«Le feroci reazioni alle mie parole mi inducono a pensare di aver colto nel segno:
a Reggio esiste una parte della classe dirigente che vuole mantenere il silenzio sulle comprovate
infiltrazioni mafiose e cerca di spostare l'attenzione dai veri problemi».
a Reggio esiste una parte della classe dirigente che vuole mantenere il silenzio sulle comprovate
infiltrazioni mafiose e cerca di spostare l'attenzione dai veri problemi».
Firmato Sonia Alfano.
Il botta e risposta tra la presidente dall’associazione familiari delle vittime della mafia e il procuratore capo Italo Materia, accusato di ombre riconducibili a presunti legami con la criminalità organizzata,è esploso sabato e ogni giorno si arricchiscedi nuovi interventi.
«Tanta solidarietà al Procuratore Capo ed una cosi feroce critica nei miei confronti mi lasciano pensare che forse abbiamo colto nel segno - ha fatto sapere Sonia Alfano in una nota stampa
- La politica sembra essere più interessata a chiaccherare sulla presunta lesa maestà nei confronti di Materia piuttosto che interrogarsi sui dati di fatto.
Enrico Bini, imprenditore e presidente Cna, ha dichiarato di essere vittima da tempo di gravi minacce e pur avendo denunciato tutto proprio alla Procura guidata da Materia, nessuno ha preso provvedimenti.
Reggio ha visto triplicare l'incidenza dei tumori,ma la Procura non ritiene che sia il caso di verificare se l'aumento sia dovuto ai rifiuti tossici smaltiti durante i lavori per la costruzione di strade ed opere pubbliche od alle nubi tossiche».
Conclude la Alfano:«Non sarebbe il caso che la politica cittadina sposti la propria attenzione su tali questioni piuttosto che interrogarsi su "chi mi abbia mandato"?
A chi si interroga su quali presunti interessi ci siano dietro la mia visita rispondo che esistono persone che avendo subito sulla propria pelle la ferocia delle organizzazioni mafiose hanno il dovere di parlare alla società civile per provare a fermare lo strapotere dei clan».
Fonte: L'informazione di Reggio
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