
In pratica, dai dati analizzati dai comitati e messi per iscritto in un documento, inviato a Vanda Berna (ARPA Brescia), Adriano Paroli (sindaco di Brescia), Paola Vilardi (Assessore all’ambiente del Comune di Brescia) e all’assessore all’ecologia della Provincia di Brescia Enrico Mattinzoli è emerso che il termovalorizzatore di Brescia, le cui performance sono analizzate nel Rapporto OTU 2006-2007 , non è così “bello, buono e pulito” come vogliono far credere.
Il Rapporto OTU (Osservatorio sul Termoutilizzatore) è uno strumento di analisi che il Comune di Brescia redige ogni biennio al fine di monitorare l’attività del termovalorizzatore.
Ma, fa notare altraBrescia:
classico esempio di conflitto di interesse italiano, il Comune di Brescia controlla le emissioni dell’impianto di cui lui stesso è proprietario detenendo il 27,5% delle azioni dell’azienda proprietaria ASM-A2A.
Secondo i risultati diffusi e secondo la lettura critica fatta dai Comitati risulta che i macroinquinanti sparsi nell’aria di Brescia e dintorni (acido cloridrico, ossido di carbonio,ossidi di azoto, ammoniaca) responsabili della produzione, anche come particolato secondario, delle PM10, e soprattutto delle PM2,5 e PM0,1, quelle più micidiali per la salute sono 4 volte superiori a quelle emesse nella città di Milano. Supera i valori di ammoniaca, 10 mg/Nm3, anche la linea 2.
Dai dati che potete leggere nell’immagine sopra (clicca per ingrandire l’immagine) sono comparate le emissioni del termovalorizzatore di Brescia con quello di Milano a cui sono stati applicati i catalizzatori. Nel Caso di quello bresciano le emissioni superano di gran lunga le quantità consentire per legge. Perché il termovalorizzatore non ha i filtri? Dalla denuncia dei Comitati emerge che la questione è puramente economica.
Altro impasse che individuano i comitati è nella raccolta differenziata:
Il totale fallimento della RD a Brescia, comunque, si rivela nelle quantità del rifiuto indifferenziato, che una RD efficace dovrebbe abbattere drasticamente: a Brescia, invece, da quando funziona l’inceneritore è continuamente aumentato da 120.000 tonnellate nel 1998 a 137.000 nel 2007 (p. 38), giusto per soddisfare il bisogno di combustibile (e di profitti) dell’inceneritore stesso.
°Guarda il filmato esplicativo su:ecoblog.it
°Leggi il documento della messa in mora del governo italiano, per gli inadempimenti ambientale dell'inceneritore di Brescia, da parte della U.E.
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