Il volto nero di fuliggine, Victoria Ranua procede sul pendio di una collina nella contea di Scott, dipingendola col fuoco. Quello che comincia come una bassa striscia sottile di colore giallo, lasciata dalla sua torcia, dietro di lei s'innalza immediatamente in un'enorme barriera di fiamme danzanti, che corre sulla secca erba della prateria.
Il processo, spiega Ranua, aiuta le piante autoctone a sopravvivere contro specie invasive.
“Sapete, gli europei non sono venuti qui solo come popolo,” dice. “Hanno portato le loro piante e i loro animali ed hanno cambiato molto di ciò che stava qui.”
Ranua lavora per la comunità Sioux Shakopee Mdewakanton che, resa ricca dai casinò, sta recuperando, acro per acro, parte della terra nell'area del sud-ovest che i loro antenati persero un tempo per mano dei coloni europei, e meticolosamente la restituisce ad aspetto ed usi antichissimi.
Ma gli acquisti terrieri della tribù, che aumentano grazie al calo del prezzo della terra, stanno provocando preoccupazioni nella contea di Scott. I leader municipali in Shakopee dicono che la velocità e la modalità degli acquisti di terra della tribù – ha speso più di 100 milioni di dollari – stanno facendo della pianificazione un incubo logistico nella comunità in rapida crescita.
E si domandano se la tribù sia impegnata in un astuta partita a scacchi per bloccare i piani di sviluppo di Shakopee, per poi uscire in aperta campagna per cominciare a riacquistare ampi appezzamenti di terra ancestrale. È una domanda che emerge da New York alla California poichè le tribù che si stanno arricchendo con i profitti dei casinò hanno cominciato a spendere quella ricchezza per riaffermare il proprio controllo su quella terra ancestrale.
Nella stessa Shakopee, ha detto il sindaco John Schmitt, “sembra che siano impegnati a raccogliere tutto ciò che possono ottenere, dovunque possano ottenerlo. E hanno i mezzi per farlo.”
Da parte sua, tuttavia, Stan Ellison, il responsabile della terra della tribù, indica una pila di mappe storiche come ricordo di chi, storicamente, ha interferito con chi.
“Questa terra,” dice, “è stata presa con le armi - e noi la stiamo ricomprando con i dollari americani.”
Il processo, spiega Ranua, aiuta le piante autoctone a sopravvivere contro specie invasive.
“Sapete, gli europei non sono venuti qui solo come popolo,” dice. “Hanno portato le loro piante e i loro animali ed hanno cambiato molto di ciò che stava qui.”
Ranua lavora per la comunità Sioux Shakopee Mdewakanton che, resa ricca dai casinò, sta recuperando, acro per acro, parte della terra nell'area del sud-ovest che i loro antenati persero un tempo per mano dei coloni europei, e meticolosamente la restituisce ad aspetto ed usi antichissimi.
Ma gli acquisti terrieri della tribù, che aumentano grazie al calo del prezzo della terra, stanno provocando preoccupazioni nella contea di Scott. I leader municipali in Shakopee dicono che la velocità e la modalità degli acquisti di terra della tribù – ha speso più di 100 milioni di dollari – stanno facendo della pianificazione un incubo logistico nella comunità in rapida crescita.
E si domandano se la tribù sia impegnata in un astuta partita a scacchi per bloccare i piani di sviluppo di Shakopee, per poi uscire in aperta campagna per cominciare a riacquistare ampi appezzamenti di terra ancestrale. È una domanda che emerge da New York alla California poichè le tribù che si stanno arricchendo con i profitti dei casinò hanno cominciato a spendere quella ricchezza per riaffermare il proprio controllo su quella terra ancestrale.
Nella stessa Shakopee, ha detto il sindaco John Schmitt, “sembra che siano impegnati a raccogliere tutto ciò che possono ottenere, dovunque possano ottenerlo. E hanno i mezzi per farlo.”
Da parte sua, tuttavia, Stan Ellison, il responsabile della terra della tribù, indica una pila di mappe storiche come ricordo di chi, storicamente, ha interferito con chi.
“Questa terra,” dice, “è stata presa con le armi - e noi la stiamo ricomprando con i dollari americani.”
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