Il medico Ilan Brauner ha chiesto all’Unione delle Comunità Ebraiche di querelare Vittorio Emanuele e il figlio Emanuele Filiberto per danni morali in quanti eredi del Re Vittorio Emanuele III, che nel 1938 diede il via libera alle leggi razziali. La notizia viene riportata oggi da La Tribuna di Treviso.La richiesta di risarcimento danni allo Stato italiano da parte dei Savoia, ieri in parte rettificata con la richiesta di una cifra minima simbolica, ha sollevato indignazione e polemiche. Tra gli altri, Ilan Brauner, 62 anni, israeliano, medico legale e imprenditore nato a Haifa. In Italia dal 1959, Brauner è uno dei membri di punta della comunità ebraica di Treviso. Questa settimana Brauner è partito alla volta di Roma per rivolgersi all’unione delle comunità ebraiche, chiedendo di portare in tribunale i Savoia attraverso un’azione legale collettiva all’americana, come previsto dalla nuova legge Finanziaria. Spiega Brauner a La Tribuna: “Il fulcro della denuncia saranno le leggi razziali contro gli ebrei del 1938. I Savoia sono eredi di un reale che ha siglato una legge crudele assurda, che ha tolto libertà e dignità al popolo ebraico. I Savoia vogliono essere risarciti dallo Stato italiano per il loro esilio, chiedono i danni morali? Bene, noi vogliamo essere risarciti dai Savoia perchè la Casa reale ha cancellato la nostra libertà, i più elementari diritti civili provocando un enorme danno morale ed economico”. Fonte:Il Giorno d'Israele del 07/12/2007 *******************************************************************************
Link Al DECRETO-LEGGE 17 novembre 1938-XVII, n.1728*******************************************************************************
1938 - Le leggi razziali del fascismo
Il razzismo fascista non "fu all'acqua di rose". le leggi razziali del fascismo furono una vergogna e una infamia imperdonabile. Quelle leggi, infatti, portarono alla morte migliaia di ebrei e provocarono sofferenze indicibili, paura, terrore, angoscia e miseria.
Le leggi razziali furono emanate nel 1938: esattamente il 14 luglio con la pubblicazione del famoso "Manifesto del razzismo italiano" poi trasformato in decreto, il 17 novembre dello stesso anno, con tanto di firma di Vittorio Emanuele III di Savoia, Re d'Italia e imperatore d'Etiopia "per grazia di Dio e per volontà della nazione" .
Il 25 luglio, il ministro della cultura popolare Dino Alfieri e il segretario del partito fascista Achille Starace si erano premurati di ricevere "un gruppo di studiosi fascisti, docenti nelle università italiane che avevano, sotto l'egida del ministero della cultura popolare, redatto il manifesto che gettava le basi del razzismo fascista".
Con il manifesto e con le leggi successive, agli ebrei venne proibito, tra l'altro, di prestare servizio militare, esercitare l'ufficio di tutore, essere proprietari di aziende, essere proprietari di terreni e di fabbricati, avere domestici "ariani". Gli ebrei venivano anche licenziati dalle amministrazioni militari e civili, dagli enti provinciali e comunali, dagli enti parastatali, dalle banche, dalle assicurazioni e dall'insegnamento nelle scuole di qualunque ordine e grado. Infine, i ragazzi ebrei non potevano più essere accolti nelle scuole statali.
Insomma una vera e propria tragedia per migliaia di persone, magari con alle spalle anni ed anni di onoratissimo lavoro o carriera. Le colpe del regime di Mussolini furono gravissime, ma la tendenza generale è, ancora oggi, quella di addossare tutto alla "follia" nazista.
Ed ecco, il 5 agosto del 1938, comparire nelle edicole e nelle librerie, il primo numero del giornale "La difesa della Razza" diretto da Telesio Interlandi. Interlandi era un giornalista e uno scrittore sulla cresta dell'onda che già dirigeva, su richiesta di Mussolini, il quotidiano “Il Tevere”.
Gli scritti di Interlandi, comunque colto e preparato, erano già di un razzismo ripugnante.
Con “La difesa della Razza” la politica del regime nei confronti degli ebrei diventa metodica e, per così dire, "scientifica" e pianificata.
La rivista, fu il prodotto giornalistico più vergognoso e infame del fascismo.
Il primo numero è pieno di vergognose scempiaggini, stupidità, sciocchezze e idiozie teoriche sulle quali si reggeva la politica antiebraica fascista che non faceva altro che scimmiottare quella nazista.
In base a quelle cosiddette teorie (quasi sempre penose, false perfino ridicole) migliaia di ebrei italiani furono perseguitati, umiliati, messi alla fame, arrestati e poi spediti nei campi di sterminio.
il primo numero del giornale "La difesa della Razza"
Il senso della copertina è chiaro: la spada del fascismo che divide il bel profilo dell'italico antico romano dalle altre razze spurie e animalesche.Fonte:A.N.P.I.
