Di Antonio Iannaccone
Questi giorni sono giorni diversi, che non hanno nulla a che vedere con gli altri giorni dell’anno, con un aria di giubilo che non si può paragonare a quella degli altri giorni, sono particolari, unici, nei quali si svolge il più grande senso di distensione tra le persone, tra le famiglie, tra i popoli, nelle più diverse realtà sociali, politiche e di credi religiosi differenti, un groviglio di entità variegate che formano quella meravigliosa e spettacolare creazione che è l’Umanità.
E’ questa l’occasione del Natale e del Capodanno, nei cui giorni miliardi di persone si scambiano auguri a più non posso, ma cosa descrivono questi auguri? Ho provato a scrutare all’interno di tale messaggio e la mia conclusione è questa: auguri può significare “Che tu possa passare delle magnifiche giornate”, “Hai fatto bene quest’anno e vedrai che l’anno prossimo farai ancora meglio”, “Grazie di esserci anche questa volta”, “Lascia stare il passato che il futuro ti sorride”.
Ma la cosa più caratteristica che accompagna questo periodo sono le tradizioni che localmente esprimono la propria cultura nei vari rituali festosi.
E’ questa l’occasione del Natale e del Capodanno, nei cui giorni miliardi di persone si scambiano auguri a più non posso, ma cosa descrivono questi auguri? Ho provato a scrutare all’interno di tale messaggio e la mia conclusione è questa: auguri può significare “Che tu possa passare delle magnifiche giornate”, “Hai fatto bene quest’anno e vedrai che l’anno prossimo farai ancora meglio”, “Grazie di esserci anche questa volta”, “Lascia stare il passato che il futuro ti sorride”.
Ma la cosa più caratteristica che accompagna questo periodo sono le tradizioni che localmente esprimono la propria cultura nei vari rituali festosi.
A questo proposito vorrei spendere due paroline sul mio popolo che è quello che conosco. L’aria natalizia ti spinge a comprare regalini per strappare qualche sorriso ai propri familiari e amici, così si riempiono le strade di gente, gente normale, gente meraviglosa che affanna a tirare avanti fino alla fine, che prepara per mangiare in modo speciale e per festeggiare anche con la pancia e non solo con il cuore, e a questo proposito riprendendo un articolo passato vorrei ricordare che non c’è Natale senza Struffoli, Mustacciuoli, Roccocò, Susamielli, ed anche la Pastiera, il panettone lasciamolo a chi non ha queste leccornie, un napoletano su dieci magari lo mangia inzuppandolo nel latte la mattina, un altro lo addenta dopo averlo liberato dal cedro e dall’uva passa, ma il restante passa la mano preferendo una Cassatina, un Cannolo o un Raffiuolo.
Eh sì, anche questo è Natale.
C’è chi prepara l’albero, ma non c’è niente di meglio che avere un presepe in casa e come fanno moltissimi napoletani, si prodigano nella costruzione di una rappresentazione della Sacra Famiglia o in un proprio e vero presepe con tanto di progetto.
Non si scrive mai abbastanza su queste feste, ma mi fermo qui dando un augurio a tutti e che ognuno lo raccolga secondo le proprie aspettative, perché ognuno è una persona magnifica.
Fonte:Napolitania
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