mercoledì 2 aprile 2008

Storie Italiane: Pino Masciari



COMUNICATO STAMPA
L’IMPRENDITORE CALABRESE GIUSEPPE (PINO) MASCIARI TESTIMONE
DI GIUSTIZIA LASCIA LA LOCALITA’ PROTETTA SENZA SCORTA PER
RECARSI IN CALABRIA COME FORMA ESTREMA DI PROTESTA IN
ATTESA DELLA RISPOSTA DELLE ISTITUZIONI E
CONTEMPORANEAMENTE CHIEDE PER LA FAMIGLIA ASILO POLITICO O
ADOZIONE AD ALTRO STATO:
Sono un imprenditore calabrese che non si è piegato al racket, che ha denunciato, fatto arrestare
e condannare decine di appartenenti al sistema `ndranghetista con le sue collusione all’interno
delle Istituzioni. Inserito nel Programma Speciale di Protezione a partire dal 17 Ottobre 1997,
portato via dalla Calabria e da allora sprofondato in un tunnel senza via d’uscita: in questi 11 anni
non si contano i comportamenti omissivi tenuti dalle Istituzioni preposte alla mia protezione,
contrari alla legge e prima ancora alla dignità della persona. Abbandonato al mio destino
insieme con la mia famiglia, isolati, esiliati dalla propria terra, privati delle imprese edili e del
proprio lavoro (mia moglie è un medico-odontoiatra).
Prima mi hanno tolto il pane, poi mi hanno tolto la libertà, infine la speranza.
Dopo 11 lunghi anni di attesa e di fiducia nelle Istituzioni oggi devo ammettere che non ci sono le
condizioni perché la mia famiglia continui a restare ancora in Italia considerando la situazione di
abbandono e l’assenza dei settori preposti alla protezione, che sarebbe dovuta avvenire in modo
vigile e costante nella località (per così dire) protetta.
La conclusione è che mi ritrovo facile bersaglio insieme alla mia famiglia della vendetta mafiosa,
nell’allarmante contesto di ‘ndrangheta, acceso e dilagante.
Pertanto chiedo formalmente al Presidente del Consiglio Romano Prodi, al Ministro dell’Interno
Giuliano Amato e al Viceministro dell’Interno Marco Minniti con delega alla Commissione Centrale
ex art. 10 L. 82/91 di risolvere tempestivamente prima della consultazione elettorale la mia annosa
vicenda, garantendo il diritto al lavoro e la sicurezza presente e futura per me e la mia famiglia.
Contemporaneamente chiedo formalmente ad una qualsiasi delle Nazioni dell’Unione Europea o
altra Nazione l’ADOZIONE della mia famiglia, per mia moglie ed i miei due figli, perché si prenda
cura di loro con la dovuta sicurezza.
Io no! Scelgo di rimanere nel mio paese, a rischio della vita, per proseguire la strada della
denuncia civile e legale dell'impotenza delle Istituzioni, che alle parole non fanno seguire i fatti
concreti e per raccontare la verità sulla lotta alla mafia in Italia: chi non scende a compromessi con
le dinamiche mafiose deve essere fatto fuori, in un modo o nell'altro.
Lascio dunque in data odierna la località protetta per arrivare in Calabria ed affrontare quello
che sarà il mio destino, mantenendo almeno fino in fondo la dignità che in questi anni ho difeso
dagli attacchi prima della `ndrangheta e poi delle Istituzioni. Poi sarò davanti ai “Palazzi” di Roma e
al TAR del Lazio dove giace vergognosamente arenato da più di tre anni il ricorso contro lo Stato
che mi ha revocato ingiustamente il programma di protezione, che equivale alla condanna a
morte.
Lo farò in giro per l'Italia, fiducioso di trovare al mio fianco i tanti cittadini, associazioni, gruppi e
Meetup, le forze sane delle istituzioni e della politica che ho incontrato in questi lunghi anni, che
condividono la mia scelta e che si riconoscono nei valori della legalità e della giustizia.
La COMMISSIONE PARLAMENTARE ANTIMAFIA, già nella scorsa legislatura, la
quattordicesima, aveva analizzato ed esaminato approfonditamente "il caso dell’imprenditore
Giuseppe Masciari", riconoscendo le ragioni di quanto esposto, (si rimanda ai seguenti documenti:
Approvazione della Relazione del Comitato TESTI del 9 marzo 2005- Resoconto Stenografico
della 69° seduta del 14 giugno 2005 - approvazione della Relazione di Minoranza del 18 gennaio
2006, pag. 72 "Testimoni di giustizia: una risorsa umiliata").
L’attuale COMMISSIONE PARLAMENTARE ANTIMAFIA, quindicesima legislatura, nella Seduta di
martedì 19 febbraio 2008 ha approvato la Relazione annuale sulla 'ndrangheta (Rel. On.
Forgione) e la Relazione sui testimoni di giustizia (Rel. On. Napoli), che ha fatto emergere "le
