mercoledì 13 agosto 2025

Cuccurese: “Voti maturità più alti al Sud? Scuole merdionali sottofinanziate, questa è la notizia!”

I voti di maturità “troppo alti” nel Mezzogiorno. Come ogni anno, per definizione, sono i voti al Sud ad essere troppo alti, mai nessuno che si chieda se per caso non siano i voti al Nord ad essere troppo bassi. Così per i giornalisti di regime non vanno più bene nemmeno i test Invalsi. Escludere a priori che i giovani del Sud possano avere voti più alti di quelli del Nord presuppone la solita visione razzista dettata dal pregiudizio antropologico su cui si basa il ‘Razzismo di Stato’, o in alternativa la coda di paglia del giornalista di regime che sa che la Scuola al Sud è meno infrastrutturara e finanziata rispetto a quella del Nord, ma non lo vuol dire“. 

Questo quanto dichiarato tramite social dal Presidente del Partito del Sud Natale Cuccurese, a commento dell’articolo “Effetto maturità al Sud: i voti crescono e il ritardo scompare”, pubblicato sul Sole24Ore di lunedì 11 agosto. 

Fonte: VesuvianoNews - articolo di Salvatore Lucchese




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I voti di maturità “troppo alti” nel Mezzogiorno. Come ogni anno, per definizione, sono i voti al Sud ad essere troppo alti, mai nessuno che si chieda se per caso non siano i voti al Nord ad essere troppo bassi. Così per i giornalisti di regime non vanno più bene nemmeno i test Invalsi. Escludere a priori che i giovani del Sud possano avere voti più alti di quelli del Nord presuppone la solita visione razzista dettata dal pregiudizio antropologico su cui si basa il ‘Razzismo di Stato’, o in alternativa la coda di paglia del giornalista di regime che sa che la Scuola al Sud è meno infrastrutturara e finanziata rispetto a quella del Nord, ma non lo vuol dire“. 

Questo quanto dichiarato tramite social dal Presidente del Partito del Sud Natale Cuccurese, a commento dell’articolo “Effetto maturità al Sud: i voti crescono e il ritardo scompare”, pubblicato sul Sole24Ore di lunedì 11 agosto. 

Fonte: VesuvianoNews - articolo di Salvatore Lucchese




martedì 12 agosto 2025

Occhiuto tra dimissioni, inchiesta e ricandidatura-lampo. Partito del Sud Calabria «elezioni sono ‘cosa loro’»

Il Comunicato stampa della nostra Direzione calabrese sulle prossime elezioni regionali ripreso dal Corriere della Calabria e da Qui Cosenza

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Il Partito del Sud attacca: “Tempistica sospetta e ostacoli alle liste fuori dal Consiglio regionale. Un attacco alla democrazia”. Dubbi sulla reale motivazione delle dimissioni e sull’improvvisa convocazione delle elezioni per il 5 e 6 ottobre


“Siamo stati sorpresi un po’ tutti dell’avviso di garanzia ricevuto dal Presidente della Regione Calabria Occhiuto e dalle sue dimissioni, che fanno data il 31 luglio, sulla base di accuse gravi della Procura di Catanzaro. Evidentemente – sottolinea Giuseppe Spadafora, coordinatore regionale del Partito del Sud – in questo è stato spinto dai propri legali che, a memoria del dettato dell’art. 274 c.p.p. che prevede l’arresto per i pubblici ufficiali che sono nelle condizioni di reiterate il reato o di inquinare le prove (nel caso mantengano il posto di servizio pubblico che hanno), lo hanno consigliato in tal senso. Ma ora Occhiuto vuole ricandidarsi subito alla presidenza della Regione“.

“Quindi ci domandiamo, pur restando garantisti: in quale veste Occhiuto si vuole presentare ai calabresi? Garante dei diritti democratici o abile manipolatore? La data di convocazione a sorpresa delle elezioni, il 5 e 6 ottobre, non pone a suo favore – prosegue Spadafora – essendo talmente vicina che fa adombrare il sospetto che sia anche un espediente utile per sfoltire il numero di Partiti e Movimenti che riusciranno a presentarsi. Il classico prendere due piccioni con una fava”.

“Infatti sono strettissimi i tempi tecnici minimi per la raccolta delle firme e per acquisire le candidature, visto che le elezioni sono state indette solo il 9 agosto scorso. Ora il dubbio che sorge spontaneo è: le dimissioni e la ricandidatura sono dettati dalla reale volontà di rimettersi alla volontà dei calabresi, oppure vista la fretta, per altri scopi legati all’inchiesta in corso?”.

“Vedremo gli sviluppi, ma resta l’evidenza della volontà di impedire di partecipare alle elezioni di quelle liste, come la nostra, che non fa parte della partitocrazia. Un vero e proprio attacco alla democrazia e alle sue regole, mentre altri con un mero cavillo ne sono esentati solo perché fanno parte del Consiglio Regionale. Le date delle elezioni per le regionali diventano così uno strumento di battaglia politica per la destra calabrese. Complimenti anche alla maggior parte dei media di regime che non fanno notare questo aspetto, totalmente asserviti a cricche e camarille locali. Saranno poi gli stessi media e politicanti che di fronte all’ennesima, inevitabile, impennata dell’astensionismo, poi, a posteriori se ne lamenteranno, a chiacchiere, per un giorno”.

«Un festival della politica ‘politicante’»

“Così i Partiti del “campo largo”, anch’essi colti di sorpresa, sono costretti ad una corsa contro il tempo per presentare in pieno Ferragosto liste e candidature, mentre i cittadini che in un arco di tempo così ristretto non possono certo valutare appieno i contenuti dei vari programmi, avranno a disposizione per decidere chi votare minimi spazi di confronto e dibattito. Un festival della politica politicante, lontano dai cittadini e dalle loro reali esigenze. Con i Partiti, Liste Civiche e Movimenti che non hanno rappresentanza in Regione, costretti a Ferragosto a raccogliere candidature e almeno 1500 firme, autenticate, per ogni circoscrizione, per potere presentare la lista un mese prima delle elezioni, il 5/6 settembre, cioè fra 25 giorni”.

