domenica 28 dicembre 2008

Cento anni fa il terremoto che distrusse Messina


Di Paola Abenavoli



In quell'alba del 28 dicembre non vennero solo sconvolte architettonicamente due città. Quel sisma che si verificò 100 anni fa, tra Reggio e Messina, cambiò per sempre le due aree tra le sponde dello Stretto. Ne cambiò la fisionomia, la storia. Provocò una catena di solidarietà, che unì il sud ed il nord.
La vita di una parte d'Italia mutata da un tragico evento. Poche ore prima di quella devastazione, Reggio aveva celebrato in grande stile la nuova illuminazione pubblica; anche a Messina abiti da sera, per l' «Aida» di scena a teatro. Poi, una scossa, fortissima (Mercalli aggiungerà un grado, l'11°, alla sua scala, basandolo proprio sull'intensità di questo terremoto), alle ore 5,21, per 37 secondi, scuote lo Stretto: colte nel sonno decine di migliaia di persone. Si parla di circa 80mila morti a Messina, 15mila a Reggio. Ma non fu solo quella scossa a stroncare numerose vite: in tanti si riversarono in strada, in riva al mare. E proprio da lì venne ancora morte: un maremoto li sorprese, con onde alte anche 13 metri.
Un'alba tragica, che rivelò solo macerie: città isolate, abitazioni distrutte, linee ferroviarie interrotte. E quegli edifici storici, che caratterizzavano i due capoluoghi, rasi al suolo: a Messina, i palazzi della zona del porto, quello municipale, il Duomo. A Reggio, la Caserma Mezzacapo, che ospitava i militari, tutti morti in seguito al crollo della struttura, i tanti edifici sul Lungomare, il Palazzo municipale e, anche in questo caso, la Cattedrale.

Macerie, in quell'alba. Poi l'arrivo degli aiuti, anche dall'estero (non a caso, alcuni rioni di comuni colpiti dal sisma prendono il nome dalla città o dalla nazione che contribuì alla loro rinascita), la solidarietà, l'apporto dei militari.
E tante piccole storie, che fecero "la storia" della ricostruzione: come quella di don Luigi Orione, che giunse a Reggio, a poche ore dal sisma, camminando per un lungo tratto di strada della Calabria a piedi. E qui si impegnò nell'opera di rinascita, dedicandosi soprattutto ai più piccoli, facendosi affidare la cura degli orfani.

Una delle tante storie di solidarietà che si sono succedute dopo quel 28 dicembre.
Città che cercarono di risollevarsi: i baraccamenti, la ricostruzione. Il Lungomare reggino risorse dopo il sisma, con una struttura tesa anche ad arginare i danni che sarebbero potuti nascere da ulteriori eventi del genere. Con quella fisionomia poi «immortalata» nella celebre definizione di D'Annunzio, quella del "più bel chilometro d'Italia».
Zone, edifici che racchiudono la storia. Una storia che non si vuole dimenticare. Che va ricordata, ma non come semplice momento celebrativo: in ogni iniziativa programmata per il centenario, viene sottolineata una finalità principale, quella di voler trarre da quanto accaduto un insegnamento, per guardare al territorio con sempre maggiore interesse.

L'iconografia è sicuramente l'aspetto su cui molte iniziative si fondano, perché dà la misura del disastro. E, in questo senso, da tempo si è parlato di prodotti documentaristico-cinematografici da realizzare per l'occasione.
Su tutti, la sceneggiatura che Mario Monicelli sta scrivendo, rifacendosi alle testimonianze di suo padre Tommaso, giornalista, per dar vita al film «Intervento divino».
Il teatro ha già fornito testimonianze, ad esempio con un recital, realizzato a Reggio da Renato Nicolini e Marilù Prati, "L'Aurora dopo il terremoto", che verrà riproposto a Messina.
Una serie di manifestazioni, si diceva: tra ricordo, ma anche prevenzione, con esercitazioni per simulare un evento di portata simile e le reazioni ed i soccorsi conseguenti.

Quanto alle celebrazioni, tanti gli eventi in programma (anche nel resto d'Italia
e oltreoceano): enti e associazioni promotori di iniziative, come la notte bianca nella città calabrese. Comuni in prima fila, soprattutto quelli di Reggio e Messina, che stanno organizzando manifestazioni. Una, in particolare, vedrà rinnovarsi una sinergia tra le due sponde dello Stretto: il suono delle campane delle chiese, alle 5,21 del 28 dicembre. Per non dimenticare.



Per riflettere su un evento che sconvolse l'Italia e per documentarne gli effetti di devastazione sugli edifici, gli sconvolgimenti causati dal maremoto e l'opera di soccorso e di prima assistenza Alinari 24 Ore dedica al terremoto un volume fotografico dal titolo Terremoto Calabro Messinese, 1908 / 2008.
Il percorso commemorativo si snoda attraverso una galleria fotografica che, in oltre un centinaio di scatti, mette a fuoco i tre momenti principali del fenomeno sismico in relazione alla vita dell'uomo.