gravi cadute di efficienze del sistema di protezione dovute spesso a inettitudine, trascuratezza ed
irresponsabilità" per questo "Lo Stato recuperi il terreno perso nei confronti di chi ha mostrato di
possedere uno spirito civico esemplare". Ha riconosciuto il rispetto dei diritti dei testimoni di
giustizia, risorsa da premiare e non da umiliare. Nella relazione sulla `ndrangheta ha dichiarato la
pericolosità mondiale di tale struttura criminale.
Le Istituzioni, la politica, Confindustria, raccolgono collezioni di buone intenzioni cui non seguono
fatti concreti. Non ho bisogno di pacche sulle spalle, ma di sicurezza, impiego e futuro per me e
soprattutto per la mia famiglia.
Se si permette che chi ha scelto di stare dalla parte della Giustizia maturi solo disagi diventando
esempio tangibile del fallimento di una rapida risposta dello Stato, ciò non rappresenta una
sconfitta solo per Pino Masciari, ma una sconfitta per l’Italia intera, una vittoria per la `ndrangheta,
che ha continuato e continua a fare imprenditoria moltiplicando i suoi guadagni, tanto è vero che in
Calabria ha un bilancio di 35 miliardi di euro sporchi, mentre al sottoscritto non gli viene restituito il
diritto di ritornare a fare l’imprenditore. Addirittura il Ministero dell’Interno con delibera del 28 luglio
2004, così afferma: "non consente di autorizzare il rientro del testimone di giustizia Masciari
Giuseppe e del suo nucleo familiare nella località di origine ritenuto che sussistono gravi ed attuali
profili di rischio".
Una sconfitta per lo Stato Italiano, un messaggio devastante per chi domani si trovasse a decidere
se denunciare o abbassare la testa di fronte alle intimidazioni mafiose. .
Confermo fino alla fine e con fermezza che non ho alcun rimpianto per ciò che ho fatto, perché
ritengo che la denuncia sia atto doveroso di ciascun cittadino che appartenga ad uno Stato che
possa ancora considerarsi di diritto.
Lì 31 marzo 2008 f.to Giuseppe (Pino) Masciari
Contatti:
www.pinomasciari.it
pino59@email.it
pinomasciari@gmail.com
Davide Mattiello 3488079996
Roberto Laddaga 3475129117
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COMUNICATO STAMPA
L’IMPRENDITORE CALABRESE GIUSEPPE (PINO) MASCIARI TESTIMONE
DI GIUSTIZIA LASCIA LA LOCALITA’ PROTETTA SENZA SCORTA PER
RECARSI IN CALABRIA COME FORMA ESTREMA DI PROTESTA IN
ATTESA DELLA RISPOSTA DELLE ISTITUZIONI E
CONTEMPORANEAMENTE CHIEDE PER LA FAMIGLIA ASILO POLITICO O
ADOZIONE AD ALTRO STATO:
Sono un imprenditore calabrese che non si è piegato al racket, che ha denunciato, fatto arrestare
e condannare decine di appartenenti al sistema `ndranghetista con le sue collusione all’interno
delle Istituzioni. Inserito nel Programma Speciale di Protezione a partire dal 17 Ottobre 1997,
portato via dalla Calabria e da allora sprofondato in un tunnel senza via d’uscita: in questi 11 anni
non si contano i comportamenti omissivi tenuti dalle Istituzioni preposte alla mia protezione,
contrari alla legge e prima ancora alla dignità della persona. Abbandonato al mio destino
insieme con la mia famiglia, isolati, esiliati dalla propria terra, privati delle imprese edili e del
proprio lavoro (mia moglie è un medico-odontoiatra).
Prima mi hanno tolto il pane, poi mi hanno tolto la libertà, infine la speranza.
Dopo 11 lunghi anni di attesa e di fiducia nelle Istituzioni oggi devo ammettere che non ci sono le
condizioni perché la mia famiglia continui a restare ancora in Italia considerando la situazione di
abbandono e l’assenza dei settori preposti alla protezione, che sarebbe dovuta avvenire in modo
vigile e costante nella località (per così dire) protetta.
La conclusione è che mi ritrovo facile bersaglio insieme alla mia famiglia della vendetta mafiosa,
nell’allarmante contesto di ‘ndrangheta, acceso e dilagante.
Pertanto chiedo formalmente al Presidente del Consiglio Romano Prodi, al Ministro dell’Interno
Giuliano Amato e al Viceministro dell’Interno Marco Minniti con delega alla Commissione Centrale
ex art. 10 L. 82/91 di risolvere tempestivamente prima della consultazione elettorale la mia annosa
vicenda, garantendo il diritto al lavoro e la sicurezza presente e futura per me e la mia famiglia.
