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sabato 25 ottobre 2008

L'anticamera del fascismo


Di Dario Campolo


L'anticamera del fascismo, questo è il titolo di oggi per via delle manifestazioni che si stanno svolgendo in tutta Italia nelle scuole e nelle università da parte degli studenti e professori seguiti da genitori per via della riforma "Gelmini" che va a colpire tutto il sistema istruzione.

Non voglio entrare nel merito del giusto o sbagliato perchè l'Italia è sempre stata il paese dei no ma quello che stiamo vedendo in questi giorni è quello che nessuno vorrebbe vedere. Ricordo da piccolo quando guardavo la televisione e vedevo nei vari Tg la gente che si picchiava, i poliziotti che caricavano, i fumogeni, le bombe carta e i vari striscioni di insulto.Ma cosa sta succedendo?

Oggi vedo in tv le immagini del decennio scorso si i ricordi visivi citati pocanzi con una differenza, non in Russia, non in Cina, non in Bulgaria, non in Turchia, ma in ITALIA. Cosa sta succedendo?

Ma come se tutto ciò non bastasse il nostro Premier viene preso da atti di protagonismo come ormai ci ha abituato in questi giorni con le varie riunioni Europee per via della crisi mondiale. Naturalmente con un livello diascolto da parte degli altri premier appartenenti ai paesi UE equivalente a zero per via del prestigio che solo LUI dice di avere.

Cito per esempio il caso Sarkozy riguardante il voto per la riduzione del'emissione Co2 sull'Ambiente UE dove dice "si va avanti a maggiornaza anche senza l'Italia".

Ma torniamo al nostro Premier che per colmare e cercare con la diplomazia di risolvere il problema "GELMINI" trova la soluzione dicendo "La Polizia nelle scuole", "parlerò con Maroni per far si che la Polizia con l'uso della forza liberi le scuole......", e qui io mi chiedo, ma da chi?

Ovvio dai soliti comunisti, dai soliti sindacati politicizzati, così come per l'Alitalia anche per la scuola, i soliti comunisti.

Tutto ciò è spaventoso, tutto ciò ci porta a sentire il puzzo del fascismo, certo, fascismo accompagnato dal termine light come per gli alimenti e le bevande, inducendoci a comprarle perchè "dicono" di fare meno male, di non fare ingrassare e non fare salire il colesterolo.

Sarà per questo che il 63% degli Italiani ha fiducia in Silvio Berlusconi? Riflettiamoci tutti.


2 commenti:

  1. Francamente mi sembra un articolo molto semplicistico. Io ho espresso un altro punto d vista nel mio blog.

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  2. e allora postiamo anche il tuo...nessun problema sono punti di vista diversi con alcune parte condivisibili sia in uno che nell'altro.....


    Il ministro Gelmini sta rimediando ai danni di Letizia Moratti.

    A capeggiare le proteste ci sono i centri sociali e i collettivi che, nella loro miopia, stanno difendendo quella riforma Moratti che tanto avversarono.

    Quando i compagni di scuola di mio cugino di 9 anni sono andati a dirgli che veste "troppo da bambino" (testuale) ed è tempo di passare a Dolce e Gabbana, ho capito che siamo giunti ad un punto di americanizzazione tale che reintrodurre il grembiule alle elementari è indispensabile per fermare la deriva. Non è, altresì, possibile tollerare ancora quei teppisti che sfasciano ogni anno i beni delle scuole (quindi dei contribuenti), pertanto è da apprezzabile anche il ritorno al voto in condotta. Il ripristino del maestro unico poi è doveroso, perchè la scuola non può essere uno stipendificio e bisogna privilegiare gli interessi degli alunni che, con il proprio maestro, devono poter instaurare un rapporto particolare. Gerarchia, disciplina, senso di appartenenza, merito: sono questi i valori che la scuola italiana ha perso e che bisogna recuperare. Sotto questo profilo, perciò, le inziative intraprese dalla Gelmini vanno apprezzate e sostenute in vista di una riforma più organica che sappia concentrarsi soprattutto sulla scuola media.

    Quanto all'università c'è poco da dire, visto che il decreto Gelmini non se ne occupa e che i tagli previsti sono solo di attuazione alla legge finanziaria. L'Università italiana costa troppo e non produce nulla: nè ricerca, nè merito, nè lavoratori. Una situazione catastrofica determinata grazie a politici inadeguati che hanno fatto solo gli interessi della casta dei cattedratici.

    In particolare, con la signora Moratti si sono moltiplicati i corsi inutili e sono nate come funghi università in luoghi sconosciuti ai più. Letizia, pur di sistemare migliaia di professori, ha creato innumerevoli nuove cattedre inventandosi insegnamenti assurdi.

    Tanto per fare un esempio, se nel 1930 in tutte le nazioni italiane esistevano 11 professori di diritto e procedura penale (allora la cattedra era unica e a Napoli c'era Pessina); oggi, nel solo capoluogo partenopeo, per questi insegnamenti di professori ce ne sono una trentina. Va subito specificato, però, che lo studio del penale risponde ad esigenze concrete e ben diverse rispetto a materie come scienze dell'evoluzione del brufolo svedese dell'università di Canicattì.

    La riforma del 3+2, con i suoi corsi strampalati, ha trasformato l'università in un esamificio in cui vengono sfornati futuri disoccupati (o precari...), tanto è vero che - non appena è stato possibile - le università più serie sono tornate al vecchio ordinameto azzerando di fatto la riforma.

    Si è creata così anche una netta disparità tra i medesimi corsi di laurea di universià diverse, laddove la qualità dei professori e i programmi hanno fatto da discrimen.

    La Gelmini, perciò, va in questo senso apprezzata perchè, non appena nominata ministro, ha preso atto della situazione dichiarando che i corsi nati con il 3+2 sono inutili.

    Nel distribuire i fondi si dovrebbe distinguere università da università e facoltà da facoltà. Non è tollerabile che l'università di Pippo Baudo della Val Brembana abbia gli stessi soldi rispetto a istituzioni ben più prestigiose. Molte università e molti corsi andrebbero solo chiusi, anche per ridare dignità a chi ha faticato per studiare in un corso serio.

    Le proteste di questi giorni, chissà come mai scoppiate proprio nella settimana della manifestazione del PD, sono gestite dai centri sociali e dai collettivi, laddove la maggior parte degli studenti se ne sta completamente disinteressando.

    In tv ho riconosciuto, senza che fosse indicato chi fosse, il capo dei centri sociali di Roma. Un trentacinquenne rachitico, di cui non ho mai saputo il nome, che so essere stato iscritto a Lettere e filosofia. Un altro dei capi della protesta romana de la Sapienza è Francesco Brancaccio, ventiseienne laureato in scienze politiche e già noto alle cronache giudiziarie per "la spesa proletaria" del 2005.

    L'università Orientale di Napoli, invece, è stata occupata dagli animatori del centro sociale SKA di piazza del Gesù e dai collettivi dell'ultrasinistra.

    Fa riflettere che ad occupare siano sempre le facoltà di lettere, fisica o scienze politiche e mai, ad esempio, ingegneria o medicina. Questione di tradizione, forse?

    E' assolutamente legittimo protestare, finanche per motivi politici, ma non può essere tollerabile impedire il diritto allo studio della maggioranza degli studenti, ossia di quelli che non partecipano alle proteste.

    E', pertanto, auspicabile che Berlusconi non venga meno ai propositi e faccia liberare le università qualora si rivelasse necessario.

    La ricreazione deve finire.

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