Di
Pino Finocchiaro“Le persone oneste si ricorderanno sempre di te”. Gilda ricorda così il padre nella chiesa di Terme Vigliatore dove si celebrano le esequie del professore di chimica industriale che si era battuto per una Sicilia moderna e affrancata dal giogo di Cosa Nostra. Sono accorsi in migliaia ai funerali di Adolfo Parmaliana, 50 anni docente universitario che si è ucciso lanciandosi da un viadotto dell’autostrada tra Messina e Palermo.
Erano in tanti, gli onesti, quelli che non vogliono dimenticare il combattivo professionista che aveva dato del filo da torcere alle centrali a carbone e sognava un’industria chimica rispettosa dell’ambiente. In chiesa, gli onesti, non ci stavano tutti, hanno affollato anche il sagrato e il parco. Hanno detto no a Cosa Nostra. Hanno detto no, soprattutto a quella zona grigia del potere politico che aveva isolato e offeso l’ex segretario dei Ds di Terme Vigliatore.
Il professore anti-mafia, nel 2005, era stato l'artefice dello scioglimento del Consiglio comunale di Terme Vigliatore. Ed era finito sotto processo per diffamazione.
"Per lui è stato un colpo durissimo - ha detto il suo legale, Fabio Repici - Si è sentito tradito dalla giustizia".
"Mi hanno lasciato solo" era stato l'ultimo appello di Parmaliana lanciato dieci giorni fa.
Sonia Alfano, presidente dell'associazione vittime della mafia, figlia del giornalista ucciso a Barcellona pozzo di Gotto da Cosa Nostra, ha chiesto "che venga fatta piena luce sulle pesanti accuse che Adolfo ha rivolto alla magistratura Barcellonese e che si accertino tutte le responsabilità dei componenti di una procura che non ha mai brillato per etica professionale e lotta alla criminalità mafiosa".
Parmaliana si è ucciso lanciandosi da un viadotto dell'autostrada Palermo Messina. Secondo il suo avvocato avrebbe organizzato il suicidio in modo tale da far ricadere la competenza territoriale delle indagini, non sulla Procura di Barcellona, ma su quella di Patti. Quando la sfiducia uccide... Diceva Falcone. Prima ti lasciano solo. Poi vengono le calunnie. Poi ti uccidono.
Adolfo Parmaliana non ha atteso il terzo tempo. Ha fatto tutto da solo. Per illuminare a giorno la zona grigia che soffoca e uccide la Sicilia favorendo il potere non solo militare ma economico e politico di Cosa Nostra.
Ha ragione Gilda. I siciliani onesti non dimenticheranno Adolfo Parmaliana.
E gli onesti che non s’accontentano di vivere in sé l’onestà faranno in modo che a non dimenticare il professore Parmaliana siano anche i conniventi. Le “persone per bene” che si fingono antimafiosi per poi scendere a patti con Cosa Nostra. Si sentono potenti. Pensano di non conoscere il rimorso. Invece, non lo riconoscono. E il rimorso, pian piano, li ucciderà insieme allo loro corruzione.
Tremino di fronte a chi muore incorrotto. A loro non capiterà più.
E come ha fatto Sonia Alfano, bloccata dalle intese malefiche dei grumi di potere siciliano nel tentativo di far sciogliere il comune di Barcellona per infiltrazione mafiosa, non resta altro da dirti: “Grazie, Adolfo”.
pinofinocchiaro@iol.it
www.pinofinocchiaro.it
Fonte: Articolo 21
Di
Pino Finocchiaro“Le persone oneste si ricorderanno sempre di te”. Gilda ricorda così il padre nella chiesa di Terme Vigliatore dove si celebrano le esequie del professore di chimica industriale che si era battuto per una Sicilia moderna e affrancata dal giogo di Cosa Nostra. Sono accorsi in migliaia ai funerali di Adolfo Parmaliana, 50 anni docente universitario che si è ucciso lanciandosi da un viadotto dell’autostrada tra Messina e Palermo.
Erano in tanti, gli onesti, quelli che non vogliono dimenticare il combattivo professionista che aveva dato del filo da torcere alle centrali a carbone e sognava un’industria chimica rispettosa dell’ambiente. In chiesa, gli onesti, non ci stavano tutti, hanno affollato anche il sagrato e il parco. Hanno detto no a Cosa Nostra. Hanno detto no, soprattutto a quella zona grigia del potere politico che aveva isolato e offeso l’ex segretario dei Ds di Terme Vigliatore.
Il professore anti-mafia, nel 2005, era stato l'artefice dello scioglimento del Consiglio comunale di Terme Vigliatore. Ed era finito sotto processo per diffamazione.
"Per lui è stato un colpo durissimo - ha detto il suo legale, Fabio Repici - Si è sentito tradito dalla giustizia".
"Mi hanno lasciato solo" era stato l'ultimo appello di Parmaliana lanciato dieci giorni fa.
Sonia Alfano, presidente dell'associazione vittime della mafia, figlia del giornalista ucciso a Barcellona pozzo di Gotto da Cosa Nostra, ha chiesto "che venga fatta piena luce sulle pesanti accuse che Adolfo ha rivolto alla magistratura Barcellonese e che si accertino tutte le responsabilità dei componenti di una procura che non ha mai brillato per etica professionale e lotta alla criminalità mafiosa".
Parmaliana si è ucciso lanciandosi da un viadotto dell'autostrada Palermo Messina. Secondo il suo avvocato avrebbe organizzato il suicidio in modo tale da far ricadere la competenza territoriale delle indagini, non sulla Procura di Barcellona, ma su quella di Patti. Quando la sfiducia uccide... Diceva Falcone. Prima ti lasciano solo. Poi vengono le calunnie. Poi ti uccidono.
Adolfo Parmaliana non ha atteso il terzo tempo. Ha fatto tutto da solo. Per illuminare a giorno la zona grigia che soffoca e uccide la Sicilia favorendo il potere non solo militare ma economico e politico di Cosa Nostra.
Ha ragione Gilda. I siciliani onesti non dimenticheranno Adolfo Parmaliana.
E gli onesti che non s’accontentano di vivere in sé l’onestà faranno in modo che a non dimenticare il professore Parmaliana siano anche i conniventi. Le “persone per bene” che si fingono antimafiosi per poi scendere a patti con Cosa Nostra. Si sentono potenti. Pensano di non conoscere il rimorso. Invece, non lo riconoscono. E il rimorso, pian piano, li ucciderà insieme allo loro corruzione.
Tremino di fronte a chi muore incorrotto. A loro non capiterà più.
E come ha fatto Sonia Alfano, bloccata dalle intese malefiche dei grumi di potere siciliano nel tentativo di far sciogliere il comune di Barcellona per infiltrazione mafiosa, non resta altro da dirti: “Grazie, Adolfo”.
pinofinocchiaro@iol.it
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Fonte: Articolo 21
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