Contemporaneamente chiedo formalmente ad una qualsiasi delle Nazioni dell’Unione Europea o
altra Nazione l’ADOZIONE della mia famiglia, per mia moglie ed i miei due figli, perché si prenda
cura di loro con la dovuta sicurezza.
Io no! Scelgo di rimanere nel mio paese, a rischio della vita, per proseguire la strada della
denuncia civile e legale dell'impotenza delle Istituzioni, che alle parole non fanno seguire i fatti
concreti e per raccontare la verità sulla lotta alla mafia in Italia: chi non scende a compromessi con
le dinamiche mafiose deve essere fatto fuori, in un modo o nell'altro.
Lascio dunque in data odierna la località protetta per arrivare in Calabria ed affrontare quello
che sarà il mio destino, mantenendo almeno fino in fondo la dignità che in questi anni ho difeso
dagli attacchi prima della `ndrangheta e poi delle Istituzioni. Poi sarò davanti ai “Palazzi” di Roma e
al TAR del Lazio dove giace vergognosamente arenato da più di tre anni il ricorso contro lo Stato
che mi ha revocato ingiustamente il programma di protezione, che equivale alla condanna a
morte.
Lo farò in giro per l'Italia, fiducioso di trovare al mio fianco i tanti cittadini, associazioni, gruppi e
Meetup, le forze sane delle istituzioni e della politica che ho incontrato in questi lunghi anni, che
condividono la mia scelta e che si riconoscono nei valori della legalità e della giustizia.
La COMMISSIONE PARLAMENTARE ANTIMAFIA, già nella scorsa legislatura, la
quattordicesima, aveva analizzato ed esaminato approfonditamente "il caso dell’imprenditore
Giuseppe Masciari", riconoscendo le ragioni di quanto esposto, (si rimanda ai seguenti documenti:
Approvazione della Relazione del Comitato TESTI del 9 marzo 2005- Resoconto Stenografico
della 69° seduta del 14 giugno 2005 - approvazione della Relazione di Minoranza del 18 gennaio
2006, pag. 72 "Testimoni di giustizia: una risorsa umiliata").
L’attuale COMMISSIONE PARLAMENTARE ANTIMAFIA, quindicesima legislatura, nella Seduta di
martedì 19 febbraio 2008 ha approvato la Relazione annuale sulla 'ndrangheta (Rel. On.
Forgione) e la Relazione sui testimoni di giustizia (Rel. On. Napoli), che ha fatto emergere "le
gravi cadute di efficienze del sistema di protezione dovute spesso a inettitudine, trascuratezza ed
irresponsabilità" per questo "Lo Stato recuperi il terreno perso nei confronti di chi ha mostrato di
possedere uno spirito civico esemplare". Ha riconosciuto il rispetto dei diritti dei testimoni di
giustizia, risorsa da premiare e non da umiliare. Nella relazione sulla `ndrangheta ha dichiarato la
pericolosità mondiale di tale struttura criminale.
Le Istituzioni, la politica, Confindustria, raccolgono collezioni di buone intenzioni cui non seguono
fatti concreti. Non ho bisogno di pacche sulle spalle, ma di sicurezza, impiego e futuro per me e
soprattutto per la mia famiglia.
Se si permette che chi ha scelto di stare dalla parte della Giustizia maturi solo disagi diventando
esempio tangibile del fallimento di una rapida risposta dello Stato, ciò non rappresenta una
sconfitta solo per Pino Masciari, ma una sconfitta per l’Italia intera, una vittoria per la `ndrangheta,
che ha continuato e continua a fare imprenditoria moltiplicando i suoi guadagni, tanto è vero che in
Calabria ha un bilancio di 35 miliardi di euro sporchi, mentre al sottoscritto non gli viene restituito il
diritto di ritornare a fare l’imprenditore. Addirittura il Ministero dell’Interno con delibera del 28 luglio
2004, così afferma: "non consente di autorizzare il rientro del testimone di giustizia Masciari
Giuseppe e del suo nucleo familiare nella località di origine ritenuto che sussistono gravi ed attuali
profili di rischio".
Una sconfitta per lo Stato Italiano, un messaggio devastante per chi domani si trovasse a decidere
se denunciare o abbassare la testa di fronte alle intimidazioni mafiose. .
Confermo fino alla fine e con fermezza che non ho alcun rimpianto per ciò che ho fatto, perché
ritengo che la denuncia sia atto doveroso di ciascun cittadino che appartenga ad uno Stato che
possa ancora considerarsi di diritto.
Lì 31 marzo 2008 f.to Giuseppe (Pino) Masciari
Contatti:
www.pinomasciari.it
pino59@email.it
pinomasciari@gmail.com
Davide Mattiello 3488079996
Roberto Laddaga 3475129117

