di C. S.
I prezzi sui campi vanno in discesa (meno 6,5/7% nello scorso mese di novembre rispetto all’analogo periodo del 2007), ma sugli scaffali continuano ad essere troppo cari (più 4,3% a dicembre). E così la spesa alimentare durante il 2008 in Toscana è aumentata, in termini monetari, del 4,5% (482 euro la spesa media a famiglia), con un esborso in più di circa 5,3 miliardi nei confronti dell’anno precedente, mentre i consumi hanno fatto registrare un nuovo ristagno, anche se non si sono avuti i paventati crolli annunciati nelle scorse settimane.
“E’ necessario introdurre subito il doppio prezzo – sottolinea Giordano Pascucci, presidente della Cia Toscana – affinché i consumatori siano adeguatamente informati sul prezzo pagato ai produttori e quindi consapevoli del divario esistente. Sulla flessione dei consumi che si è accentuata negli ultimi mesi a seguito della crisi economica internazionale sollecitiamo le istituzioni a tutti i livelli dal Governo alla Regione, dalle Province ai Comuni, perché si attivino attraverso interventi mirati e tempestivi. In primo luogo occorrono misure che siano in grado di rilanciare i consumi, ci vogliono politiche specifiche – aggiunge Pascucci – in grado di tutelare il lavoro, estendendo gli ammortizzatori sociali, sostenere le famiglie, rilanciare le attività produttive, rafforzare la competitività delle imprese. E’ prioritario promuovere e sostenere le relazioni e gli accordi di filiera, in particolare locali e regionali, nonché le iniziative per valorizzare le azioni di vendita diretta e della filiera corta. Inoltre bisogna promuovere il consumo di prodotti di "stagione" e locali, a partire dalla loro maggiore diffusione in tutte le mense pubbliche della nostra regione, attraverso un piano di informazione per le scuole per educare i consumatori di domani”.
Per contrastare la crisi è opportuno valorizzare lo sviluppo economico locale integrato, dove ogni impresa e categoria sono chiamati a dare il proprio contributo, per una maggiore collaborazione di tutte le imprese, dei settori dell'industria alimentare, gli artigiani, i commercianti, il turismo, la grande distribuzione. La Cia Toscana ricorda che i prezzi agricoli alla produzione nel corso degli ultimi mesi hanno avuto un costante calo, con punte anche del 40%(come per il grano).
“Gli stessi agricoltori – dice Pascucci - hanno visto scendere i loro redditi, anche a causa dell’incremento vertiginoso dei costi produttivi e degli oneri sociali. Un eguale andamento, purtroppo, non si è avuto nei vari passaggi della filiera e così i prodotti alimentari non hanno avuto, al dettaglio, la tanto attesa flessione”.
Si registrano lievi correzioni al ribasso: si è passati dal più 4,7% di novembre al più 4,3% di dicembre. Troppo poco. I listini, nel complesso, hanno mantenuto livelli eccessivamente alti e alcune quotazioni non trovano alcuna giustificazione. Questo spiega l’aumento del 3,3% dell’inflazione nel corso del 2008. La spesa alimentare, nei primi dieci mesi del 2008, ha rappresentato in media, il 18,8% di quella totale.
E’ aumentata la percentuale di famiglie che hanno acquistato prodotti agroalimentari presso gli hard-discount (dal 9,7 del 2007 al 10,2%). Comunque, gli iper e i supermercati restano i punti vendita dove si ha la maggiore concentrazione degli acquisti da parte degli toscani con circa il 70. Da rilevare che per la spesa nei mercati rionali ha optato il 20% delle famiglie residenti nella regione. La percentuale del 18,8% della spesa alimentare su quella complessiva è così ripartita: 3,2% pane e cereali, 4,3% carne, 1,7% pesce, 2,5% latte, formaggi e uova, 0,7% oli e grassi, 3,4% frutta, ortaggi e patate, 1,3% zucchero, caffè e altri, 1,7% bevande.
di C. S.
10 Gennaio 2009 TN 1 Anno 7
Fonte:
Teatro Naturale
di C. S.
