Usate circa 350 mila tonnellate contenenti metalli pesanti. Sequestrate 18 aree in città e provinciaCROTONE - Migliaia di tonnellate (350 mila) di scorie pericolose (arsenico, zinco, piombo, indio, germanio, mercurio) sarebbero state utilizzate per realizzare i piazzali di due scuole di Crotone e una di Cutro, i parcheggi di attività commerciali e la pavimentazione di una delle banchine del porto. Sette persone sono indagate per smaltimento illegale di rifiuti pericolosi e disastro ambientale.
SEQUESTRI - Diciotto aree nei territori di Crotone, Isola Capo Rizzuto e Cutro sono state sottoposte a sequestro preventivo in quanto sarebbero stati realizzati lavori edili con l'impiego di materiali di scarto pericolosi della società Pertusola Sud, che ha chiuso l'attività alla fine degli anni Novanta. Il materiale altamente nocivo avrebbe dovuto essere smaltito in discariche specializzate e invece sarebbe stato ceduto a imprese di costruzioni che lo hanno utilizzato in lavori edili riguardanti, tra l'altro, anche alloggi popolari, villette, una banchina portuale e strade. Il sostituto procuratore di Crotone, Pierpaolo Bruni, ha detto che al momento non risultano collegamenti con la ’ndrangheta, anche se una delle ditte coinvolte negli anni scorsi era stata oggetto di indagini.
Usate circa 350 mila tonnellate contenenti metalli pesanti. Sequestrate 18 aree in città e provinciaCROTONE - Migliaia di tonnellate (350 mila) di scorie pericolose (arsenico, zinco, piombo, indio, germanio, mercurio) sarebbero state utilizzate per realizzare i piazzali di due scuole di Crotone e una di Cutro, i parcheggi di attività commerciali e la pavimentazione di una delle banchine del porto. Sette persone sono indagate per smaltimento illegale di rifiuti pericolosi e disastro ambientale.
SEQUESTRI - Diciotto aree nei territori di Crotone, Isola Capo Rizzuto e Cutro sono state sottoposte a sequestro preventivo in quanto sarebbero stati realizzati lavori edili con l'impiego di materiali di scarto pericolosi della società Pertusola Sud, che ha chiuso l'attività alla fine degli anni Novanta. Il materiale altamente nocivo avrebbe dovuto essere smaltito in discariche specializzate e invece sarebbe stato ceduto a imprese di costruzioni che lo hanno utilizzato in lavori edili riguardanti, tra l'altro, anche alloggi popolari, villette, una banchina portuale e strade. Il sostituto procuratore di Crotone, Pierpaolo Bruni, ha detto che al momento non risultano collegamenti con la ’ndrangheta, anche se una delle ditte coinvolte negli anni scorsi era stata oggetto di indagini.
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