1 commento:

Orazio Vasta ha detto...

a rarika
Blog di Orazio Vasta,blog libero e pensante,siciliano nazionalitario e internazionalista,nonviolento e antimafioso,zona franca per la poesia e per il gusto di vivere...


lunedì 7 aprile 2008
ADDIOPIZZO CATANIA CON PINO MASCIARI!
Ricevo e pubblico...

- Addiopizzo Catania per Pino Masciari.
Il grido di aiuto di Pino Masciari, l’imprenditore calabrese che ha denunciato i suoi estortori e che adesso si trova solo nella sua lotta, non può rimanere inascoltato. Sempre più spesso si sente di uomini e donne che decidono di combattere l’illegalità, ma che non ricevono adeguato sostegno da chi dovrebbe proteggerli, farli sentire al sicuro e decisi in una scelta difficile che coinvolge ogni aspetto della vita quotidiana.
Noi di Addiopizzo Catania vogliamo esprimere tutta la nostra solidarietà a Masciari, unendoci all’appello da lui rivolto alle istituzioni perché gli venga garantito quell o che chiede: il diritto al lavoro, la sicurezza per se e per la sua famiglia. Diritti che sono sanciti da una Costituzione che Masciari ha onorato con la sua condotta di vita, che è esempio altissimo per tutti quegli imprenditori che sono in cerca di un moto di coraggio che li faccia affrancare dalle loro catene.
Addiopizzo Catania per Pino Masciari
comitato@addiopizzocatania.org
http://www.addiopizzocatania.org

Pubblicato da Orazio Vasta a lunedì, aprile 07, 2008

 
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