Di Stella Cervasio
La flotta napoletana viene restituita al Museo di San Martino. Sarà inaugurata il 14 dicembre alle 12 la nuova Sezione navale del museo della città, dopo tre anni di restauri delle sale che sono state adattate alla presenza delle imbarcazioni restaurate.
La Galea di Carlo di Borbone è il pezzo forte dell'esposizione permanente: una lancia di venti metri in legno intagliato e dorato, con baldacchino decorato nel "soffitto" da Fedele Fischetti, con lo stemma delle insegne cavalleresche della città. La galea, che si trova nel museo dal 1875, non si vedeva più da anni e venne raggiunta pochi anni dopo da un Caicco donato a Ferdinando IV di Borbone dal sultano Selim III. Ma dobbiamo attendere il XX secolo perché nella collezione faccia il suo ingresso anche la Lancia reale di Umberto I di Savoia, varata nel 1889, che era conservata nei depositi del Regio Arsenale della Marina nelle grotte di Palazzo Donn'Anna a Posillipo.
Un pezzo di storia della marineria borbonica e post-unitaria viene raccontato, oltre che da queste tre suggestive imbarcazioni originali, dai modelli in scala del sette e ottocento, di fregate e cannoniere, navi a elica e a vapore, e da un rarissimo modello della corazzata sabauda "Regina Margherita", affondata durante la prima guerra mondiale. Innanzitutto, un intervento architettonico per cambiare i lucernari del tetto in capriate in abete lamellare, che garantisce, oltre all'aspetto di "arsenale" e alla citazione di luoghi legati alla marineria, l'immunità dei legni delle navi esposte dall'attacco dei tarli.
Poi una soluzione suggestivai: le navi sono allineate con le prue in direzione di alte finestre ad asola, aperte nelle sale, a cannocchiale sul mare del panorama mozzafiato di San Martino. Sembra di vederle salpare con destinazione paradiso. La Galea di Carlo III, una gondola nera servita per il trasbordo dei regnanti quando partecipavano a feste sul mare o con funzioni di collegamento nel passaggio da una nave all'altra, con il suo fasciame intarsiato è un esempio delle abilità di una manodopera napoletana che assicurava qualcosa di più di un artigianato di pregio ai cantieri del re.
Lungo la parte più alta ed esterna dello scafo la barca esibisce intagli di mostri marini e pesci, un elenco ittico completo, degno della lunga lista di pesci della canzone del "Guarracino": cozze, rombi e murene, persino tartarughe e leoni marini riprodotti dalle sapienti mani dell'intagliatore. Nella seconda sala è ospitata la Lancia Reale di Umberto I di Savoia, quattordici vogatori, legno bianco intarsiato con un drago marino aerodinamico quasi "futurista" che si slancia dal castello di prua, un ricco baldacchino. Rossana Muzii, la direttrice del museo di San Martino ha completato la sezione con materiali che arricchiscono
La Galea di Carlo di Borbone è il pezzo forte dell'esposizione permanente: una lancia di venti metri in legno intagliato e dorato, con baldacchino decorato nel "soffitto" da Fedele Fischetti, con lo stemma delle insegne cavalleresche della città. La galea, che si trova nel museo dal 1875, non si vedeva più da anni e venne raggiunta pochi anni dopo da un Caicco donato a Ferdinando IV di Borbone dal sultano Selim III. Ma dobbiamo attendere il XX secolo perché nella collezione faccia il suo ingresso anche la Lancia reale di Umberto I di Savoia, varata nel 1889, che era conservata nei depositi del Regio Arsenale della Marina nelle grotte di Palazzo Donn'Anna a Posillipo.
Un pezzo di storia della marineria borbonica e post-unitaria viene raccontato, oltre che da queste tre suggestive imbarcazioni originali, dai modelli in scala del sette e ottocento, di fregate e cannoniere, navi a elica e a vapore, e da un rarissimo modello della corazzata sabauda "Regina Margherita", affondata durante la prima guerra mondiale. Innanzitutto, un intervento architettonico per cambiare i lucernari del tetto in capriate in abete lamellare, che garantisce, oltre all'aspetto di "arsenale" e alla citazione di luoghi legati alla marineria, l'immunità dei legni delle navi esposte dall'attacco dei tarli.
Poi una soluzione suggestivai: le navi sono allineate con le prue in direzione di alte finestre ad asola, aperte nelle sale, a cannocchiale sul mare del panorama mozzafiato di San Martino. Sembra di vederle salpare con destinazione paradiso. La Galea di Carlo III, una gondola nera servita per il trasbordo dei regnanti quando partecipavano a feste sul mare o con funzioni di collegamento nel passaggio da una nave all'altra, con il suo fasciame intarsiato è un esempio delle abilità di una manodopera napoletana che assicurava qualcosa di più di un artigianato di pregio ai cantieri del re.
Lungo la parte più alta ed esterna dello scafo la barca esibisce intagli di mostri marini e pesci, un elenco ittico completo, degno della lunga lista di pesci della canzone del "Guarracino": cozze, rombi e murene, persino tartarughe e leoni marini riprodotti dalle sapienti mani dell'intagliatore. Nella seconda sala è ospitata la Lancia Reale di Umberto I di Savoia, quattordici vogatori, legno bianco intarsiato con un drago marino aerodinamico quasi "futurista" che si slancia dal castello di prua, un ricco baldacchino. Rossana Muzii, la direttrice del museo di San Martino ha completato la sezione con materiali che arricchiscono
la ricostruzione: nel caso della Lancia di re Umberto sono esposti dei progetti per abbellirla con drappi e tende di seta azzurra. Nel soppalco, che offre un'altra prospettiva delle navi esposte, è conservato il Caicco regalato dal sultano a Ferdinando IV tra la fine del settecento e gli inizi del secolo successivo.
Magnifica anche la decorazione di questo scafo lungo e snello, per solcare le acque in velocità: una profusione di spighe di grano dorate. La Sezione navale si completa con una collezione di strumenti di bordo, come astrolabi per rilevare
Magnifica anche la decorazione di questo scafo lungo e snello, per solcare le acque in velocità: una profusione di spighe di grano dorate. La Sezione navale si completa con una collezione di strumenti di bordo, come astrolabi per rilevare
la posizione delle stelle, e sigilli e timbri legati alle singole navi, diari di bordo, e ottanti, che sostituirono gli astrolabi dopo il primo quarto del settecento. Due piccoli troni da navigazione in velluto rosso sono in mostra nella sala della Galea di Carlo, a cui si aggiunge una serie di armi bianche e da fuoco d'"ordinanza" dei corpi della Real Marina Borbonica.
(orario 8.30-19.30, mercoledì chiuso; ingresso 6 euro; sspm-na@beniculturali.it)
(13 dicembre 2008)
Fonte:La Repubblica
(orario 8.30-19.30, mercoledì chiuso; ingresso 6 euro; sspm-na@beniculturali.it)
(13 dicembre 2008)
Fonte:La Repubblica
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