A volte ritornano.
In certi casi per fatalità; in altri, per più o meno strane (o volute?) coincidenze; in altri ancora, anche per necessità.
Ma quando quel “a volte” si ripete un po’ troppo spesso (per non dire: sempre), allora il “ritorno” è dovuto ad un motivo solo: per convenienza, mascherata da ineluttabile necessità.
In certi casi per fatalità; in altri, per più o meno strane (o volute?) coincidenze; in altri ancora, anche per necessità.
Ma quando quel “a volte” si ripete un po’ troppo spesso (per non dire: sempre), allora il “ritorno” è dovuto ad un motivo solo: per convenienza, mascherata da ineluttabile necessità.
Sto parlando del “famoso” CIP6: un giusto e importante incentivo, funzionale ad una specifica politica energetica (favorire le fonti di energia rinnovabili), trasformato, di fatto, in un’iniqua sovvenzione ai “soliti noti”.
In sostanza, non si incentivano solo le fonti rinnovabili, ma anche quelle “assimilate” - per diktat (legislativo) politico - alle rinnovabili…
Convenienza, dicevo.
Per qualcuno.
Ma presa in giro per tutti gli altri, ambiente e consumatori in prima linea…
Tanto che, per giustificare simili manovre, si invocano stati di (perenne!) emergenza, da risolvere (o far finta di tamponare, per poterla sbandierare ogniqualvolta si ha bisogno di adottare determinati provvedimenti? Possibile che da noi le emergenze non si possano risolvere?) “in qualche modo”…
O, con acrobazie semantiche, si utilizzano disinvoltamente termini (fonti energetiche assimilate) che, come ho accennato, stravolgono la sostanze delle cose.
Con decreto del Ministro dello “sviluppo economico” del 31 ottobre 2008 (GU n. 261 del 7-11-2008) è di nuovo successo.
Il Governo, infatti, “viste e considerate” le più svariate “necessità“:
garantire parità di condizioni per perseguire gli obiettivi di una tariffa del ciclo integrato dei rifiuti unitaria e il più possibile omogenea sull’intero territorio regionale;
assicurare [...] condizioni di finanziabilità degli impianti di termovalorizzazione di Salerno, Napoli e Caserta analoghe a quelle già previste per l’impianto di termovalorizzazione di Acerra;
naturalmente, quella di evitare ogni tipo di ritardo nell’attuazione delle misure necessarie alla soluzione dell’emergenza rifiuti in Campania, che comporta danni di natura ambientale e igienico-sanitaria e arreca danni all’immagine e all’economia della regione e del Paese;
ha stabilito che gli impianti di termovalorizzazione localizzati nel territorio delle province di Salerno, Napoli e Caserta (con alcune “caratteristiche di massima”: uhm) “sono ammessi agli incentivi previsti dal provvedimento Cip 6/92“.
Seguono le modalità per la stipula delle convenzioni per la cessione dell’energia elettrica prodotta (art. 2), le disposizioni inerenti la connessione degli impianti alla rete elettrica (art. 3), quelle concernenti l’utilizzo dell’energia elettrica ritirata (art. 4) e quelle relative alle modalità di cessione dell’energia elettrica al termine del periodo di diritto agli incentivi (art. 5).
Disposizioni appena appena mitigate dalla previsione del divieto di cumulo degli incentivi (art. 6).
Insomma: l’ennesimo aiuto di Stato a chi non investe (grazie ai finanziamenti…) in tecnologie pulite, quelle del futuro (in alcuni paesi già del presente), ma si ostina, grazie ad una (sapiente?) proroga della risoluzione dell’emergenza…che da noi sembra aver assunto il ruolo di fonte del diritto…
Se, in nella necessaria gestione integrata dell’ambiente, servono alcuni inceneritori, dotati delle migliori tecnologie disponibili, che garantiscano il massimo della protezione dell’ambiente e della salute dell’uomo, e contribuiscano, pro quota, alla risoluzione del problema rifiuti (le cui cause sono molteplici), “ben vengano”…
Ho sempre sostenuto che l’unica soluzione per tutelare efficacemente l’ambiente e la salute, e nello stesso tempo coniugare queste esigenze con le aspettative economiche della società, sia un a credibile ed autorevole politica ambientale integrata, lontana dalle sterili contrapposizioni ideologiche e dai dannosi veti incrociati.
Ma è giunta l’ora - guardando al futuro, invece di arroccarsi nella miope difesa di schemi vecchi, lontani dalla realtà - di investire in altre direzioni (fonti rinnovabili, prevenzione nella produzione dei rifiuti, rispetto effettivo della gerarchia della gestione dei rifiuti, …) per permetterci, un giorno, di potere fare a meno di ciò che oggi, anche a causa delle sconsiderate politiche (anche) ambientali, è ancora per certi versi inevitabile…per l’ostinata mancanza di valide alternative…
Stando, invece, così le cose, qual è la sostenibilità ambientale, economica, sociale, culturale di un paese “casto”, governato da furbetti pressappochisti, “politici imbrillantinati, che minimizzano i loro reati disposti a mandare tutto a puttana pur di salvarsi la dignità mondana…”?
Le leggi senza senso che quest’ultima sforna, nell’asserita vocazione semplificatoria che, tuttavia, lasciano il paese in un’immobilità senza soluzione.