“Voto e democrazia sono un binomio inscindibile, se non c’è una non ci può essere l’altra. Eppure il diritto di esprimere un voto libero e senza condizionamento, per cui tante persone in passato hanno sacrificato la vita e per cui le modalità di esercizio sono così minuziosamente regolamentate dal nostro ordinamento nei tempi e nelle forme, grazie al Presidente Occhiuto sono diventati barzelletta ai danni dei cittadini calabresi, visto che vi è la certezza di una contrazione di questo diritto che non giova alla democrazia.
Quando il diritto alla rappresentanza è represso e il voto di conseguenza non è libero per il cittadino, come in questo caso, il regime è alle porte. Ne prendano nota i cittadini calabresi, costretti ancora una volta a scegliere il “meno peggio” o ad astenersi e ne traggano le conseguenze”.

Fonte: Qui Cosenza



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Il Comunicato stampa della nostra Direzione calabrese sulle prossime elezioni regionali ripreso dal Corriere della Calabria e da Qui Cosenza

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Il Partito del Sud attacca: “Tempistica sospetta e ostacoli alle liste fuori dal Consiglio regionale. Un attacco alla democrazia”. Dubbi sulla reale motivazione delle dimissioni e sull’improvvisa convocazione delle elezioni per il 5 e 6 ottobre


“Siamo stati sorpresi un po’ tutti dell’avviso di garanzia ricevuto dal Presidente della Regione Calabria Occhiuto e dalle sue dimissioni, che fanno data il 31 luglio, sulla base di accuse gravi della Procura di Catanzaro. Evidentemente – sottolinea Giuseppe Spadafora, coordinatore regionale del Partito del Sud – in questo è stato spinto dai propri legali che, a memoria del dettato dell’art. 274 c.p.p. che prevede l’arresto per i pubblici ufficiali che sono nelle condizioni di reiterate il reato o di inquinare le prove (nel caso mantengano il posto di servizio pubblico che hanno), lo hanno consigliato in tal senso. Ma ora Occhiuto vuole ricandidarsi subito alla presidenza della Regione“.

“Quindi ci domandiamo, pur restando garantisti: in quale veste Occhiuto si vuole presentare ai calabresi? Garante dei diritti democratici o abile manipolatore? La data di convocazione a sorpresa delle elezioni, il 5 e 6 ottobre, non pone a suo favore – prosegue Spadafora – essendo talmente vicina che fa adombrare il sospetto che sia anche un espediente utile per sfoltire il numero di Partiti e Movimenti che riusciranno a presentarsi. Il classico prendere due piccioni con una fava”.

“Infatti sono strettissimi i tempi tecnici minimi per la raccolta delle firme e per acquisire le candidature, visto che le elezioni sono state indette solo il 9 agosto scorso. Ora il dubbio che sorge spontaneo è: le dimissioni e la ricandidatura sono dettati dalla reale volontà di rimettersi alla volontà dei calabresi, oppure vista la fretta, per altri scopi legati all’inchiesta in corso?”.

“Vedremo gli sviluppi, ma resta l’evidenza della volontà di impedire di partecipare alle elezioni di quelle liste, come la nostra, che non fa parte della partitocrazia. Un vero e proprio attacco alla democrazia e alle sue regole, mentre altri con un mero cavillo ne sono esentati solo perché fanno parte del Consiglio Regionale. Le date delle elezioni per le regionali diventano così uno strumento di battaglia politica per la destra calabrese. Complimenti anche alla maggior parte dei media di regime che non fanno notare questo aspetto, totalmente asserviti a cricche e camarille locali. Saranno poi gli stessi media e politicanti che di fronte all’ennesima, inevitabile, impennata dell’astensionismo, poi, a posteriori se ne lamenteranno, a chiacchiere, per un giorno”.

«Un festival della politica ‘politicante’»

“Così i Partiti del “campo largo”, anch’essi colti di sorpresa, sono costretti ad una corsa contro il tempo per presentare in pieno Ferragosto liste e candidature, mentre i cittadini che in un arco di tempo così ristretto non possono certo valutare appieno i contenuti dei vari programmi, avranno a disposizione per decidere chi votare minimi spazi di confronto e dibattito. Un festival della politica politicante, lontano dai cittadini e dalle loro reali esigenze. Con i Partiti, Liste Civiche e Movimenti che non hanno rappresentanza in Regione, costretti a Ferragosto a raccogliere candidature e almeno 1500 firme, autenticate, per ogni circoscrizione, per potere presentare la lista un mese prima delle elezioni, il 5/6 settembre, cioè fra 25 giorni”.

“Voto e democrazia sono un binomio inscindibile, se non c’è una non ci può essere l’altra. Eppure il diritto di esprimere un voto libero e senza condizionamento, per cui tante persone in passato hanno sacrificato la vita e per cui le modalità di esercizio sono così minuziosamente regolamentate dal nostro ordinamento nei tempi e nelle forme, grazie al Presidente Occhiuto sono diventati barzelletta ai danni dei cittadini calabresi, visto che vi è la certezza di una contrazione di questo diritto che non giova alla democrazia.
Quando il diritto alla rappresentanza è represso e il voto di conseguenza non è libero per il cittadino, come in questo caso, il regime è alle porte. Ne prendano nota i cittadini calabresi, costretti ancora una volta a scegliere il “meno peggio” o ad astenersi e ne traggano le conseguenze”.

Fonte: Qui Cosenza



giovedì 7 agosto 2025

SU "ROSSO FASTIDIO" VIDEO INTERVISTA A NATALE CUCCURESE (PRESIDENTE PARTITO DEL SUD) SUL MERIDIONALISMO


"Cos'è il meridionalismo" 

Fonte video Rosso Fastidio: https://www.youtube.com/watch?v=1NRlJoJyaRQ




 

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"Cos'è il meridionalismo" 

Fonte video Rosso Fastidio: https://www.youtube.com/watch?v=1NRlJoJyaRQ




 

lunedì 4 agosto 2025

Cuccurese: “Delirio secessionista leghista tra regionalismo differenziato e Città-Stato”

Ad agosto arriva puntuale la farneticazione del leghista di turno, quest’anno tocca sorbirci quella del Doge-Zaia che pontifica dalle pagine del Corriere sulla necessità di Città-Stato, come nel Medioevo. Evidentemente l’Autonomia Differenziata non gli basta più. Non è una contropartita per il fatto che il ddl Roma Capitale, che è costituzionale, maturerà prima di quelli per le autonomie, leggi ordinarie? In poche parole col pretesto di Roma-Capitale si passa addirittura a Milano e Venezia Città-Stato, un altro passo verso la secessione di intere aree del Paese. 

