Note del generale Luigi Cadorna:
“Per attacco brillante si calcola quanti uomini la mitragliatrice può abbattere e si lancia all’attacco un numero di uomini superiore: qualcuno giungerà alla mitragliatrice […].
"Le sole munizioni che non mi mancano sono gli uomini”.
"Il superiore ha il sacro potere di passare immediatamente per le armi i recalcitranti ed i vigliacchi"."Chi tenti ignominiosamente di arrendersi e di retrocedere, sarà raggiunto prima che si infami dalla giustizia sommaria del piombo delle linee retrostanti e da quella dei carabinieri incaricati di vigilare alle spalle delle truppe, sempre quando non sia freddato da quello dell’ufficiale".
Lettere dal fronte**
"Vi sono truppe allo scoperto, sotto il tiro del cannone nemico, con 15° sotto zero, e si vuole che avanzino. Muoiono gelati a centinaia e ciò è ignorato dal paese. Gli ufficiali più arditi hanno crisi di pianto di fronte alla vanità degli sforzi, davanti all'impossibile. Sull'Isonzo si muore a torrenti umani e nulla finora si è raggiunto.
"Lettera di un generale dissidente a Giolitti, 1915
"Non si creda agli atti di valore dei soldati, non si dia retta alle altre fandonie del giornale, sono menzogne. Non combattono, no, con orgoglio, né con ardore; essi vanno al macello perché sono guidati e perché temono la fucilazione. Se avessi per le mani il capo del governo, o meglio dei briganti, lo strozzerei".
(B.N. anni 25, soldato; condannato a 4 anni di reclusione per lettera denigratoria,1916)
"Sono ritornato dalla più dura prova che abbia mai sopportato: quattro giorni e quattro notti, 96 ore, le ultime due immerso nel fango ghiacciato, sotto un terribile bombardamento, senza altro riparo che la strettezza della trincea, che sembrava persino troppo ampia. I tedeschi non attaccavano, naturalmente, sarebbe stato troppo stupido. Era molto più conveniente effettuare una bella esercitazione a fuoco su di noi; risultato: sono arrivato là con 175 uomini, sono ritornato con 34, parecchi quasi impazziti".
Dal fronte occidentale, 1916
"Ma ancora un fatto le voglio raccontare: un giorno ci hanno messo tutti in riga perché hanno detto che ci facevano la decimazione, per via che molti erano disfattisti... "Soldati - ha gridato il colonnello - sarete fucilati uno ogni dieci, se non dite i nomi di quei vigliacchi che fanno i disfattisti, mettendo in grave pericolo la patria" e subito hanno incominciato a contare, fuori uno ogni dieci. Però, neanche un soldato ha fatto la spia e, alla fine, non hanno fucilato nessuno, avevano fatto solo per dare un avvertimento; ma, a guardare, disfattisti eravamo tutti, perché in trincea si sentivano solo lamentele, bestemmie contro il governo e contro i comandi, ostie continue contro la guerra e quelli che l'avevano voluta..
"1/12/1915: …Fino che eravamo al masatorio in prima linea, in rischio di farci macelare ogni minuto, ci trattavano (i superiori) un po' meglio, perché avevano paura di noi e quando si fa per avanzare cridavano avanti, avanti altrimenti vi sparo...".
Fonte: B.e. multiblog
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