Il medico Ilan Brauner ha chiesto all’Unione delle Comunità Ebraiche di querelare Vittorio Emanuele e il figlio Emanuele Filiberto per danni morali in quanti eredi del Re Vittorio Emanuele III, che nel 1938 diede il via libera alle leggi razziali. La notizia viene riportata oggi da La Tribuna di Treviso.La richiesta di risarcimento danni allo Stato italiano da parte dei Savoia, ieri in parte rettificata con la richiesta di una cifra minima simbolica, ha sollevato indignazione e polemiche. Tra gli altri, Ilan Brauner, 62 anni, israeliano, medico legale e imprenditore nato a Haifa. In Italia dal 1959, Brauner è uno dei membri di punta della comunità ebraica di Treviso. Questa settimana Brauner è partito alla volta di Roma per rivolgersi all’unione delle comunità ebraiche, chiedendo di portare in tribunale i Savoia attraverso un’azione legale collettiva all’americana, come previsto dalla nuova legge Finanziaria. Spiega Brauner a La Tribuna: “Il fulcro della denuncia saranno le leggi razziali contro gli ebrei del 1938. I Savoia sono eredi di un reale che ha siglato una legge crudele assurda, che ha tolto libertà e dignità al popolo ebraico. I Savoia vogliono essere risarciti dallo Stato italiano per il loro esilio, chiedono i danni morali? Bene, noi vogliamo essere risarciti dai Savoia perchè la Casa reale ha cancellato la nostra libertà, i più elementari diritti civili provocando un enorme danno morale ed economico”. Fonte:Il Giorno d'Israele del 07/12/2007 *******************************************************************************
Link Al DECRETO-LEGGE 17 novembre 1938-XVII, n.1728*******************************************************************************
1938 - Le leggi razziali del fascismo
Il razzismo fascista non "fu all'acqua di rose". le leggi razziali del fascismo furono una vergogna e una infamia imperdonabile. Quelle leggi, infatti, portarono alla morte migliaia di ebrei e provocarono sofferenze indicibili, paura, terrore, angoscia e miseria.
Le leggi razziali furono emanate nel 1938: esattamente il 14 luglio con la pubblicazione del famoso "Manifesto del razzismo italiano" poi trasformato in decreto, il 17 novembre dello stesso anno, con tanto di firma di Vittorio Emanuele III di Savoia, Re d'Italia e imperatore d'Etiopia "per grazia di Dio e per volontà della nazione" .
Il 25 luglio, il ministro della cultura popolare Dino Alfieri e il segretario del partito fascista Achille Starace si erano premurati di ricevere "un gruppo di studiosi fascisti, docenti nelle università italiane che avevano, sotto l'egida del ministero della cultura popolare, redatto il manifesto che gettava le basi del razzismo fascista".
Con il manifesto e con le leggi successive, agli ebrei venne proibito, tra l'altro, di prestare servizio militare, esercitare l'ufficio di tutore, essere proprietari di aziende, essere proprietari di terreni e di fabbricati, avere domestici "ariani". Gli ebrei venivano anche licenziati dalle amministrazioni militari e civili, dagli enti provinciali e comunali, dagli enti parastatali, dalle banche, dalle assicurazioni e dall'insegnamento nelle scuole di qualunque ordine e grado. Infine, i ragazzi ebrei non potevano più essere accolti nelle scuole statali.
Insomma una vera e propria tragedia per migliaia di persone, magari con alle spalle anni ed anni di onoratissimo lavoro o carriera. Le colpe del regime di Mussolini furono gravissime, ma la tendenza generale è, ancora oggi, quella di addossare tutto alla "follia" nazista.
Ed ecco, il 5 agosto del 1938, comparire nelle edicole e nelle librerie, il primo numero del giornale "La difesa della Razza" diretto da Telesio Interlandi. Interlandi era un giornalista e uno scrittore sulla cresta dell'onda che già dirigeva, su richiesta di Mussolini, il quotidiano “Il Tevere”.
Gli scritti di Interlandi, comunque colto e preparato, erano già di un razzismo ripugnante.
Con “La difesa della Razza” la politica del regime nei confronti degli ebrei diventa metodica e, per così dire, "scientifica" e pianificata.
La rivista, fu il prodotto giornalistico più vergognoso e infame del fascismo.
Il primo numero è pieno di vergognose scempiaggini, stupidità, sciocchezze e idiozie teoriche sulle quali si reggeva la politica antiebraica fascista che non faceva altro che scimmiottare quella nazista.
In base a quelle cosiddette teorie (quasi sempre penose, false perfino ridicole) migliaia di ebrei italiani furono perseguitati, umiliati, messi alla fame, arrestati e poi spediti nei campi di sterminio.
il primo numero del giornale "La difesa della Razza"
Il senso della copertina è chiaro: la spada del fascismo che divide il bel profilo dell'italico antico romano dalle altre razze spurie e animalesche.Fonte:A.N.P.I.
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