Evidentemente l’Autonomia Differenziata non basta più. E’ vero che fra pochi mesi si vota in molte Regioni, per cui già i leghisti partono con la propaganda per eccitare i loro elettori, fra ampolle con l’acqua del Po, elmi con le corna ecc., però un minimo di moderazione anche negli appetiti secessionisti non guasterebbe. Ovviamente nessun accenno a Napoli e Palermo in passato fiorenti Capitali. Ma si sa, per i leghisti il Sud era e resta ‘Affrica’ (cit). 

E pensare che al Sud c’è chi pure li vota. Vota per essere trattato da suddito. E cioè essere sfruttato, insultato e emarginato, vilipeso, deriso, ghettizzato e discriminato. Dei veri geni. 

Grande colpa in questo la hanno i media. Vero è che l’Ascaro (il Giuda) di turno è sempre esistito, ma questi sono anche i frutti avvelenati del Razzismo di Stato e del tam-tam mediatico che canta sempre a favore del Nord e contro il Mezzogiorno. La domanda che sorge spontanea però è: ma i Fratelli d’Italia, i ‘patrioti’, solitamente centralisti, non hanno nulla da ridire?! 

Evidentemente conoscono i loro polli e sanno che oltre alla sagra della salamella, alle altisonanti parole arcane, in poche parole alla presa per i fondelli di chi ancora gli presta fede non vanno e quindi dormono sonni tranquilli“. 

Questo quanto dichiarato tramite social dal Presidente del Partito del Sud Natale Cuccurese.

Fonte: VesuvianoNews - articolo di Salvatore Lucchese



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Ad agosto arriva puntuale la farneticazione del leghista di turno, quest’anno tocca sorbirci quella del Doge-Zaia che pontifica dalle pagine del Corriere sulla necessità di Città-Stato, come nel Medioevo. Evidentemente l’Autonomia Differenziata non gli basta più. Non è una contropartita per il fatto che il ddl Roma Capitale, che è costituzionale, maturerà prima di quelli per le autonomie, leggi ordinarie? In poche parole col pretesto di Roma-Capitale si passa addirittura a Milano e Venezia Città-Stato, un altro passo verso la secessione di intere aree del Paese. 

Evidentemente l’Autonomia Differenziata non basta più. E’ vero che fra pochi mesi si vota in molte Regioni, per cui già i leghisti partono con la propaganda per eccitare i loro elettori, fra ampolle con l’acqua del Po, elmi con le corna ecc., però un minimo di moderazione anche negli appetiti secessionisti non guasterebbe. Ovviamente nessun accenno a Napoli e Palermo in passato fiorenti Capitali. Ma si sa, per i leghisti il Sud era e resta ‘Affrica’ (cit). 

E pensare che al Sud c’è chi pure li vota. Vota per essere trattato da suddito. E cioè essere sfruttato, insultato e emarginato, vilipeso, deriso, ghettizzato e discriminato. Dei veri geni. 

Grande colpa in questo la hanno i media. Vero è che l’Ascaro (il Giuda) di turno è sempre esistito, ma questi sono anche i frutti avvelenati del Razzismo di Stato e del tam-tam mediatico che canta sempre a favore del Nord e contro il Mezzogiorno. La domanda che sorge spontanea però è: ma i Fratelli d’Italia, i ‘patrioti’, solitamente centralisti, non hanno nulla da ridire?! 

Evidentemente conoscono i loro polli e sanno che oltre alla sagra della salamella, alle altisonanti parole arcane, in poche parole alla presa per i fondelli di chi ancora gli presta fede non vanno e quindi dormono sonni tranquilli“. 

Questo quanto dichiarato tramite social dal Presidente del Partito del Sud Natale Cuccurese.

Fonte: VesuvianoNews - articolo di Salvatore Lucchese



Rearm Europe-Dazi, paga il Sud, come sempre!

 di Natale Cuccurese

L’agognato trattato sui Dazi fra UE e USA, sottoscritto la scorsa settimana da Trump e Von der Leyen, compare in realtà diversissimo da come ce lo stanno “vendendo” da giorni nei Tg i “propagandisti di regime”. Trattasi di una resa incondizionata sia delle “istituzioni europee”(degli oligarchi) che dei governi nazionali.

Il 15% è oltretutto una base dazi che esclude acciaio, alluminio (dazi al 50%), farmaceutici e semiconduttori (dazi da concordare nelle prossime settimane). Lo dicono apertamente Trump e Lutnick, lo seminega l’apparentemente incapace e sicuramente arrogante, coi popoli europei, Ursula Von der Leyen. Ma come se non bastasse la UE si impegna a comprare 750 mld di gas liquefatto dagli USA (sempre ad un prezzo esorbitante come da tre anni a questa parte) ed a investirne (come? quando?) altri 600 mld in America!

Intanto la Web tax sui colossi USA risulta non pervenuta. Altro che bazooka, quella della Ue è stata una resa incondizionata, senza nessun rispetto per i cittadini e per i sacrifici a loro richiesti in questi ultimi decenni. Questo in aggiunta ai denari previsti per il Rearm Europe e al 5% del Pil italiano che Meloni si è impegnata con la NATO ad investire in acquisti di armi (americane).

Insomma in arrivo nuove tasse e bollette sempre più esorbitanti, insieme ad ulteriori sacrifici in nome dell’Europa.Il che abbinato in Italia agli attuali stipendi da fame in Italia fa presagire un futuro di miseria materiale in arrivo, dopo quella morale già arrivata da anni.