Ci(p) 6, ce la fai, sei connessa?, viene da chiedere alla nostra “classe” dirigente, anche se la risposta mi sembra scontata…Occorre ben altro che il quotidiano teatrino di accuse reciproche; il disgustoso valzer di ripicche e plateali litigi; i malcelati odi; lo stillicidio senza fine di inconsistenti farneticazioni bipartisan; il compiaciuto guardarsi l’ombelico della nostra classe politica autoreferenziale…
Serve un netto, credibile, serio, autorevole cambio di rotta, per costruire, sulle macerie di un presente insostenibile, un futuro degno, dignitoso, solidale.
Un sogno per l’anno che verrà; che, mi auguro, possa portare a tutti noi un po’ più di serenità e di serietà.
In sostanza, non si incentivano solo le fonti rinnovabili, ma anche quelle “assimilate” - per diktat (legislativo) politico - alle rinnovabili…
Convenienza, dicevo.
Per qualcuno.
Ma presa in giro per tutti gli altri, ambiente e consumatori in prima linea…
Tanto che, per giustificare simili manovre, si invocano stati di (perenne!) emergenza, da risolvere (o far finta di tamponare, per poterla sbandierare ogniqualvolta si ha bisogno di adottare determinati provvedimenti? Possibile che da noi le emergenze non si possano risolvere?) “in qualche modo”…
O, con acrobazie semantiche, si utilizzano disinvoltamente termini (fonti energetiche assimilate) che, come ho accennato, stravolgono la sostanze delle cose.
Con decreto del Ministro dello “sviluppo economico” del 31 ottobre 2008 (GU n. 261 del 7-11-2008) è di nuovo successo.
Il Governo, infatti, “viste e considerate” le più svariate “necessità“:
garantire parità di condizioni per perseguire gli obiettivi di una tariffa del ciclo integrato dei rifiuti unitaria e il più possibile omogenea sull’intero territorio regionale;
assicurare [...] condizioni di finanziabilità degli impianti di termovalorizzazione di Salerno, Napoli e Caserta analoghe a quelle già previste per l’impianto di termovalorizzazione di Acerra;
naturalmente, quella di evitare ogni tipo di ritardo nell’attuazione delle misure necessarie alla soluzione dell’emergenza rifiuti in Campania, che comporta danni di natura ambientale e igienico-sanitaria e arreca danni all’immagine e all’economia della regione e del Paese;
ha stabilito che gli impianti di termovalorizzazione localizzati nel territorio delle province di Salerno, Napoli e Caserta (con alcune “caratteristiche di massima”: uhm) “sono ammessi agli incentivi previsti dal provvedimento Cip 6/92“.
Seguono le modalità per la stipula delle convenzioni per la cessione dell’energia elettrica prodotta (art. 2), le disposizioni inerenti la connessione degli impianti alla rete elettrica (art. 3), quelle concernenti l’utilizzo dell’energia elettrica ritirata (art. 4) e quelle relative alle modalità di cessione dell’energia elettrica al termine del periodo di diritto agli incentivi (art. 5).
Disposizioni appena appena mitigate dalla previsione del divieto di cumulo degli incentivi (art. 6).
Insomma: l’ennesimo aiuto di Stato a chi non investe (grazie ai finanziamenti…) in tecnologie pulite, quelle del futuro (in alcuni paesi già del presente), ma si ostina, grazie ad una (sapiente?) proroga della risoluzione dell’emergenza…che da noi sembra aver assunto il ruolo di fonte del diritto…
Se, in nella necessaria gestione integrata dell’ambiente, servono alcuni inceneritori, dotati delle migliori tecnologie disponibili, che garantiscano il massimo della protezione dell’ambiente e della salute dell’uomo, e contribuiscano, pro quota, alla risoluzione del problema rifiuti (le cui cause sono molteplici), “ben vengano”…
Ho sempre sostenuto che l’unica soluzione per tutelare efficacemente l’ambiente e la salute, e nello stesso tempo coniugare queste esigenze con le aspettative economiche della società, sia un a credibile ed autorevole politica ambientale integrata, lontana dalle sterili contrapposizioni ideologiche e dai dannosi veti incrociati.
Ma è giunta l’ora - guardando al futuro, invece di arroccarsi nella miope difesa di schemi vecchi, lontani dalla realtà - di investire in altre direzioni (fonti rinnovabili, prevenzione nella produzione dei rifiuti, rispetto effettivo della gerarchia della gestione dei rifiuti, …) per permetterci, un giorno, di potere fare a meno di ciò che oggi, anche a causa delle sconsiderate politiche (anche) ambientali, è ancora per certi versi inevitabile…per l’ostinata mancanza di valide alternative…
Stando, invece, così le cose, qual è la sostenibilità ambientale, economica, sociale, culturale di un paese “casto”, governato da furbetti pressappochisti, “politici imbrillantinati, che minimizzano i loro reati disposti a mandare tutto a puttana pur di salvarsi la dignità mondana…”?
Le leggi senza senso che quest’ultima sforna, nell’asserita vocazione semplificatoria che, tuttavia, lasciano il paese in un’immobilità senza soluzione.
Ci(p) 6, ce la fai, sei connessa?, viene da chiedere alla nostra “classe” dirigente, anche se la risposta mi sembra scontata…Occorre ben altro che il quotidiano teatrino di accuse reciproche; il disgustoso valzer di ripicche e plateali litigi; i malcelati odi; lo stillicidio senza fine di inconsistenti farneticazioni bipartisan; il compiaciuto guardarsi l’ombelico della nostra classe politica autoreferenziale…
Serve un netto, credibile, serio, autorevole cambio di rotta, per costruire, sulle macerie di un presente insostenibile, un futuro degno, dignitoso, solidale.
Un sogno per l’anno che verrà; che, mi auguro, possa portare a tutti noi un po’ più di serenità e di serietà.
Fonte: naturagiuridica.blogspot.com
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