Nella mattinata di sabato 25 ottobre 2008 veniva organizzato, nel salone dell'Hotel Posta di questa città ed a cura della lista civica «Gente di Reggio» e dei c.d. «Grillini» un convegno sulla lotta alla criminalità mafiosa e sulle infiltrazioni di questa nella provincia al quale, tra gli altri, interveniva come relatore principale la signora Alfano Sonia ed al quale ero stato invitato.
Nelle prime ore del pomeriggio ed in rapida sequenza, venivo raggiunto da tre telefonate con le quali un ufficiale dei Carabinieri presente in sala e due giornalisti mi informavano del fatto che la signora Alfano aveva fatto pesanti affermazioni sul mio operato di magistrato, soprattutto in relazione all'attività di pubblico ministero da me svolta negli anni in cui ero stato Sostituto procuratore nazionale antimafia (novembre 1994 - novembre 1997).
In particolare, facendo ripetuto ed esplicito riferimento ad «ombre» sul mio passato, ricordava la vicenda processuale del dott. Giovanni Lembo (Sostituto della stessa Procura Nazionale Antimafia e condannato con sentenza del Tribunale di Catania per favoreggiamento di associazione mafiosa) e mi chiamava in causa, sia pure in termini di minimo coinvolgimento, affermando che avevo, unitamente a questi, espresso parere favoreole per la concessione di un programma di protezione nei confronti del collaboratore di giustizia Sparacio Luigi che sarebbe stato, in realtà, un «falso pentito».
Il rispetto e la solidarietà dovuti alla signora Alfano per la vicenda tristissima e dolorosa che l'ha segnata (il padre, valoroso giornalista, venne trucidato dalla mafia in Barcellona Pozzo di Gotto nei primi anni 90 per essersi impegnato con intelligenza e serietà d'intenti contro la mafia di quella parte della Sicilia) non significa che non se ne debba altrettanto a questo Procuratore il cui impegno antimafia è stato messo in dubbio da affermazioni denigratorie che i fatti si incaricheranno di smentire.
Su queste pemesse, chiedo:
a) che il Procuratore Nazionale Antimafia voglio trasmettere al Consiglio superiore della Magistratura il parere in parola, a firma mia e del dott. Lembo, acquisito già nel processo di Catania.
b) che il C.s.m. voglia accertare i fatti in esame adottando ogni provvedimento di giustizia.
c) che il Procuratore Nazionale Antimafia mi rilasci copia degli stessi atti che sono necessari per poter intraprendere ogni iniziativa a tutela dell'onore mio e di quello della mia famiglia.
Italo Materia
Procuratore della Repubblica
(28 ottobre 2008)
Fonte: Gazzetta di Reggio on line
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