Un carico immane e indefinito, zeppo di potenziali pretesti per ogni finale nefasto e una rivolta sociale di ampie dimensioni. Da qui evidentemente nasceva per il governo Meloni la necessità di approvare in Italia il DL Sicurezza. Utile per reprimere le inevitabili contestazioni passata l’estate, nel caso il popolo si ridestasse dalla letargia che lo ha colto da anni.

Per il Sud le conseguenze dei Dazi saranno drammatiche, molto più che al Nord, senza dimenticare la cancellazione dei Fondi Coesione per i Sud Europa già imposta un mese fa da Ursula con il consenso entusiasta dei “patrioti” italiani. A Salvini e ai suoi scherani non sarà sembrato vero.

Infatti, a differenza del resto del Paese, la quasi totalità delle Regioni del Sud presenta una bassa diversificazione dei prodotti venduti nei mercati esteri, pertanto gli effetti negativi per il nostro sistema produttivo dovrebbero abbattersi maggiormente sui territori dove la dimensione economica dell’export è fortemente condizionata da pochi settori merceologici.

La regione che a livello nazionale presenta l’indice di diversificazione peggiore è la Sardegna (95,6%), dove domina l’export dei prodotti derivanti della raffinazione del petrolio. Seguono il Molise (86,9%), caratterizzato da un peso particolarmente elevato della vendita dei prodotti chimici/materie plastiche e gomma, autoveicoli e prodotti da forno, e la Sicilia (85%), che presenta una forte vocazione nella raffinazione dei prodotti petroliferi. Tra le realtà territoriali del Mezzogiorno, solo la Puglia presenta un livello di diversificazione elevato (49,8%).

Ad eccezione della Puglia, le aree geografiche che, invece, potrebbero subire degli effetti negativi più contenuti di quelli previsti in capo alle regioni del Mezzogiorno sono la Lombardia (con un indice del 43%), il Veneto (46,8%), la Puglia (49,8%), il Trentino Alto Adige (51,1%), l’Emilia Romagna (53,9%) e il Piemonte (54,8%). Oltretutto emerge che anche altre ruberie ai danni dei Sud continuano e, come annunciato da Meloni, anche i “sostegni ” per “aiutare le filiere nazionali” verranno “dirottati” dal PNRR.

In altre parole le armi del Rearm Europe si pagano prosciugando i Fondi coesione destinati ai Sud Europa, come deciso in sede europea, e gli aiuti alle imprese italiane per i dazi imposti dagli amici americani verranno “estratti” dai fondi Pnrr (che dovevano essere per il 65% destinati al Sud da indicazioni europee) e da quel che resta dei Fondi Coesione (visto che lo Stato italiano non li deve più cofinanziare dato che la Ue li ha cancellati come detto sopra). Paga il Sud, come sempre! 

E così dopo super bollette energetiche, tasse e balzelli di ogni genere e tipo, aumenti incondizionati di ogni prodotto a partire da quelli alimentari (+3,4% a luglio l’incremento del prezzo del carrello da dati Istat), con stipendi e pensioni da fame, dovremo pagare ancora anche per i consueti e macroscopici errori di Ursula, Giorgia e della loro sgangherata banda di incompetenti.

Unico aspetto positivo l’inizio della fine di questa Unione Europea che ha tradito ogni idea iniziale di Pace e prosperità per i popoli europei, trasformandosi in un mostro bellicista, ademocratico e iperliberista.

Se non si fosse ancora capito la Von der Leyen infatti non è del tutto una nullità, anche se così appare, ma persegue scientemente ed esclusivamente non gli interessi dei popoli europei, ma solo quelli dell’ipercapitalismo europeo che continuerà, indifferente, a trafficare ed esportare scaricando totalmente i costi dei dazi, del gas e delle importazioni sui ceti subalterni, rinfocolando contemporaneamente la guerra fra poveri per tenere al sicuro i propri esclusivi privilegi. In poche parole è molto più pericolosa lei di chiunque altro e il governo Meloni gli tiene bordone, addirittura presentandosi col cappello in mano in Europa richiedendo il prestito Safe di 14 miliardi di euro per l’acquisto di armi. Ovviamente quei 14 miliardi non sono un regalo, sono un debito spalmabile in comode rate (anche in 42 anni) con gli interessi.

In poche parole anche questo ennesimo debito sarà ripagato da noi, dai nostri figli e dai nostri nipoti. Complimenti a Meloni, forse intendeva questo quando dice a che stava facendo la storia. La storia dei debiti da lei contratti e che gli italiani dovranno poi restituire sacrificandosi per generazioni.

Fonte: Meridione/Meridiani



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 di Natale Cuccurese

L’agognato trattato sui Dazi fra UE e USA, sottoscritto la scorsa settimana da Trump e Von der Leyen, compare in realtà diversissimo da come ce lo stanno “vendendo” da giorni nei Tg i “propagandisti di regime”. Trattasi di una resa incondizionata sia delle “istituzioni europee”(degli oligarchi) che dei governi nazionali.

Il 15% è oltretutto una base dazi che esclude acciaio, alluminio (dazi al 50%), farmaceutici e semiconduttori (dazi da concordare nelle prossime settimane). Lo dicono apertamente Trump e Lutnick, lo seminega l’apparentemente incapace e sicuramente arrogante, coi popoli europei, Ursula Von der Leyen. Ma come se non bastasse la UE si impegna a comprare 750 mld di gas liquefatto dagli USA (sempre ad un prezzo esorbitante come da tre anni a questa parte) ed a investirne (come? quando?) altri 600 mld in America!

Intanto la Web tax sui colossi USA risulta non pervenuta. Altro che bazooka, quella della Ue è stata una resa incondizionata, senza nessun rispetto per i cittadini e per i sacrifici a loro richiesti in questi ultimi decenni. Questo in aggiunta ai denari previsti per il Rearm Europe e al 5% del Pil italiano che Meloni si è impegnata con la NATO ad investire in acquisti di armi (americane).

Insomma in arrivo nuove tasse e bollette sempre più esorbitanti, insieme ad ulteriori sacrifici in nome dell’Europa.Il che abbinato in Italia agli attuali stipendi da fame in Italia fa presagire un futuro di miseria materiale in arrivo, dopo quella morale già arrivata da anni.

