lunedì 19 gennaio 2009
PER RIFLETTERE INSIEME (Con Martin Luther King Jr, nella 'sua' Giornata)
“Così come i profeti dell'VIII secolo a. C. lasciavano i loro villaggi e portavano il loro "così dice il Signore" ben oltre i confini delle città in cui erano nati, e così come l'apostolo Paolo lasciò il suo villaggio di Tarso per portare il vangelo di Gesù Cristo negli angoli remoti del mondo grecoromano, allo stesso modo anch'io sono spinto a portare il vangelo della libertà oltre la mia città natale. Come Paolo, devo rispondere di continuo alla richiesta di aiuto che viene dalla Macedonia. Sono anche consapevole del fatto che tutte le comunità e gli stati sono in reciproca correlazione. Non posso starmene con le mani in mano ad Atlanta, senza curarmi di quel che succede a Birmingham. L'ingiustizia che si verifica in un luogo minaccia la giustizia ovunque. Siamo presi in una rete di reciprocità alla quale non si può sfuggire, avvolti da un'unica trama del destino. Qualunque cosa riguardi direttamente uno, riguarda in modo indiretto tutti”.
[Da una lettera di Martin Luther King Jr. scritta nel 1963 dal carcere di Birmingham dove si trovava dopo azioni di disobbedienza civile non violenta]
- "Sì, se così volete dire, sono stato un ‘tamburo maggiore’. Dite pure che sono stato un ‘tamburo maggiore per la giustizia. Dite che ho fatto il tamburo maggiore per la pace. Dite che ero un capo-tamburo per i principi morali. E tutte le altre cose meno importanti non conteranno. Non avrò denaro da lasciare. Non avrò cose belle e lussuose da lasciare. Ma intendo lasciarmi alle spalle una vita di impegno. Questo è tutto quel che voglio dire. Se posso aiutare qualcuno che incontro, se posso incoraggiare qualcuno con una parola o una canzone, se posso far capire a qualcuno che è sulla strada sbagliata, allora la mia vita non sarà stata invano".
[Tratto dal sermone "L’istinto del Tamburo maggiore”, pronunciato nel febbraio 1968; una sua registrazione accompagnò i funerali di King, assassinato a Memphis in circostazne mai del tutto chiarite nell'aprile 1968]
Fonte:Misna
“Così come i profeti dell'VIII secolo a. C. lasciavano i loro villaggi e portavano il loro "così dice il Signore" ben oltre i confini delle città in cui erano nati, e così come l'apostolo Paolo lasciò il suo villaggio di Tarso per portare il vangelo di Gesù Cristo negli angoli remoti del mondo grecoromano, allo stesso modo anch'io sono spinto a portare il vangelo della libertà oltre la mia città natale. Come Paolo, devo rispondere di continuo alla richiesta di aiuto che viene dalla Macedonia. Sono anche consapevole del fatto che tutte le comunità e gli stati sono in reciproca correlazione. Non posso starmene con le mani in mano ad Atlanta, senza curarmi di quel che succede a Birmingham. L'ingiustizia che si verifica in un luogo minaccia la giustizia ovunque. Siamo presi in una rete di reciprocità alla quale non si può sfuggire, avvolti da un'unica trama del destino. Qualunque cosa riguardi direttamente uno, riguarda in modo indiretto tutti”.
[Da una lettera di Martin Luther King Jr. scritta nel 1963 dal carcere di Birmingham dove si trovava dopo azioni di disobbedienza civile non violenta]
- "Sì, se così volete dire, sono stato un ‘tamburo maggiore’. Dite pure che sono stato un ‘tamburo maggiore per la giustizia. Dite che ho fatto il tamburo maggiore per la pace. Dite che ero un capo-tamburo per i principi morali. E tutte le altre cose meno importanti non conteranno. Non avrò denaro da lasciare. Non avrò cose belle e lussuose da lasciare. Ma intendo lasciarmi alle spalle una vita di impegno. Questo è tutto quel che voglio dire. Se posso aiutare qualcuno che incontro, se posso incoraggiare qualcuno con una parola o una canzone, se posso far capire a qualcuno che è sulla strada sbagliata, allora la mia vita non sarà stata invano".
[Tratto dal sermone "L’istinto del Tamburo maggiore”, pronunciato nel febbraio 1968; una sua registrazione accompagnò i funerali di King, assassinato a Memphis in circostazne mai del tutto chiarite nell'aprile 1968]
Fonte:Misna
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