venerdì 30 gennaio 2009
P.zza Farnese: Signor Presidente, ad essere offesi siamo noi
Queste le riflessioni dei componenti dell'' Associazione Nazionale Familiari Vittime di Mafia, per voce della presidente, Sonia Alfano, sulla manifestazione di ieri in Piazza Farnese in difesa della democrazia e della legalità costituzionale. Alla luce di quanto detto e scritto dalle forze politiche italiane in merito alla manifestazione di Piazza Farnese, da noi promossa, ci preme fare alcune riflessioni.
Abbiamo letto e sentito centinaia di dichiarazioni sulla rimozione dello striscione "Napolitano dorme, gli italiani insorgono" e sulle presunte offese, in realtà mai proferite, da parte di Antonio Di Pietro, aderente alla manifestazione, al Capo dello Stato.
Le uniche notizie passate sulla stampa ed al centro dell'attenzione degli esponenti politici si sono concentrate su questi due episodi che, seppur meritevoli di attenzione, non hanno di certo rappresentato gli elementi più rilevanti della manifestazione.
Il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, la cui carica merita tutto il nostro rispetto, si è persino premurato di diffondere una nota nella quale smentiva qualsiasi responsabilità in merito alla rimozione dello striscione.
Nessuno, neppure il nostro Presidente della Repubblica, ha dato risposta od attenzione alla disperata richiesta di giustizia che da quel palco è stata urlata dai familiari delle vittime di mafia ne tantomeno, alcuna carica istituzionale, si è preoccupata di indignarsi nel vedere una donna di oltre ottanta anni, madre del carabiniere Pietro Morici, che a questa nazione ha donato la propria vita, scendere in piazza per chiedere che la Costituzione Italiana, intrisa del sangue del proprio figlio, venga rispettata.
L'unica risposta che abbiamo ottenuto dalle nostre Istituzioni è stata una levata di scudi per delle offese inesistenti e mai pronunciate nei confronti del Presidente della Repubblica, il quale si è detto offeso da alcune garbate riflessioni fatte dal nostro palco.
Alla luce della nota diramata dal Quirinale vorremmo porgere una domanda diretta al nostro Presidente;
Signor Presidente, non si indigna per personaggi come Marcello Dell'Utri che, seppur abbiano tradito i principi di questa nazione, occupano gli scranni del Parlamento Italiano?
Ad essere offesi ed indignati siamo noi nel constatare il silenzio di tutti davanti alle denunce delle famiglie degli uomini e delle donne morti in difesa della Costituzione Italiana.
Ad essere offesi siamo noi nel leggere la nota del Quirinale risentito per delle garbate affermazioni e non per le decine di pregiudicati ed amici di boss che siedono in Parlamento.
Ad essere offesi e delusi siamo noi nel dover, ancora una volta, scendere in piazza per pretendere giustizia e rispetto dei principi fondanti di questo Stato, nonostante abbiamo già pagato a questa nazione il prezzo più alto che si possa pagare.
Fonte:Associazione familiari vittime di mafia
Queste le riflessioni dei componenti dell'' Associazione Nazionale Familiari Vittime di Mafia, per voce della presidente, Sonia Alfano, sulla manifestazione di ieri in Piazza Farnese in difesa della democrazia e della legalità costituzionale. Alla luce di quanto detto e scritto dalle forze politiche italiane in merito alla manifestazione di Piazza Farnese, da noi promossa, ci preme fare alcune riflessioni.
Abbiamo letto e sentito centinaia di dichiarazioni sulla rimozione dello striscione "Napolitano dorme, gli italiani insorgono" e sulle presunte offese, in realtà mai proferite, da parte di Antonio Di Pietro, aderente alla manifestazione, al Capo dello Stato.
Le uniche notizie passate sulla stampa ed al centro dell'attenzione degli esponenti politici si sono concentrate su questi due episodi che, seppur meritevoli di attenzione, non hanno di certo rappresentato gli elementi più rilevanti della manifestazione.
Il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, la cui carica merita tutto il nostro rispetto, si è persino premurato di diffondere una nota nella quale smentiva qualsiasi responsabilità in merito alla rimozione dello striscione.
Nessuno, neppure il nostro Presidente della Repubblica, ha dato risposta od attenzione alla disperata richiesta di giustizia che da quel palco è stata urlata dai familiari delle vittime di mafia ne tantomeno, alcuna carica istituzionale, si è preoccupata di indignarsi nel vedere una donna di oltre ottanta anni, madre del carabiniere Pietro Morici, che a questa nazione ha donato la propria vita, scendere in piazza per chiedere che la Costituzione Italiana, intrisa del sangue del proprio figlio, venga rispettata.
L'unica risposta che abbiamo ottenuto dalle nostre Istituzioni è stata una levata di scudi per delle offese inesistenti e mai pronunciate nei confronti del Presidente della Repubblica, il quale si è detto offeso da alcune garbate riflessioni fatte dal nostro palco.
Alla luce della nota diramata dal Quirinale vorremmo porgere una domanda diretta al nostro Presidente;
Signor Presidente, non si indigna per personaggi come Marcello Dell'Utri che, seppur abbiano tradito i principi di questa nazione, occupano gli scranni del Parlamento Italiano?
Ad essere offesi ed indignati siamo noi nel constatare il silenzio di tutti davanti alle denunce delle famiglie degli uomini e delle donne morti in difesa della Costituzione Italiana.
Ad essere offesi siamo noi nel leggere la nota del Quirinale risentito per delle garbate affermazioni e non per le decine di pregiudicati ed amici di boss che siedono in Parlamento.
Ad essere offesi e delusi siamo noi nel dover, ancora una volta, scendere in piazza per pretendere giustizia e rispetto dei principi fondanti di questo Stato, nonostante abbiamo già pagato a questa nazione il prezzo più alto che si possa pagare.
Fonte:Associazione familiari vittime di mafia
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