Di LINDA PIGOZZI
Chiede l’apertura di una pratica a tutela dell’operato dei magistrati di Reggio e, in particolare, del procuratore capo Italo Materia, il consigliere del Csm Celestina Tinelli. La richiesta arriva dopo 48 ore di aspre polemiche, sorte dopo che Sonia Alfano - presidente dell’associazione nazionale familiari vittime di mafia - ha affermato nel corso di una conferenza pubblica come «a Reggio c’è qualcosa che non mi convince».
E quel qualcosa, secondo la figlia del giornalista siciliano Beppe assassinato dalla mafia nel 1993, sarebbero «disattenzioni» nell’operato del procuratore capo di Reggio. Che ha attaccato, accusandolo di «collusioni con la mafia». «E’ ingiusto - chiarisce l’avvocato Tinelli, unico membro reggiano del Consiglio superiore della magistratura - che Sonia Alfano, pur svolgendo un encomiabile lavoro di denuncia della mafia e delle sue infiltrazioni, getti ombre sul procuratore Italo Materia, ”liquidando” quarant’anni di onorata carriera di un magistrato che ha combattuto in silenzio la mafia rischiando in prima persona nella sua città, Reggio Emilia, dove ora opera stimato da tutti da oltre quattro anni».
Premesso questo, il consigliere chiede al comitato di presidenza del Csm l’apertura della pratica a tutela dell’operato del magistrato.
«Una pratica - sottolinea l’avvocato Tinelli - da aprirsi nel più breve tempo possibile, considerato che il dottor Italo Materia è fra i candidati proposti dalla quinta commissione per il posto di procuratore capo della procura di Bologna».
Se la richiesta venisse accolta, il Csm potrebbe aprire un’inchiesta conoscitiva sulle dichiarazioni rese dall’Alfano. Le «ombre» che aleggerebbero sull’operato del magistrato poggerebbero - secondo la presidente dell’associazione nazionale familiari vittime di mafia - su diversi atti processuali e riguardano un parere positivo su un falso pentito di mafia (Luigi Sparacio) firmato da Materia assieme al magistrato Giovanni Lempo, condannato poi per favoreggiamento d’associazione mafiosa. Ma anche su indagini di Materia sul boss Giuseppe Chiofalo che, da pentito, dichiarò di essere stato fatto cadere «da un complotto fra vertici delle forze dell’ordine nonché della magistratura e del clan affliato ai Santapaola». Non solo.
L’Alfano ha parlato di mancati controlli a Reggio del procuratore capo Materia su un’impresa edile crotonese coinvolta in Calabria in un’inchiesta sullo scandalo dei rifiuti tossici.
Alle accuse di Sonia Alfano, il procuratore capo ha risposto con durezza parlando di «falsità dette su commissione» dichiarando poi di essere intenzionato a querelare la presidente dell’associazione nazionale familiari vittime di mafia.
Ieri il procuratore ha evitato di commentare nuovamente l’accaduto, rimandando ogni osservazione a proposito a un comunicato ufficiale che è intenzionato a diffondere nelle prossime ore.
A sua volta, Sonia Alfano ha annunciato di querelare il procuratore capo per le sue dichiarazioni, polemizzando, «sull’accorata solidarietà al procuratore capo reggiano» e che «una così feroce critica nei miei confronti mi lasciano pensare che forse abbiamo colto nel segno e che a Reggio esiste una parte di classe dirigente che più che interrogarsi sulle questioni che la società civile pone, ci tiene a mantenere il silenzio sulle molte anomalie del sistema Reggio e sulle ormai comprovate inflitrazioni mafiose nel tessuto economico e politico della città».
Mentre si è scatenata la solidarietà da parte delle istituzioni cittadine nei confronti di Materia, Sonia Alfano conferma quindi quanto dichiarato sabato nel convegno organizzato dalla lista civica «Gente di Reggio» e dagli «Amici di Grillo».
L’Alfano potrebbe infatti intervenire nello show che Beppe Grillo terrà stasera al palaBigi. La polemica che ha investito il procuratore capo non ha lasciato indifferenti i colleghi.
Ieri mattina, infatti, i sostituti procuratori Maria Rita Pantani, Isabella Chiesi, Valentina Salvi, Luca Guerzoni e Luciano Padula si sono riuniti per fare il punto della situazione.
Fonte : Gazzetta di Reggio (28 ottobre 2008)
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