Un carico immane e indefinito, zeppo di potenziali pretesti per ogni finale nefasto e una rivolta sociale di ampie dimensioni. Da qui evidentemente nasceva per il governo Meloni la necessità di approvare in Italia il DL Sicurezza. Utile per reprimere le inevitabili contestazioni passata l’estate, nel caso il popolo si ridestasse dalla letargia che lo ha colto da anni.

Per il Sud le conseguenze dei Dazi saranno drammatiche, molto più che al Nord, senza dimenticare la cancellazione dei Fondi Coesione per i Sud Europa già imposta un mese fa da Ursula con il consenso entusiasta dei “patrioti” italiani. A Salvini e ai suoi scherani non sarà sembrato vero.

Infatti, a differenza del resto del Paese, la quasi totalità delle Regioni del Sud presenta una bassa diversificazione dei prodotti venduti nei mercati esteri, pertanto gli effetti negativi per il nostro sistema produttivo dovrebbero abbattersi maggiormente sui territori dove la dimensione economica dell’export è fortemente condizionata da pochi settori merceologici.

La regione che a livello nazionale presenta l’indice di diversificazione peggiore è la Sardegna (95,6%), dove domina l’export dei prodotti derivanti della raffinazione del petrolio. Seguono il Molise (86,9%), caratterizzato da un peso particolarmente elevato della vendita dei prodotti chimici/materie plastiche e gomma, autoveicoli e prodotti da forno, e la Sicilia (85%), che presenta una forte vocazione nella raffinazione dei prodotti petroliferi. Tra le realtà territoriali del Mezzogiorno, solo la Puglia presenta un livello di diversificazione elevato (49,8%).

Ad eccezione della Puglia, le aree geografiche che, invece, potrebbero subire degli effetti negativi più contenuti di quelli previsti in capo alle regioni del Mezzogiorno sono la Lombardia (con un indice del 43%), il Veneto (46,8%), la Puglia (49,8%), il Trentino Alto Adige (51,1%), l’Emilia Romagna (53,9%) e il Piemonte (54,8%). Oltretutto emerge che anche altre ruberie ai danni dei Sud continuano e, come annunciato da Meloni, anche i “sostegni ” per “aiutare le filiere nazionali” verranno “dirottati” dal PNRR.

In altre parole le armi del Rearm Europe si pagano prosciugando i Fondi coesione destinati ai Sud Europa, come deciso in sede europea, e gli aiuti alle imprese italiane per i dazi imposti dagli amici americani verranno “estratti” dai fondi Pnrr (che dovevano essere per il 65% destinati al Sud da indicazioni europee) e da quel che resta dei Fondi Coesione (visto che lo Stato italiano non li deve più cofinanziare dato che la Ue li ha cancellati come detto sopra). Paga il Sud, come sempre! 

E così dopo super bollette energetiche, tasse e balzelli di ogni genere e tipo, aumenti incondizionati di ogni prodotto a partire da quelli alimentari (+3,4% a luglio l’incremento del prezzo del carrello da dati Istat), con stipendi e pensioni da fame, dovremo pagare ancora anche per i consueti e macroscopici errori di Ursula, Giorgia e della loro sgangherata banda di incompetenti.

Unico aspetto positivo l’inizio della fine di questa Unione Europea che ha tradito ogni idea iniziale di Pace e prosperità per i popoli europei, trasformandosi in un mostro bellicista, ademocratico e iperliberista.

Se non si fosse ancora capito la Von der Leyen infatti non è del tutto una nullità, anche se così appare, ma persegue scientemente ed esclusivamente non gli interessi dei popoli europei, ma solo quelli dell’ipercapitalismo europeo che continuerà, indifferente, a trafficare ed esportare scaricando totalmente i costi dei dazi, del gas e delle importazioni sui ceti subalterni, rinfocolando contemporaneamente la guerra fra poveri per tenere al sicuro i propri esclusivi privilegi. In poche parole è molto più pericolosa lei di chiunque altro e il governo Meloni gli tiene bordone, addirittura presentandosi col cappello in mano in Europa richiedendo il prestito Safe di 14 miliardi di euro per l’acquisto di armi. Ovviamente quei 14 miliardi non sono un regalo, sono un debito spalmabile in comode rate (anche in 42 anni) con gli interessi.

In poche parole anche questo ennesimo debito sarà ripagato da noi, dai nostri figli e dai nostri nipoti. Complimenti a Meloni, forse intendeva questo quando dice a che stava facendo la storia. La storia dei debiti da lei contratti e che gli italiani dovranno poi restituire sacrificandosi per generazioni.

Fonte: Meridione/Meridiani



martedì 29 luglio 2025

PdS, Cuccurese: “Riarmo, dazi? Paga la colonia interna Sud, come sempre!”

Siori e siore, prego, accomodatevi, sedetevi e mangiate e bevete pure a sbafo. Tanto a pagare sarà sempre e solo il Sud, la nostra colonia estrattiva interna, su cui scaricare, a livello territoriale, tutti i costi del nostro distorto modello di sviluppo da sempre asimmetrico e sperequato. E’ il capitalismo siori e siore, il capitalismo discriminatorio, e loro, i meridionali, non possono farci proprio niente.

Questa la morale sottostante alla “brillante” proposta della Giorgia nazionale, nazionale si fa per dire, di dirottare i fondi del FCS e del PNRR per fronteggiare le nuovi voci di spesa – armi ed aiuti alle imprese – imposte direttamente o indirettamente dagli USA all’UE e all’Italia. Sul tema è prontamente intervenuto il Presidente del Partito del Sud Natale Cuccurese. 

Gli ‘aiuti’ o ì ‘sostegni’ alle imprese – ha dichiarato Cuccurese tramite social – significano meno servizi pubblici e altri miliardi, oltre a quelli già dirottati per gli armamenti, erogati e distratti per ‘aiutare le filiere industriali“.

