capire perché il presidente della repubblica vada a incensare i Savoia, perché vada a rendere omaggio a Cavour, a Garibaldi e a tutti quei personaggi che saccheggiarono il Sud e stuprarono le sue genti. I Savoia furono feroci persecutori, non ebbero pietà di Passannante, repubblicano ed anarchico, non ebbero pietà di Pietro Barsanti fucilato per le sue idee democratiche e antimonarchiche.

Noi, Sig. Presidente, siamo repubblicani e aspettiamo le sue scuse.

Il Sud aspetta le scuse di un Presidente della Repubblica. Venga a Gaeta, sia super partes, il Risorgimento piemontese e savoiardo non ci appartiene.

Non possiamo santificare chi ha commesso eccidi nefandi, chi ha derubato il Sud, chi lo ha massacrato, chi ha commesso crimini contro l'umanità. È contro la storia, è contro il buon senso.
Sig. Presidente, ricordiamo quelle stragi, quegli eccidi, ricordiamo i crimini commessi in nome e per conto dei Savoia. Il Sud che lavora si sente offeso quando gli si vuole imporre eroi di cartone. Il Sud ricorda. I nazisti impararono dai savoiardi: i lager, le fosse Ardeatine, gli eccidi di Reder e Kapler erano solo fotocopie di quelli perpetrati nel Sud dai felloni sabaudi.


L'INFAMIA E LA CODARDIA

la Storia è fatta di corsi e ricorsi, l'infamia e la codardìa presentano sempre il conto, ai Savoia è successo l'8 settembre del 1943; per la cronaca solo 83 anni dopo l'entrata di Garibaldi a Napoli avvenuta il 7 settembre del 1860; per la Storia solo un giorno prima, un attimo, la vita di un uomo, un respiro. Forse re pippetto voleva fuggire verso Gaeta, poco più a sud di Roma, ma la città tirrenica era nelle mani dei tedeschi, proprio sulla linea Gustav, impossibile ripercorrere a ritroso la storia; si diresse prima verso Ortona a mare per poi proseguire verso Brindisi. Quell'atto infame costò agli italiani mesi di barbarie, la rabbia tedesca si abbatté sugli ignari civili: rastrellamenti a catena, fame, fucilazioni, internamenti, lager. Proprio come nel 1860 e dintorni.

A Gaeta i vecchi ricordano i racconti dei padri, ricordano di un re giovanotto (23 anni) e della sua regina (19 anni), ricordano Francesco II e Maria Sofia che combatterono da eroi sugli spalti della fortezza, ricordano il valore dei soldati napoletani, eppure, ancora oggi, i Savoia sono immortalati agli onori della Patria e i Borbone vituperati.

Cristo!
I Savoia nel 1860 non fecero l'Italia, la loro fu solo colonizzazione e occupazione militare del Sud; nel 1945 la distrussero completamente.

Dopo 140 anni la memoria del Sud borbonico sta tornando a rinsavire le coscienze.

Era ora!
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Di Antonio Ciano



La Rivoluzione Meridionale sarà modello di vita per i prossimi anni, questo cammino sarà duro, irto di difficoltà, ma un giorno si compirà. Oggi vi sono due Italie, una del nord ricca e una del Sud affamata dal Sistema nato il 17 marzo del 1861, giorno infausto, nefando per il Meridione tutto. L'economia tosco-padana, fatta passare per italiana, determina gli assetti politici attuali. Il pdl e il PD, che con la complicità delle televisioni di Stato e del nuovo Monarca Berlusconi disinformano il popolo. Intanto difendono i loro imperi economici, l'economia di sinistra e di destra, mentre il Sud affonda nella Monnezza, nell'emigrazione, e dove non arriva la tv arriva la Mandraca (mafia-'ndrangheta e Camorra) braccio armato della massoneria imperante da sempre.

Il 2 giugno del 1946 l 'Italia è stata restituita a se stessa, un plebiscito vero ha cancellato per sempre la monarchia sabauda.

Vittorio Emanuele II invase il Sud senza dichiarazione di guerra, mietendo vittime a centinaia di migliaia: fucilazioni, paesi messi sotto assedio, distrutti, calpestati, rasi al suolo; torturati a morte i religiosi, preti e monaci incarcerati, fucilati a centinaia, i conventi spogliati e saccheggiati, i vescovi perseguitati, vigliaccamente malmenati ed imprigionati; le banche saccheggiate, le proprietà demaniali svendute ai massoni. Il re di Sardegna è da considerare tra i più grandi criminali di guerra che abbiano mai calpestato il suolo italiano, e con lui tutta la casta militare e politica alle sue dipendenze. Il nucleo risorgimentale piemontese accentrò tutto nelle mani dei liberal-massoni, questi non hanno patria, il loro dio è il profitto e la loro legge è lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo.

