giovedì 29 gennaio 2009

Il Riesame: rapporti consolidati con tutti i partiti, specie con il Pd


NAPOLI (28 gennaio) - Per quanto riguarda i legami dell'imprenditore Alfredo Romeo con il mondo della politica «consolidati appaiono i suoi rapporti con i parlamentari Rutelli e Lusetti (entrambi del Partito Democratico) e con l'on. Bocchino (del Pdl)».
Così scrivono i giudici del Tribunale del Riesame di Napoli nelle motivazioni del provvedimento che ha confermato la custodia in carcere per Romeo.
«In particolare - si legge nell'ordinanza - intensi risultano i suoi rapporti con la componente della ex Margherita del PD, tanto da configurarsi Romeo quale finanziatore del partito anche attraverso i suoi interessi nel quotidiano del PD “Europa” non può non evidenziarsi come i principali esponenti che colludono con Romeo nella città di Napoli fanno parte proprio di tale area politica».

In un passaggio il Tribunale parla anche del suo rapporto «che presenta aspetti francamente poco chiari con l'allora ministro Francesco Rutelli».
Per i giudici del Tribunale del Riesame di Napoli, «la capacità di penetrazione di Romeo negli ambienti politici, nonostante i suoi gravi trascorsi giudiziari che non gli hanno impedito di aggiudicarsi lavori presso istituzioni apicali della Repubblica senza che, evidentemente, i più si rendessero conto dell'opacità del personaggio, non può essere limitata alla città di Napoli ed alla Regione Campania, ma si estende in altre parti del territorio nazionale: in particolare nella città di Roma, ove è stato aggiudicatario di appalti di valore assai elevato sotto il profilo economico, luogo in cui intrattiene rapporti con politici di livello nazionale, in particolare del Partito Democratico».
I giudici sottolineano inoltre che «parimenti elevata è la capacità di Romeo di penetrare in diverse e importanti istituzioni: dalla magistratura alle forze dell'ordine (come si evince dal rapporto corruttivo di cui si è raggiunta la gravità indiziaria con il te.col. della Gdf Mazzucco) al Consiglio di Stato (con il riferimento al consigliere Paolo Troiano, ai ministeri (come emerge dal suo arpporto, che presenta francamente aspetti poco chiari, con l'allora ministro Francesco Rutelli». «Del resto un corruttore - osserva il Tribunale del Riesame - sotto il profilo, si intende, indiziario come Romeo, non può raggiungere siffatti livelli di potere senza l'ausilio e la copertura di quelle strutture preposte al controllo di legalità: la vicenda relativa alla fuga di notizie (che ha caratterizzato la prima fase dell'indagine, ndr) dimostra che il suo livello di penetrazione, probabilmente, è ben più ampio di quello riconducibile all'ufficiale della Guardia di Finanza il quale, non vi è dubbio, assume condotte assolutamente incompatibili, in quanto palesemente criminose, con il ruolo ricoperto».
«Intensi - scrivono i giudici - sono i rapporti anche con esponenti di primo piano del Pdl, nella specie la componente di Alleanza Nazionale, con particolare riferimento all'on. Bocchino e all'on. Laboccetta, i quali si attivano concretamente per consentire a Romeo di perseguire le proprie illecite finalità».

Fonte: Il Mattino
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NAPOLI (28 gennaio) - Per quanto riguarda i legami dell'imprenditore Alfredo Romeo con il mondo della politica «consolidati appaiono i suoi rapporti con i parlamentari Rutelli e Lusetti (entrambi del Partito Democratico) e con l'on. Bocchino (del Pdl)».
Così scrivono i giudici del Tribunale del Riesame di Napoli nelle motivazioni del provvedimento che ha confermato la custodia in carcere per Romeo.
«In particolare - si legge nell'ordinanza - intensi risultano i suoi rapporti con la componente della ex Margherita del PD, tanto da configurarsi Romeo quale finanziatore del partito anche attraverso i suoi interessi nel quotidiano del PD “Europa” non può non evidenziarsi come i principali esponenti che colludono con Romeo nella città di Napoli fanno parte proprio di tale area politica».

In un passaggio il Tribunale parla anche del suo rapporto «che presenta aspetti francamente poco chiari con l'allora ministro Francesco Rutelli».
Per i giudici del Tribunale del Riesame di Napoli, «la capacità di penetrazione di Romeo negli ambienti politici, nonostante i suoi gravi trascorsi giudiziari che non gli hanno impedito di aggiudicarsi lavori presso istituzioni apicali della Repubblica senza che, evidentemente, i più si rendessero conto dell'opacità del personaggio, non può essere limitata alla città di Napoli ed alla Regione Campania, ma si estende in altre parti del territorio nazionale: in particolare nella città di Roma, ove è stato aggiudicatario di appalti di valore assai elevato sotto il profilo economico, luogo in cui intrattiene rapporti con politici di livello nazionale, in particolare del Partito Democratico».
I giudici sottolineano inoltre che «parimenti elevata è la capacità di Romeo di penetrare in diverse e importanti istituzioni: dalla magistratura alle forze dell'ordine (come si evince dal rapporto corruttivo di cui si è raggiunta la gravità indiziaria con il te.col. della Gdf Mazzucco) al Consiglio di Stato (con il riferimento al consigliere Paolo Troiano, ai ministeri (come emerge dal suo arpporto, che presenta francamente aspetti poco chiari, con l'allora ministro Francesco Rutelli». «Del resto un corruttore - osserva il Tribunale del Riesame - sotto il profilo, si intende, indiziario come Romeo, non può raggiungere siffatti livelli di potere senza l'ausilio e la copertura di quelle strutture preposte al controllo di legalità: la vicenda relativa alla fuga di notizie (che ha caratterizzato la prima fase dell'indagine, ndr) dimostra che il suo livello di penetrazione, probabilmente, è ben più ampio di quello riconducibile all'ufficiale della Guardia di Finanza il quale, non vi è dubbio, assume condotte assolutamente incompatibili, in quanto palesemente criminose, con il ruolo ricoperto».
«Intensi - scrivono i giudici - sono i rapporti anche con esponenti di primo piano del Pdl, nella specie la componente di Alleanza Nazionale, con particolare riferimento all'on. Bocchino e all'on. Laboccetta, i quali si attivano concretamente per consentire a Romeo di perseguire le proprie illecite finalità».

Fonte: Il Mattino

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