Da qui – ha precisato Cuccurese – nasce la proposta Meloni di ‘dirottare’ a questo scopo i fondi PNRR. In altre parole le armi del RearmEurope si pagano prosciugando i Fondi coesione destinati ai Sud Europa e gli aiuti alle imprese italiane per i Dazi estratti dai fondi Pnrr (che dovevano essere per il 65% destinati al Sud da indicazioni europee) e da quel che resta dei Fondi Coesione (visto che lo Stato italiano non li deve più cofinanziare dato che la Ue li ha cancellati come sopra). Paga il Sud, come sempre“.

Confermato ancora una volta – ha concluso il valente meridionalista – che chi al Sud vota per i partiti che sostengono il governo Meloni, il più antimeridionale della storia, o è disinformato (molto), o è masochista, o lo fa solo per interesse personale o di clientela“.

Fonte: VesuvianoNews - artiolo di Salvatore Lucchese




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Siori e siore, prego, accomodatevi, sedetevi e mangiate e bevete pure a sbafo. Tanto a pagare sarà sempre e solo il Sud, la nostra colonia estrattiva interna, su cui scaricare, a livello territoriale, tutti i costi del nostro distorto modello di sviluppo da sempre asimmetrico e sperequato. E’ il capitalismo siori e siore, il capitalismo discriminatorio, e loro, i meridionali, non possono farci proprio niente.

Questa la morale sottostante alla “brillante” proposta della Giorgia nazionale, nazionale si fa per dire, di dirottare i fondi del FCS e del PNRR per fronteggiare le nuovi voci di spesa – armi ed aiuti alle imprese – imposte direttamente o indirettamente dagli USA all’UE e all’Italia. Sul tema è prontamente intervenuto il Presidente del Partito del Sud Natale Cuccurese. 

Gli ‘aiuti’ o ì ‘sostegni’ alle imprese – ha dichiarato Cuccurese tramite social – significano meno servizi pubblici e altri miliardi, oltre a quelli già dirottati per gli armamenti, erogati e distratti per ‘aiutare le filiere industriali“.

Da qui – ha precisato Cuccurese – nasce la proposta Meloni di ‘dirottare’ a questo scopo i fondi PNRR. In altre parole le armi del RearmEurope si pagano prosciugando i Fondi coesione destinati ai Sud Europa e gli aiuti alle imprese italiane per i Dazi estratti dai fondi Pnrr (che dovevano essere per il 65% destinati al Sud da indicazioni europee) e da quel che resta dei Fondi Coesione (visto che lo Stato italiano non li deve più cofinanziare dato che la Ue li ha cancellati come sopra). Paga il Sud, come sempre“.

Confermato ancora una volta – ha concluso il valente meridionalista – che chi al Sud vota per i partiti che sostengono il governo Meloni, il più antimeridionale della storia, o è disinformato (molto), o è masochista, o lo fa solo per interesse personale o di clientela“.

Fonte: VesuvianoNews - artiolo di Salvatore Lucchese




lunedì 28 luglio 2025

“Dazi USA stritolano il Sud. Grazie UE!”

Quando il potere è gestito da cialtroni di infimo livello non è difficile indovinarne le mosse, dato che sono più gambler che politici. Così, come scrivevo il 13 luglio, risultava evidente che dal 30% minacciato da Trump l’accordo sui Dazi si sarebbe trovato intorno al 15-20% e così è stato. Bisogna considerare in questo la mentalità da gangster di Trump, a cui non è parso vero bullizzare una Ursula von der Leyen che ieri era già stata presa a ceffoni in faccia in Cina e si è presentata oggi al suo cospetto come una pugile suonata. 

Se a questo aggiungiamo il livello di capacità negoziale patetico di questi arroganti e vuoti oligarchi europei, forti coi deboli (i popoli europei) e tremanti coi forti (USA/Cina), il gioco è stato presto fatto. Ora noi cittadini ci troveremo a pagare anche questo ulteriore balzello che inciderà negativamente sui prezzi di molte merci e in Italia chi dovrà pagare di più? Ovviamente il Mezzogiorno. 

Infatti differenza del resto del Paese la quasi totalità delle regioni del Sud presenta una bassa diversificazione dei prodotti venduti nei mercati esteri, pertanto gli effetti negativi per il nostro sistema produttivo dovrebbero abbattersi maggiormente sui territori dove la dimensione economica dell’export è fortemente condizionata da pochi settori merceologici. 

La regione che a livello nazionale presenta l’indice di diversificazione peggiore è la Sardegna (95,6%), dove domina l’export dei prodotti derivanti della raffinazione del petrolio. Seguono il Molise (86,9%), caratterizzato da un peso particolarmente elevato della vendita dei prodotti chimici/materie plastiche e gomma, autoveicoli e prodotti da forno, e la Sicilia (85%), che presenta una forte vocazione nella raffinazione dei prodotti petroliferi. 

Tra le realtà territoriali del Mezzogiorno, solo la Puglia presenta un livello di diversificazione elevato (49,8%). Ad eccezione della Puglia, le aree geografiche che, invece, potrebbero subire degli effetti negativi più contenuti di quelli previsti in capo alle regioni del Mezzogiorno sono La Lombardia (con un indice del 43%), il Veneto (46,8%), la Puglia (49,8%), il Trentino Alto Adige (51,1%), l’Emilia Romagna (53,9%) e il Piemonte (54,8%). In poche parole, paga il Sud come sempre. 

E così dopo super bollette energetiche, tasse e balzelli di ogni genere e tipo, aumenti incondizionati di ogni prodotto a partire da quelli alimentari, con stipendi e pensioni da fame, dovremo pagare…ancora…anche per consueti e macroscopi errori di Ursula e della sua sgangherata banda di incompetenti proci. Bell’affare questa Unione Europea“. 

Questo quanto dichiarato tramite social dal Presidente del Partito del Sud Natale Cuccurese dopo l’annuncio dell’imposizione USA di dazi al 15% sui prodotti di importazione UE.


