Punto 1)
"Non dobbiamo più essere schiavi di Roma. L'Inno dice che 'l'Italia è schiava di Roma...', toh! dico io". E' la frase che Umberto Bossi ha pronunciato oggi a Padova, con il dito medio levato, parlando ai delegati della Liga Veneta-Lega Nord riuniti a congresso. "Ci sono quindici milioni di uomini disposti a battersi per la loro libertà. O otterremo le riforme, oppure sarà battaglia e la conquisteremo, la nostra libertà. Dobbiamo lottare contro questo stato fascista. E' arrivato il momento, fratelli, di farla finita".
Commento: onestamente, come è noto, nemmeno io mi commuovo davanti all'inno composto dal genovese Goffredo Mameli, ma io non ho ancora giurato - da ministro - fedeltà alla repubblica italiana e, qualora lo facessi, non mi sognerei mai di non seguire il premier a Milano come ha fatto Bossi con Napoli. Ma tant'è, io ho rispetto per tutti i simboli, anche per quelli che non mi appartengono. Tra l'altro io quest'esercito di guerrieri celti che ogni tanto viene evocato e che, nel frattempo, è passato da 1 milione a 15, non l'ho ancora mai visto. Quel che rileva è che Berlusconi fece approvare una legge ad personam per depenalizzare il reato di oltraggio al tricolore.
Punto 2)
STOP A PROFESSORI CHE NON SONO DEL NORD "Dopo il federalismo bisogna passare anche alla riforma della scuola. Non possiamo lasciare martoriare i nostri figli - ha aggiunto - da gente (i professori ndr) che non viene dal nord. Il problema della scuola è molto sentito perché tocca tutta la famiglia". E qui Bossi ha voluto citare un esempio: "E' la verità - ha spiegato - un nostro ragazzo (IL FIGLIO, NDR)è stato 'bastonato' agli esami perché aveva presentato una tesina sul federalista Carlo Cattaneo". "La Padania - ha aggiunto Bossi - ormai è nel cuore di tutti. Noi ai bambini insegniamo fin da quando nascono che non siamo schiavi e non lo siamo mai stati".
COMMENTO: naturale, il figlio di Bossi è stato bocciato, per la seconda voltà alla maturità, non in quanto somaro ma per l'accanimento di professori ostili in quanto meridionali. Nasce, a tal proposito, spontanea la considerazione che, se un progetto del genere fosse realizzato, 2/3 delle scuole del Nord - in assenza di professori che emigrano per insegnare ai figli somari di padri somari - dovrebbero solo chiudere.
Dipendesse da me, lo farei subito...come dice spesso Nando Dicè, un meridionale che va a lavorare in Settentrione è come un orfano che va dagli assassini di suoi padre.
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