Di Dario Caselli
Non amiamo il giornalismo alla Travaglio, le denunce oblique, come quella della Alfano nei confronti del Procuratore.
Non vorremmo però che tutto questo abbaiare alla luna, servisse ad evitare una semplice domanda.
Esiste la mafia a Reggio?
Secondo Sonia Alfano sì e pure secondo noi:perché, essendo diffusa in tutto il Paese, non dovrebbe esistere proprio qui?
Certo abbiamo letto la retorica dei reggiani diversi, della città democratica,della società sana e coesa.
Tutto vero ed insieme tutto ipocrita.
Tutto vero ed insieme tutto ipocrita.
A Reggio non esiste la mafia, esistono le mafie e fanno il lavoro solito, raccolgono il pizzo, esercitano l’usura, controllano droga e prostituzione, infiltrano gli appalti pubblici,riciclano il denaro in attività, come l’edilizia ed il commercio.
Certo non si registrano,al momento, ammazzamenti, ma in passato ci furono la bomba al bar Pendolino, il cadavere in Piazza Prampolini, il che vuol dire che è stato trovato un equilibrio, anche con le nuove mafie africane, cinesi o dei Paesi dell’Est.
Certo non si registrano,al momento, ammazzamenti, ma in passato ci furono la bomba al bar Pendolino, il cadavere in Piazza Prampolini, il che vuol dire che è stato trovato un equilibrio, anche con le nuove mafie africane, cinesi o dei Paesi dell’Est.
E’ una malattia invasiva che procede lentamente con sintomi carsici, i laboratori clandestini, il lavoro nero nei cantieri, dove i controlli latitano, come ricorda il Presidente di Cna, le betoniere che si incendiano,non certo per autocombustione.
Eppure in una Città dove si discute di tutto,dove si dibattono i problemi
persino dell’Africa Australe, di questo non si parla, intanto il fiume inquinato si mescola con quello buono e sappiamo quanto sia difficile separare l’acqua.
persino dell’Africa Australe, di questo non si parla, intanto il fiume inquinato si mescola con quello buono e sappiamo quanto sia difficile separare l’acqua.
Per il Pd ci sono temi più importanti, lo capiamo.
Dire che la mafia esiste è come ammettere che questa non è una città diversa, né migliore. Ma tacere rischia di farci davvero diventare diversi, in peggio.
Di più, significherebbe dover spiegare dove stavano e cosa facevano i suoi dirigenti,quando la mala pianta attecchiva.
Purtroppo quando l’economia malata si mescola con quella sana, vince sempre la prima, come la metastasi cresce veloce e feroce.
Il risveglio è sempre tardivo.
Fonte: L'informazione di Reggio
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