Fonte: VesuvianoNews - articolo di Salvatore Lucchese




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Quando il potere è gestito da cialtroni di infimo livello non è difficile indovinarne le mosse, dato che sono più gambler che politici. Così, come scrivevo il 13 luglio, risultava evidente che dal 30% minacciato da Trump l’accordo sui Dazi si sarebbe trovato intorno al 15-20% e così è stato. Bisogna considerare in questo la mentalità da gangster di Trump, a cui non è parso vero bullizzare una Ursula von der Leyen che ieri era già stata presa a ceffoni in faccia in Cina e si è presentata oggi al suo cospetto come una pugile suonata. 

Se a questo aggiungiamo il livello di capacità negoziale patetico di questi arroganti e vuoti oligarchi europei, forti coi deboli (i popoli europei) e tremanti coi forti (USA/Cina), il gioco è stato presto fatto. Ora noi cittadini ci troveremo a pagare anche questo ulteriore balzello che inciderà negativamente sui prezzi di molte merci e in Italia chi dovrà pagare di più? Ovviamente il Mezzogiorno. 

Infatti differenza del resto del Paese la quasi totalità delle regioni del Sud presenta una bassa diversificazione dei prodotti venduti nei mercati esteri, pertanto gli effetti negativi per il nostro sistema produttivo dovrebbero abbattersi maggiormente sui territori dove la dimensione economica dell’export è fortemente condizionata da pochi settori merceologici. 

La regione che a livello nazionale presenta l’indice di diversificazione peggiore è la Sardegna (95,6%), dove domina l’export dei prodotti derivanti della raffinazione del petrolio. Seguono il Molise (86,9%), caratterizzato da un peso particolarmente elevato della vendita dei prodotti chimici/materie plastiche e gomma, autoveicoli e prodotti da forno, e la Sicilia (85%), che presenta una forte vocazione nella raffinazione dei prodotti petroliferi. 

Tra le realtà territoriali del Mezzogiorno, solo la Puglia presenta un livello di diversificazione elevato (49,8%). Ad eccezione della Puglia, le aree geografiche che, invece, potrebbero subire degli effetti negativi più contenuti di quelli previsti in capo alle regioni del Mezzogiorno sono La Lombardia (con un indice del 43%), il Veneto (46,8%), la Puglia (49,8%), il Trentino Alto Adige (51,1%), l’Emilia Romagna (53,9%) e il Piemonte (54,8%). In poche parole, paga il Sud come sempre. 

E così dopo super bollette energetiche, tasse e balzelli di ogni genere e tipo, aumenti incondizionati di ogni prodotto a partire da quelli alimentari, con stipendi e pensioni da fame, dovremo pagare…ancora…anche per consueti e macroscopi errori di Ursula e della sua sgangherata banda di incompetenti proci. Bell’affare questa Unione Europea“. 

Questo quanto dichiarato tramite social dal Presidente del Partito del Sud Natale Cuccurese dopo l’annuncio dell’imposizione USA di dazi al 15% sui prodotti di importazione UE.


Fonte: VesuvianoNews - articolo di Salvatore Lucchese




domenica 27 luglio 2025

Sud globale unica speranza del Mondo

Il Presidente della Colombia, Gustavo Petro, dopo aver dichiarato, durante la Conferenza internazionale su Gaza conclusasi mercoledì della settimana scorsa a Bogotà, ‘Adesso basta, usciamo dalla Nato’, di fronte alla complicità dei paesi della Nato con il genocidio palestinese, per Petro non esistono più le condizioni per farne parte «’attraverso governi che tradiscono il loro popolo e stanno aiutando a lanciare bombe sui bambini’, ora blocca le navi di carbone verso Israele per non essere complice del Gaza GenocideUn esempio, un vero eroe civile. Così, mentre Petro non vuole essere complice di un genocidio, in Italia invece abbiamo un governo di “sovranisti” perennemente proni, che vende armi e dà appoggio politico ad uno stato governato da un ricercato internazionale per crimini di guerra. L’ennesima vergogna tutta italiana“.

Questo quanto dichiarato tramite social dal Presidente del Partito del Sud Natale Cuccurese, da sempre schierato, differentemente da altri meridionalisti di diverso orientamento ideologico-politico, affianco al popolo palestinese e contro le politiche di dominio perpetrate dal Nord globale a discapito del Sud globale.   

Fonte: VesuvianoNews - articolo di Salvatore Lucchese



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Il Presidente della Colombia, Gustavo Petro, dopo aver dichiarato, durante la Conferenza internazionale su Gaza conclusasi mercoledì della settimana scorsa a Bogotà, ‘Adesso basta, usciamo dalla Nato’, di fronte alla complicità dei paesi della Nato con il genocidio palestinese, per Petro non esistono più le condizioni per farne parte «’attraverso governi che tradiscono il loro popolo e stanno aiutando a lanciare bombe sui bambini’, ora blocca le navi di carbone verso Israele per non essere complice del Gaza GenocideUn esempio, un vero eroe civile. Così, mentre Petro non vuole essere complice di un genocidio, in Italia invece abbiamo un governo di “sovranisti” perennemente proni, che vende armi e dà appoggio politico ad uno stato governato da un ricercato internazionale per crimini di guerra. L’ennesima vergogna tutta italiana“.

Questo quanto dichiarato tramite social dal Presidente del Partito del Sud Natale Cuccurese, da sempre schierato, differentemente da altri meridionalisti di diverso orientamento ideologico-politico, affianco al popolo palestinese e contro le politiche di dominio perpetrate dal Nord globale a discapito del Sud globale.   

Fonte: VesuvianoNews - articolo di Salvatore Lucchese



giovedì 17 luglio 2025

Cuccurese: “Riarmo, UE nemica del Sud Italia, nemica dei Sud Europa”

L’Europa delle armi contro l’Europa sociale. Su proposta del Commissario (buio) Fitto, la Commissione UE crea un percorso incentivante affinché gli Stati Membri sostituiscano interventi per la coesione sociale e territoriale con spese per la difesa: ‘Nuove priorità per la Coesione, inclusa Difesa’. Un provvedimento contro i Sud d’Europa, contro l’Europa sociale, contro la sostenibilità, contro i popoli europei!” 

Questo quanto dichiarato tramite social dal Preisidente del Partito del Sud Natale Cuccurese. 