Il Plebiscito del 2 giugno 1946 ha vendicato i morti contadini ed operai nelle varie repressioni a favore del capitalismo liberista (cattolici, papalini, borbonici, civili uccisi dai vari Fumel, Della Rocca, Cialdini, Pinelli, Quintini, Bixio, Garibaldi, Lamarmora, Bava Beccaris, Roatta, Badoglio, ecc ecc.); quelli dei fasci siciliani; quelli di Milano, quelli della tassa sul macinato; quelli procurati dalle cannonate su Palermo nel 1866; quelli delle guerre coloniali; quelli della prima guerra mondiale; quelli della seconda guerra mondiale. I piemontesi savoiardi furono degli assassini spietati, senza dichiarazione di guerra invasero il Sud, rasero al suolo 54 paesi, incendiarono villaggi, desertificarono le campagne bruciando i raccolti per anni, scannarono armenti e bambini allo stesso modo, impiccarono a migliaia i contadini, le loro donne stuprate, i loro figli incarcerati per anni. Nino Bixio da solo eseguì 700 fucilazioni di contadini ed operai con l'assenso dei Savoia. In Italia vi furono eccidi tremendi, stragi disumane, incivili, truculenti. Quegli assassini dei fratelli d'Italia cominciarono a Genova nel 1849 ove il generale Lamarmora soffocò nel sangue il rigurgitare repubblicano dei genovesi memori e fieri di essere figli della repubblica marinara e rimaniamo delusi quando vediamo il Presidente andare in quel di Torino a ossequiare coloro che ordinarono quelle nefandezze contro i veri democratici ed i veri italiani. Genova fu messa a sacco e fuoco, la violenza dei bersaglieri i liguri se la ricordano ancora. Poi il garibaldino Bixio, su ordine del suo generale pirata si vendicò contro i siciliani a Bronte, a Recalbuto, a Linguaglossa e in tutta la fascia etnea. Gaeta, simbolo del Sud martirizzato fu rasa al suolo da Cialdini su ordine di Cavour: 160 mila bombe distrussero completamente la città tirrenica, i morti tra militari e civili furono oltre cinquemila e altri duemila furono fucilati subito dopo la presa della fortezza colpevoli solo d'averla difesa dai barbari invasori. La fedelissima aspetta ancora i danni di quell'assedio, oggigiorno ammontano a diversi miliardi tra interessi e more, la città li vuole, aspettiamo risposta da questo Stato repubblicano, ci devono solo dire chi pagherà, responsabile fu proprio il Vittorione comandante supremo di quella truppaglia infame.

Gli eccidi si susseguirono senza soluzione di continuità: Gaeta, Pontelandolfo, Casalduni, Scurcola, Vieste, Sant'Eramo in Colle, Gioia del Colle, Pizzoli, Bauco, Nola, Somma Vesuviana, Teramo, Isernia, Venosa, Montecillone, Montefalcione, San Vittorino e cento altre città. Non vi fu villaggio ove le orde savoiarde non fecero danni. La Basilicata fu per anni bruciata, la Calabria fu messa sotto torchio dal colonnello Milon e dal generale Sacchi.

Non riusciamo a capire perché il presidente della repubblica vada a incensare i Savoia, perché vada a rendere omaggio a Cavour, a Garibaldi e a tutti quei personaggi che saccheggiarono il Sud e stuprarono le sue genti. I Savoia furono feroci persecutori, non ebbero pietà di Passannante, repubblicano ed anarchico, non ebbero pietà di Pietro Barsanti fucilato per le sue idee democratiche e antimonarchiche.

Noi, Sig. Presidente, siamo repubblicani e aspettiamo le sue scuse.

Il Sud aspetta le scuse di un Presidente della Repubblica. Venga a Gaeta, sia super partes, il Risorgimento piemontese e savoiardo non ci appartiene.

Non possiamo santificare chi ha commesso eccidi nefandi, chi ha derubato il Sud, chi lo ha massacrato, chi ha commesso crimini contro l'umanità. È contro la storia, è contro il buon senso.
Sig. Presidente, ricordiamo quelle stragi, quegli eccidi, ricordiamo i crimini commessi in nome e per conto dei Savoia. Il Sud che lavora si sente offeso quando gli si vuole imporre eroi di cartone. Il Sud ricorda. I nazisti impararono dai savoiardi: i lager, le fosse Ardeatine, gli eccidi di Reder e Kapler erano solo fotocopie di quelli perpetrati nel Sud dai felloni sabaudi.


L'INFAMIA E LA CODARDIA

la Storia è fatta di corsi e ricorsi, l'infamia e la codardìa presentano sempre il conto, ai Savoia è successo l'8 settembre del 1943; per la cronaca solo 83 anni dopo l'entrata di Garibaldi a Napoli avvenuta il 7 settembre del 1860; per la Storia solo un giorno prima, un attimo, la vita di un uomo, un respiro. Forse re pippetto voleva fuggire verso Gaeta, poco più a sud di Roma, ma la città tirrenica era nelle mani dei tedeschi, proprio sulla linea Gustav, impossibile ripercorrere a ritroso la storia; si diresse prima verso Ortona a mare per poi proseguire verso Brindisi. Quell'atto infame costò agli italiani mesi di barbarie, la rabbia tedesca si abbatté sugli ignari civili: rastrellamenti a catena, fame, fucilazioni, internamenti, lager. Proprio come nel 1860 e dintorni.

A Gaeta i vecchi ricordano i racconti dei padri, ricordano di un re giovanotto (23 anni) e della sua regina (19 anni), ricordano Francesco II e Maria Sofia che combatterono da eroi sugli spalti della fortezza, ricordano il valore dei soldati napoletani, eppure, ancora oggi, i Savoia sono immortalati agli onori della Patria e i Borbone vituperati.

Cristo!
I Savoia nel 1860 non fecero l'Italia, la loro fu solo colonizzazione e occupazione militare del Sud; nel 1945 la distrussero completamente.

Dopo 140 anni la memoria del Sud borbonico sta tornando a rinsavire le coscienze.

Era ora!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Io la storia vera l'ho appresa da poco, grazie al libro di Pino Aprile. Sono rimasto scioccato e con tanta rabbia dentro, a cui non so come dare sfogo. Son calabrese, ma nato 39 anni fa al nord. Non mi sono mai sentito settentrionale. Oggi più di prima mi sento orgoglioso delle mie vere origini.
Non mollate mai, nel mio piccolo diffinderò la verità, anche se siamo in un mondo di volutamente sordi!!

NON MI ARRENDO ha detto...

Abbiamo sezioni anche al nord...se ti va contattaci alla ns.mail per approfondimenti :
partitodelsud.emiliaromagna@yahoo.it

 
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