I prezzi sui campi vanno in discesa (meno 6,5/7% nello scorso mese di novembre rispetto all’analogo periodo del 2007), ma sugli scaffali continuano ad essere troppo cari (più 4,3% a dicembre). E così la spesa alimentare durante il 2008 in Toscana è aumentata, in termini monetari, del 4,5% (482 euro la spesa media a famiglia), con un esborso in più di circa 5,3 miliardi nei confronti dell’anno precedente, mentre i consumi hanno fatto registrare un nuovo ristagno, anche se non si sono avuti i paventati crolli annunciati nelle scorse settimane.
“E’ necessario introdurre subito il doppio prezzo – sottolinea Giordano Pascucci, presidente della Cia Toscana – affinché i consumatori siano adeguatamente informati sul prezzo pagato ai produttori e quindi consapevoli del divario esistente. Sulla flessione dei consumi che si è accentuata negli ultimi mesi a seguito della crisi economica internazionale sollecitiamo le istituzioni a tutti i livelli dal Governo alla Regione, dalle Province ai Comuni, perché si attivino attraverso interventi mirati e tempestivi. In primo luogo occorrono misure che siano in grado di rilanciare i consumi, ci vogliono politiche specifiche – aggiunge Pascucci – in grado di tutelare il lavoro, estendendo gli ammortizzatori sociali, sostenere le famiglie, rilanciare le attività produttive, rafforzare la competitività delle imprese. E’ prioritario promuovere e sostenere le relazioni e gli accordi di filiera, in particolare locali e regionali, nonché le iniziative per valorizzare le azioni di vendita diretta e della filiera corta. Inoltre bisogna promuovere il consumo di prodotti di "stagione" e locali, a partire dalla loro maggiore diffusione in tutte le mense pubbliche della nostra regione, attraverso un piano di informazione per le scuole per educare i consumatori di domani”.
Per contrastare la crisi è opportuno valorizzare lo sviluppo economico locale integrato, dove ogni impresa e categoria sono chiamati a dare il proprio contributo, per una maggiore collaborazione di tutte le imprese, dei settori dell'industria alimentare, gli artigiani, i commercianti, il turismo, la grande distribuzione. La Cia Toscana ricorda che i prezzi agricoli alla produzione nel corso degli ultimi mesi hanno avuto un costante calo, con punte anche del 40%(come per il grano).
“Gli stessi agricoltori – dice Pascucci - hanno visto scendere i loro redditi, anche a causa dell’incremento vertiginoso dei costi produttivi e degli oneri sociali. Un eguale andamento, purtroppo, non si è avuto nei vari passaggi della filiera e così i prodotti alimentari non hanno avuto, al dettaglio, la tanto attesa flessione”.
Si registrano lievi correzioni al ribasso: si è passati dal più 4,7% di novembre al più 4,3% di dicembre. Troppo poco. I listini, nel complesso, hanno mantenuto livelli eccessivamente alti e alcune quotazioni non trovano alcuna giustificazione. Questo spiega l’aumento del 3,3% dell’inflazione nel corso del 2008. La spesa alimentare, nei primi dieci mesi del 2008, ha rappresentato in media, il 18,8% di quella totale.
E’ aumentata la percentuale di famiglie che hanno acquistato prodotti agroalimentari presso gli hard-discount (dal 9,7 del 2007 al 10,2%). Comunque, gli iper e i supermercati restano i punti vendita dove si ha la maggiore concentrazione degli acquisti da parte degli toscani con circa il 70. Da rilevare che per la spesa nei mercati rionali ha optato il 20% delle famiglie residenti nella regione. La percentuale del 18,8% della spesa alimentare su quella complessiva è così ripartita: 3,2% pane e cereali, 4,3% carne, 1,7% pesce, 2,5% latte, formaggi e uova, 0,7% oli e grassi, 3,4% frutta, ortaggi e patate, 1,3% zucchero, caffè e altri, 1,7% bevande.
di C. S.
10 Gennaio 2009 TN 1 Anno 7
Fonte:
Teatro Naturale
1 commento:
Il basso potere d'acquisto degli italiani è causato anche dalla squallida furbizia di dettaglianti o commercianti.
La legge dovrebbe regolamentare i prezzi degli alimentari secondo me
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