Fonte: VesuvianoNews - articolo di Salvatore Lucchese



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L’Europa delle armi contro l’Europa sociale. Su proposta del Commissario (buio) Fitto, la Commissione UE crea un percorso incentivante affinché gli Stati Membri sostituiscano interventi per la coesione sociale e territoriale con spese per la difesa: ‘Nuove priorità per la Coesione, inclusa Difesa’. Un provvedimento contro i Sud d’Europa, contro l’Europa sociale, contro la sostenibilità, contro i popoli europei!” 

Questo quanto dichiarato tramite social dal Preisidente del Partito del Sud Natale Cuccurese. 

Fonte: VesuvianoNews - articolo di Salvatore Lucchese



domenica 13 luglio 2025

Cuccurese: “Fuga di massa da Sud e dall’Italia, un Paese vecchio, razzista, povero e senza futuro”

 Sui giornali di regime continua la saga della caduta dal pero, o se preferite, della scoperta dell’acqua calda. “I ragazzi vogliono cercare lavoro all’estero”. Chissà come mai. Repetita iuvant: L’Italia non ha un problema d’immigrazione ma di emigrazione. I giovani a partire da quelli del Sud sono stanchi di non trovare lavoro o essere sfruttati e lasciano un Paese ‘vecchio’ e profondamente razzista dove non si trovano lavori stabili con stipendi decenti per mettere su famiglia e avere figli. Scappano all’estero dove gli stipendi sono di almeno tre volte maggiori e dove sono apprezzati per gli studi fatti in Italia. Scappano anche dal Nord, per cui è evidente che è inutile emigrare dal Sud al Nord d’Italia, tanto vale andare direttamente in Paesi civili e decenti, oltre frontiera, per costruirsi un futuro. La novità è l’emigrazione delle seconde generazioni dei figli di stranieri. Nati e/o cresciuti qui, ma eterni stranieri in patria, lasciano l’Italia dopo gli studi, così come fanno i giovani italiani del Sud e del Nord. Con una motivazione in più, come i meridionali si sentono cittadini di serie B. Ghettizzati, derisi, emarginati. Bullizzati col Razzismo di Stato. L’Italia con questa eterna élite politica di vecchi nominati è ormai un dinosauro impudico. Ricordo che l’anno scorso su 140 pagine di manovra economica il Governo Meloni ha nominato solo 4 volte la parola “giovani” e sempre e solo a proposito di dipendenze. Nulla è previsto per arginare questo fenomeno dalle proporzioni ormai drammatiche. Anzi, come rivelato la scorsa settimana il governo addirittura programma la chiusura dei comuni delle aree interne. In poche parole il governo dei giovani se ne strafrega, anzi i pochi giovani rimasti è pronto a inviarli in guerra per farli massacrare. Un paese senza futuro“.

Questo quanto dichiarato tramite social dal Presidente del Partito del Sud Natale Cuccurese da decenni impegnato per il definitivo superamento dello storico divario tra le “due Italie”. Un tema, quello dell’annosa questione meridionale, oggi “nuova questione meridionale”, per la peculiarità rispetto al passato dei suoi aspetti giuridico-costituzionali, di cittadinanza e demografici, che nessuna forza politica sedicente nazionale, da destra a sinistra, mette al centro dei suoi programmi politici, essendo tali forze, chi più chi meno, chi per convinzione ideologica, chi per opportunismo elettorale, del tutto supine alla narrazione etno-liberista della locomotiva-Nord, che ha relegato l’intero sistema-paese a decenni di stagnazione e di declino economico.  




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 Sui giornali di regime continua la saga della caduta dal pero, o se preferite, della scoperta dell’acqua calda. “I ragazzi vogliono cercare lavoro all’estero”. Chissà come mai. Repetita iuvant: L’Italia non ha un problema d’immigrazione ma di emigrazione. I giovani a partire da quelli del Sud sono stanchi di non trovare lavoro o essere sfruttati e lasciano un Paese ‘vecchio’ e profondamente razzista dove non si trovano lavori stabili con stipendi decenti per mettere su famiglia e avere figli. Scappano all’estero dove gli stipendi sono di almeno tre volte maggiori e dove sono apprezzati per gli studi fatti in Italia. Scappano anche dal Nord, per cui è evidente che è inutile emigrare dal Sud al Nord d’Italia, tanto vale andare direttamente in Paesi civili e decenti, oltre frontiera, per costruirsi un futuro. La novità è l’emigrazione delle seconde generazioni dei figli di stranieri. Nati e/o cresciuti qui, ma eterni stranieri in patria, lasciano l’Italia dopo gli studi, così come fanno i giovani italiani del Sud e del Nord. Con una motivazione in più, come i meridionali si sentono cittadini di serie B. Ghettizzati, derisi, emarginati. Bullizzati col Razzismo di Stato. L’Italia con questa eterna élite politica di vecchi nominati è ormai un dinosauro impudico. Ricordo che l’anno scorso su 140 pagine di manovra economica il Governo Meloni ha nominato solo 4 volte la parola “giovani” e sempre e solo a proposito di dipendenze. Nulla è previsto per arginare questo fenomeno dalle proporzioni ormai drammatiche. Anzi, come rivelato la scorsa settimana il governo addirittura programma la chiusura dei comuni delle aree interne. In poche parole il governo dei giovani se ne strafrega, anzi i pochi giovani rimasti è pronto a inviarli in guerra per farli massacrare. Un paese senza futuro“.

Questo quanto dichiarato tramite social dal Presidente del Partito del Sud Natale Cuccurese da decenni impegnato per il definitivo superamento dello storico divario tra le “due Italie”. Un tema, quello dell’annosa questione meridionale, oggi “nuova questione meridionale”, per la peculiarità rispetto al passato dei suoi aspetti giuridico-costituzionali, di cittadinanza e demografici, che nessuna forza politica sedicente nazionale, da destra a sinistra, mette al centro dei suoi programmi politici, essendo tali forze, chi più chi meno, chi per convinzione ideologica, chi per opportunismo elettorale, del tutto supine alla narrazione etno-liberista della locomotiva-Nord, che ha relegato l’intero sistema-paese a decenni di stagnazione e di declino economico.  




 
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