lunedì 3 novembre 2008

“Mr Brown, non siamo terroristi”- (siamo alle solite...)


Islanda: i cittadini protestano contro la decisione del governo britannico di sfruttare la legge antiterrorismo per congelare i debiti islandesi.

Islanda. Non ci crede nemmeno Google.
Se digitate “Islanda terrorismo”, vi compare la scritta “forse cercavi: irlanda terrorismo”. Eppure il problema è serio e ha fatto infuriare i solitamente compassati cittadini di Islanda.Tutto è iniziato lo scorso 8 ottobre, quando il governo britannico ha deciso di sfruttare la legge antiterrorismo del 2001 per congelare gli asset finanziari britannici della Landsbanki, la prima banca islandese che è stata nazionalizzata a causa delle pesanti perdite.Questo ha provocato la dura reazione del governo islandese e di seguito dei suoi cittadini che hanno aperto un sito apposito, in nove lingue, per protestare contro la decisione del governo britannico. Per chi protesta, “le azioni intraprese dal governo britannico danneggiano indiscriminatamente gli interessi islandesi in ogni parte del mondo, con tremende ripercussioni sulle famiglie in Islanda e nel Regno Unito.
Tali azioni diminuiscono il valore di quei beni che potrebbero essere utilizzati per rimborsare i correntisti delle banche islandesi nel Regno Unito e in Islanda. Invocando la legge Antiterrorismo, il governo britannico ha provocato un completo collasso del sistema bancario islandese, rendendo di fatto impossibile il trasferimento di fondi tra l’Islanda e il resto del mondo”. In effetti, il danno non è piccolo, “Più di un quarto del principale prodotto islandese, il pesce, continua ad essere esportato verso il Regno Unito ma la legge Antiterrorismo ha bloccato i pagamenti verso l’Islanda.
Senza valuta estera l’Islanda rischia di ritrovarsi senza alimenti e medicine”. Senza contare che in Gran Bretagna non si fanno affari con chi è bollato come “terrorista”. La situazione è seria, ma ha sfiorato il ridicolo quando il sito del Tesoro britannico ha aggiornato la lista delle organizzazioni e stati sottoposti a sanzioni, inserendo la Lansbanki insieme ad Al Qaeda, la Birmania e la Nord Corea (Vedi immagine a fianco). A seguito delle proteste la pagina è stata modificata, ma questo non ha calmato gli animi.Al momento il sito indefence.is ha già raccolto 73.000 firme per chiedere che il governo britannico torni su sui passi. Nei primi due giorni sono state raccolte oltre 40.000 firme, ovvero, oltre il 12% dell’intera popolazione islandese.Le autorità britanniche sostengono che la decisione di sfruttare la legge antiterrorismo per bloccare gli assett di Landsbanki sia successiva ad una dichiarazione del governo islandese in cui si sosteneva che i debiti non sarebbero stati sanati.
Le autorità islandesi, però, smentiscono di aver mai dichiarato qualcosa di simile. Così mentre i due governi cercano una soluzione, donne, uomini e bambini d’Islanda si fanno fotografare sostenendo cartelli in cui dichiarano esplicitamente di non essere terroristi.
Se la situazione non fosse gravissima, ci sarebbe da ridere.
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Islanda: i cittadini protestano contro la decisione del governo britannico di sfruttare la legge antiterrorismo per congelare i debiti islandesi.

Islanda. Non ci crede nemmeno Google.
Se digitate “Islanda terrorismo”, vi compare la scritta “forse cercavi: irlanda terrorismo”. Eppure il problema è serio e ha fatto infuriare i solitamente compassati cittadini di Islanda.Tutto è iniziato lo scorso 8 ottobre, quando il governo britannico ha deciso di sfruttare la legge antiterrorismo del 2001 per congelare gli asset finanziari britannici della Landsbanki, la prima banca islandese che è stata nazionalizzata a causa delle pesanti perdite.Questo ha provocato la dura reazione del governo islandese e di seguito dei suoi cittadini che hanno aperto un sito apposito, in nove lingue, per protestare contro la decisione del governo britannico. Per chi protesta, “le azioni intraprese dal governo britannico danneggiano indiscriminatamente gli interessi islandesi in ogni parte del mondo, con tremende ripercussioni sulle famiglie in Islanda e nel Regno Unito.
Tali azioni diminuiscono il valore di quei beni che potrebbero essere utilizzati per rimborsare i correntisti delle banche islandesi nel Regno Unito e in Islanda. Invocando la legge Antiterrorismo, il governo britannico ha provocato un completo collasso del sistema bancario islandese, rendendo di fatto impossibile il trasferimento di fondi tra l’Islanda e il resto del mondo”. In effetti, il danno non è piccolo, “Più di un quarto del principale prodotto islandese, il pesce, continua ad essere esportato verso il Regno Unito ma la legge Antiterrorismo ha bloccato i pagamenti verso l’Islanda.
Senza valuta estera l’Islanda rischia di ritrovarsi senza alimenti e medicine”. Senza contare che in Gran Bretagna non si fanno affari con chi è bollato come “terrorista”. La situazione è seria, ma ha sfiorato il ridicolo quando il sito del Tesoro britannico ha aggiornato la lista delle organizzazioni e stati sottoposti a sanzioni, inserendo la Lansbanki insieme ad Al Qaeda, la Birmania e la Nord Corea (Vedi immagine a fianco). A seguito delle proteste la pagina è stata modificata, ma questo non ha calmato gli animi.Al momento il sito indefence.is ha già raccolto 73.000 firme per chiedere che il governo britannico torni su sui passi. Nei primi due giorni sono state raccolte oltre 40.000 firme, ovvero, oltre il 12% dell’intera popolazione islandese.Le autorità britanniche sostengono che la decisione di sfruttare la legge antiterrorismo per bloccare gli assett di Landsbanki sia successiva ad una dichiarazione del governo islandese in cui si sosteneva che i debiti non sarebbero stati sanati.
Le autorità islandesi, però, smentiscono di aver mai dichiarato qualcosa di simile. Così mentre i due governi cercano una soluzione, donne, uomini e bambini d’Islanda si fanno fotografare sostenendo cartelli in cui dichiarano esplicitamente di non essere terroristi.
Se la situazione non fosse gravissima, ci sarebbe da ridere.

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