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Di Paola Abenavoli



In quell'alba del 28 dicembre non vennero solo sconvolte architettonicamente due città. Quel sisma che si verificò 100 anni fa, tra Reggio e Messina, cambiò per sempre le due aree tra le sponde dello Stretto. Ne cambiò la fisionomia, la storia. Provocò una catena di solidarietà, che unì il sud ed il nord.
La vita di una parte d'Italia mutata da un tragico evento. Poche ore prima di quella devastazione, Reggio aveva celebrato in grande stile la nuova illuminazione pubblica; anche a Messina abiti da sera, per l' «Aida» di scena a teatro. Poi, una scossa, fortissima (Mercalli aggiungerà un grado, l'11°, alla sua scala, basandolo proprio sull'intensità di questo terremoto), alle ore 5,21, per 37 secondi, scuote lo Stretto: colte nel sonno decine di migliaia di persone. Si parla di circa 80mila morti a Messina, 15mila a Reggio. Ma non fu solo quella scossa a stroncare numerose vite: in tanti si riversarono in strada, in riva al mare. E proprio da lì venne ancora morte: un maremoto li sorprese, con onde alte anche 13 metri.
Un'alba tragica, che rivelò solo macerie: città isolate, abitazioni distrutte, linee ferroviarie interrotte. E quegli edifici storici, che caratterizzavano i due capoluoghi, rasi al suolo: a Messina, i palazzi della zona del porto, quello municipale, il Duomo. A Reggio, la Caserma Mezzacapo, che ospitava i militari, tutti morti in seguito al crollo della struttura, i tanti edifici sul Lungomare, il Palazzo municipale e, anche in questo caso, la Cattedrale.

Macerie, in quell'alba. Poi l'arrivo degli aiuti, anche dall'estero (non a caso, alcuni rioni di comuni colpiti dal sisma prendono il nome dalla città o dalla nazione che contribuì alla loro rinascita), la solidarietà, l'apporto dei militari.
E tante piccole storie, che fecero "la storia" della ricostruzione: come quella di don Luigi Orione, che giunse a Reggio, a poche ore dal sisma, camminando per un lungo tratto di strada della Calabria a piedi. E qui si impegnò nell'opera di rinascita, dedicandosi soprattutto ai più piccoli, facendosi affidare la cura degli orfani.

Una delle tante storie di solidarietà che si sono succedute dopo quel 28 dicembre.
Città che cercarono di risollevarsi: i baraccamenti, la ricostruzione. Il Lungomare reggino risorse dopo il sisma, con una struttura tesa anche ad arginare i danni che sarebbero potuti nascere da ulteriori eventi del genere. Con quella fisionomia poi «immortalata» nella celebre definizione di D'Annunzio, quella del "più bel chilometro d'Italia».
Zone, edifici che racchiudono la storia. Una storia che non si vuole dimenticare. Che va ricordata, ma non come semplice momento celebrativo: in ogni iniziativa programmata per il centenario, viene sottolineata una finalità principale, quella di voler trarre da quanto accaduto un insegnamento, per guardare al territorio con sempre maggiore interesse.

L'iconografia è sicuramente l'aspetto su cui molte iniziative si fondano, perché dà la misura del disastro. E, in questo senso, da tempo si è parlato di prodotti documentaristico-cinematografici da realizzare per l'occasione.
Su tutti, la sceneggiatura che Mario Monicelli sta scrivendo, rifacendosi alle testimonianze di suo padre Tommaso, giornalista, per dar vita al film «Intervento divino».
Il teatro ha già fornito testimonianze, ad esempio con un recital, realizzato a Reggio da Renato Nicolini e Marilù Prati, "L'Aurora dopo il terremoto", che verrà riproposto a Messina.
Una serie di manifestazioni, si diceva: tra ricordo, ma anche prevenzione, con esercitazioni per simulare un evento di portata simile e le reazioni ed i soccorsi conseguenti.

Quanto alle celebrazioni, tanti gli eventi in programma (anche nel resto d'Italia
e oltreoceano): enti e associazioni promotori di iniziative, come la notte bianca nella città calabrese. Comuni in prima fila, soprattutto quelli di Reggio e Messina, che stanno organizzando manifestazioni. Una, in particolare, vedrà rinnovarsi una sinergia tra le due sponde dello Stretto: il suono delle campane delle chiese, alle 5,21 del 28 dicembre. Per non dimenticare.



Per riflettere su un evento che sconvolse l'Italia e per documentarne gli effetti di devastazione sugli edifici, gli sconvolgimenti causati dal maremoto e l'opera di soccorso e di prima assistenza Alinari 24 Ore dedica al terremoto un volume fotografico dal titolo Terremoto Calabro Messinese, 1908 / 2008.
Il percorso commemorativo si snoda attraverso una galleria fotografica che, in oltre un centinaio di scatti, mette a fuoco i tre momenti principali del fenomeno sismico in relazione alla vita dell'uomo.


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